Non accenna a scendere il rendimento dei titoli dell’Eurozona, nonostante il successo delle aste di ieri. Oggi si replica con i BoT a sei mesi.
Un generale clima di soddisfazione ha pervaso ieri corridoi del Ministero dell’Economia, grazie al buon andamento dell’asta dei Certificati del Tesoro zero coupon (CTz), i titoli senza cedola, di durata biennale, che il Dipartimento del Tesoro ha messo sul mercato, a caccia di nuova liquidità per lo Stato. La giornata di oggi è, almeno al momento, contrassegnata da un generale clima di attesa per l’asta dei BoT a sei mesi, l’evento che vedrà impegnati gli operatori finanziari, alle prese con un collocamento che, almeno nelle intensioni dei tecnici di via XX Settembre, dovrebbe racimolare 7 miliardi di euro.
Nonostante l’ottimo posizionamento dei Certificati zero coupon di ieri, tuttavia, il dato da registrare obbligatoriamente è un altro: I CTz sono stati collocati con un tasso d’interesse che ha aggiornato il nuovo titolo storico. Sul mercato secondario, la sede azionaria dove si scambiano i titoli di Stato, la stessa sorte è toccata ai Buoni del Tesoro Poliennali (BTp) a dieci anni, i cui rendimenti hanno toccato l’ennesimo minimo storico.
Se di questo dato può gioire il Ministero dell’Economia (e indirettamente anche i contribuenti) che, in un futuro più o meno lontano dovrà pagare interessi molto bassi ai propri creditori e che allontana la minaccia di un ipotetico default, dovuto dall’elevato debito pubblico associato a tassi, e quindi rendimenti, elevati, una lettura congiunta con l’andamento degli altri titoli di stato europei, consente anche di trarre altre conclusioni. Sempre ieri, infatti, anche i Bubill (BoT) tedeschi a dodici mesi in asta sono stati collocati allo 0,0067% (dopo il -0,0029% dei Bubill semestrali di metà luglio): un rendimento molto basso, in linea con quello di tutti gli altri titoli di Stato dell’Eurozona. Un segnale, in altri termini, che la tanto auspicata crescita economica non c’è o, comunque, è ancora molto lieve stante la bassa inflazione dell’economia europea che, per ripartire, ha ancora bisogno di gettiti di liquidità, ottenuti con politiche monetarie molto sobrie.
Nonostante ciò, il buon rendimento dei titoli di Stato conferma, per ora, il suo trend positivo e rimane un punto di forza per il Ministero dell’Economia che, al momento si trova ad affrontare una situazione caratterizzata da un elevato debito pubblico che non accenna a diminuire. L’interesse per i titoli di stato italiani, inoltre, rimane comunque elevato per una serie di condizioni che si stanno presentando simultaneamente: il MEF ha recente emesso BTp decennali con cedole a rendimento fisso che si è rivelato maggiore rispetto ai rendimenti di mercato e che l’Italia è l’unico Paese che in questo periodo sta emettendo titoli a medio lungo termine. Titoli, quelli venduti nelle aste di fine luglio, che diventano ancora più appetibili perché in questi giorni saranno pagati circa 17 miliardi di cedole e verranno rimborsati titoli a medio e lungo termine, sia italiani che spagnoli, per oltre 50 miliardi. Un fattore quest’ultimo che potrebbe facilitare ancor di più l’investimento nelle aste non solo di oggi ma anche di domani, dove saranno messi in campo i BTp a 5 e 10 anni e i Certificati di Credito del Tesoro, indicizzati all’Euribor (CcTeu).
In base a fonti vicine al MEF, le condizioni del mercato sono stimate positivamente, dal momento che il Tesoro ha già collocato circa il 70% del suo programma annuale (2014) di emissioni a medio-lungo termine (200 miliardi circa su 280) e potrebbe anche decidere di ridurre la soglia delle emissioni lorde previste per quest’anno, fissato intorno a quota 470 miliardi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA