Berlusconi dice basta, entro quattro giorni potrebbe cadere il Governo. Ecco cosa potrebbe succedere

Vittoria Patanè

04/09/2013

Berlusconi dice basta, entro quattro giorni potrebbe cadere il Governo. Ecco cosa potrebbe succedere

Eravamo convinti che il giorno del giudizio fosse il 9 settembre. E non solo perché sarà quello il momento in cui il Giunta per le elezioni si esprimerà sulla decadenza di Berlusconi, ma anche perché quest’ultimo aveva detto chiaro e tondo che se lui fosse “caduto”, si sarebbe portato dietro l’attuale Governo.

E invece no, l’ora X potrebbe arrivare ancora prima. Silvio Berlusconi ha ormai capito che la strada è in salita e le possibilità che lunedì venga salvato diventano di ora in ora più ridotte. Così ha deciso di agire prima.

Entro quattro giorni, l’Italia potrebbe non avere più un Governo, ripiombando, per la seconda volta in un anno, nell’ennesima crisi politica della sua storia. La volontà del Cavaliere, sembrerebbe quella di andare a votare già a novembre, puntando sul vantaggio che tutti i sondaggi assegnano al PDL.
Ma andiamo a vedere cosa sta succedendo.

Il no di Napolitano

La decisione di Berlusconi sarebbe arrivata dopo l’ultimo nulla di fatto con il Quirinale. Un ambasciatore era stato inviato al Colle per sondare il terreno e cercare di capire se le intenzioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fossero cambiate, ma è tornato ad Arcore con risposte negative.
Il Capo dello Stato ribadisce quanto già detto il 13 agosto e cioè:

  • la Grazia, se venisse concessa, estinguerebbe la frode fiscale, ma non l’interdizione dai pubblici uffici,
  • per averla Berlusconi dovrebbe accettare la propria condanna, facendo una sorta di ammissione di colpevolezza che il Cavaliere non ha nessuna intenzione di mettere in atto;
  • una parte della pena (anche minima) dovrebbe comunque essere espiata.

I tre diktat di Napolitano sono inconcepibili per il leader del PDL, che sulle dichiarazioni di innocenza e persecuzione da parte dei magistrati sta costruendo la sua difesa di fronte all’opinione pubblica. Se a questo aggiungiamo che i suoi avvocati stanno preparando un dossier contenente 13 precedenti di Grazie presidenziali che hanno comportato anche l’estinzione delle pene accessorie, il quadro appare chiarissimo. Ormai è guerra aperta tra Berlusconi e il Quirinale e a pagarne il prezzo, potrebbe essere proprio il Governo Letta.

I falchi del PDL

Fino a due giorni fa, Berlusconi sembrava preferire la linea attendista proposta dalle colombe del PDL, ma da ieri, proprio lui è tornato ad essere il più minaccioso dei falchi. Questi ultimi, capeggiati da Daniela Santanchè, da mesi ribadiscono la stessa linea: “se cade Berlusconi, cade il Governo”.

Ieri, anche due degli esponenti più tranquilli hanno tirato fuori le unghie: Angelino Alfano, segretario del partito nonché vicepresidente del Consiglio e Renato Schifani.

La linea dura ha vinto e la sedia di Enrico Letta trema ogni giorno di più.

Il futuro

Il PD continua a dichiarare la propria volontà di non salvare Berlusconi. A questo punto, si aprono vari scenari:

  1. Se il Governo cadesse, il Presidente della Repubblica cercherebbe di trovare i numeri necessari per creare un “Letta Bis”, numeri che però potrebbero non esserci date le incertezze attuali.
  2. Elezioni a fine novembre: questa sarebbe la via preferita del PDL che potrebbe approfittare subito del vantaggio di 3 punti che tutti i sondaggi gli attribuiscono. In questo caso il PD farebbe subito scendere in campo lo scalpitante Matteo Renzi, cercando di approfittare della popolarità che l’ex Rottamatore si sta conquistando mese dopo mese. Il problema, per entrambi i partiti, sarebbe che fra due mesi si rivoterebbe con il Porcellum ed è inutile ricordare com’è andata l’ultima volta grazie alla legge Calderoli.
  3. Elezioni ad inizio 2014: giusto il tempo di modificare la legge elettorale e tutti al voto.

Cosa succederà? Staremo a vedere.

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