In quattordici ore di incontri bilaterali e in un’ora di vertice, non si è riusciti a trovare un accordo sul budget comunitario per il periodo 2014-2020. Si è conclusa così la prima giornata del summit straordinario di Bruxelles tra i leader dei 27 paesi dell’Unione Europea: con un nulla di fatto appunto. Con tre ore di ritardo secondo i programmi, i leader si sono riuniti in plenaria dalle 23 per poi congedarsi poco prima delle 2 di notte, con un aggiornamento che dovrebbe ripartire oggi verso metà giornata così da dare ai 27 rappresentanti europei il tempo di fare le giuste valutazioni sulla nuova proposta del presidente del Consiglio UE Herman Van Rompuy.
La proposta di Van Rompuy
La proposta di Van Rompuy prevede 11 miliardi in più per le politiche di coesione per le regioni più svantaggiate e 7,7 miliardi in più per l’agricoltura. Invariato il saldo finale, che prevede 80 miliardi in meno rispetto ai 1.091 miliardi proposti dalla Commissione Ue con 13 miliardi in meno per i fondi destinati allo sviluppo, di cui 8 riguardano la ricerca e l’innovazione e 5 invece, le grandi reti. Inoltre è stato proposta una riduzione di 1,6 miliardi per i fondi alla giustizia e la sicurezza e di 5,5 miliardi per i fondi che riguardano la politica estere. Lo stesso presidente Van Rompuy si è mostrato scettico sull’accordo tra i 27 leader ma non per questo amareggiato, ha infatti detto, "Le possibilità di un accordo rapido entro il fine settimana sul bilancio 2014-2020 sono molto piccole, ma il mancato accordo comunque non sarebbe una catastrofe".
I commenti dei vari leader europei
Contrastanti i commenti dei vari leader europei di fronte alle proposte di Van Rompuy e al mancato raggiungimento, fino ad ora, di un accordo che dovrà necessariamente essere unanime.
- Italia: per quanto riguarda il nostro paese, il premier Mario Monti non si è molto sbilanciato e ha affermato, "Stiamo valutando, sarebbe prematuro esprimere un giudizio a questo stadio, notiamo anche segnali di attenzione sul fronte di politiche di coesione e agricola comune, attenzione rispetto alle considerazioni fatte valere dall’Italia" e ha aggiunto, "se l’Italia si ritenesse significativamente insoddisfatta non esiterebbe a votare contro". Il premier italiano è accompagnato a Bruxelles dal ministro per gli affari europei Enzo Moavero, il ministro dell’agricoltura Mario Catania e quello per la coesione territoriale Fabrizio Barca.
- Francia: il presidente francese Hollande si è mostrato molto scettico definendo "poco probabile" il raggiungimento di un’intesa, affermando che le richieste francesi sono state ascoltate ma che ancora non ci si può ritenere soddisfatti. Il presidente ha inoltre ritenuto "eccessivi" i tagli previsti dalla proposta.
- Gran Bretagna: il premier britannico David Cameron, che aveva già annunciato da settimane il suo veto opponendosi anche al più piccolo aumento, ha chiesto un taglio di almeno 10 miliardi sugli 80 previsti da Van Rompuy; Cameron non ha neanche voluto parlare con i giornalisti, per questo ha risposto il suo portavoce che ha affermato, "l’ultima proposta è un passo avanti nella giusta direzione, ma non si fa abbastanza e si può fare di più per ridurre la spesa".
- Germania: la cancelliera tedesca Angela Merkel, anch’essa molto scettica, ha dichiarato, "dubito che troveremo un accordo"; la Merkel si è detta convinta della necessità di convocare un nuovo vertice e ha concluso, "Avanzeremo un po’, ma non credo che si troverà il compromesso tra i 27 sulla base dell’ultima proposta di Van Rompuy".
Infine, anche il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha espresso la sua visione nettamente negativa, dichiarando ai giornalisti, "Troppo lontane le posizioni dei Governi, non vedo come si possa trovare un accordo. Van Rompuy ha poco margine di manovra".
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