Il Movimento 5 Stelle è il primo partito in Sicilia, e il Financial Times ha già lanciato l’allarme: i mercati reagiranno in maniera opposta al trionfo o alla débacle di Grillo. Non che al(l’ex-)comico genovese questa equazione dispiaccia, ma i mercati tremano a una probabile vittoria di Beppe Grillo alle elezioni politiche del 2013.
Il Movimento 5 Stelle secondo solo al PD
Considerando che a oggi il Movimento 5 Stelle è il secondo partito dopo il Partito Democratico, quello che all’inizio sembrava uno scherzo che sarebbe durato poco si sta tramutando sempre più in realtà. Il Movimento 5 Stelle ha preso il posto della Lega Nord di qualche anno fa, surclassandola in quanto a preferenze. Colpa di una politica (dei salotti) che ha stancato, dei numerosi scandali usciti negli ultimi giorni, e della solita bulimia dei politici da poltrona.
Beppe Grillo ha in breve scansato i giornalisti dai loro luoghi di potere, affibbiando loro la qualifica di servi del potere; ha ridicolizzato in ogni modo (ma questo lo fa dall’inizio della sua carriera) i politici attuali e futuri; ha imposto ordini precisi per quanto riguarda le apparizioni in tv. Dell’ombra di Casaleggio e dei presunti scandali avvenuti negli ultimi mesi, come l’epurazione di alcuni esponenti del movimento, Beppe Grillo se ne è parecchio fregato, andando dritto per la sua strada e continuando le sue battaglie, come quella contro il finanziamento pubblico dei partiti.
I risultati gli hanno dato ragione: con un budget modestissimo (25mila euro), la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle è stata più che vincente. Ma cosa succederebbe se, come da più parti preventivato, il Movimento 5 Stelle fosse il primo partito o, addirittura, vincesse le elezioni politiche italiane 2013?
Il legame indissolubile tra finanza e politica
Da quel che si prevede ora, una vittoria di Grillo non è più una scommessa a perdere. Attenzione, però: perché con vittoria di Grillo intendiamo anche la presenza di un numero sempre più crescente di esponenti del M5S in Parlamento. Quello che traspare oggi è che alle politiche 2013, potrebbe non esserci una maggioranza del tutto chiara: ciò porterebbe dritto dritto a un Monti-bis (con lo stesso Professore che non si è tirato indietro ufficialmente). I mercati resterebbero calmi e lo spread stabile.
E non crediate che non ci risulti strano parlare di mercati e spread e associarli con le prossime elezioni: qualche anno fa avremmo parlato dei processi di Berlusconi, della corruzione dilagante o delle incertezze del PD. Oggi invece parliamo di Borsa, mercato azionario, spread ed Euro/Dollaro, come se piuttosto che scegliere la guida del nostro Paese, fossimo costretti a scegliere il futuro del nostro Paese nell’Euro.
E con Beppe Grillo che cresce sempre di più, come ha affermato il Financial Times, l’Italia graverebbe in una forte instabilità politica ed economica.
Fu necessario, nell’autunno scorso, che lo spread arrivasse a 575 punti base per indurre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a nominare Mario Monti senatore a vita, al fine di dargli le chiavi del governo tecnico per portare l’Italia fuori da un baratro che sembrava non avere fine. Risultato? I mercati, con il tempo, hanno subito riacquistato fiducia, e a quanto riportano molti, lo spread non scende sotto i 300 punti solo a causa degli speculatori.
Quindi il legame tra finanza e politica sembra ormai indissolubile, almeno finché lo scenario sarà questo (e non, ad esempio, la fine dell’euro). Come ha spiegato al Sole 24 Ore Gabriele Roghi, responsabile gestioni patrimoniali di Invest Banca, "i mercati cercano politiche che siano coerenti con gli interessi dei detentori del debito: chiunque e in qualunque forma tuteli il rimborso delle obbligazioni detenute dagli investitori globali è sostenuto e non avversato dai flussi di investimento; nel caso contrario si innescano quelle vendite che molti identificano con la cosiddetta speculazione".
Roghi parla dunque di una politica e di una democrazia "messe sotto scacco da una finanza" ormai uscita fuori dai suoi ranghi e che porta a forti tensioni e disagi sociali. E’ il caso del partito neonazista greco Alba Dorata, che ha raccolto molti consensi durante le ultime elezioni, ma è anche il caso dell’ascesa di Beppe Grillo in Italia, colpa di un vuoto politico colmato solo da problemi di corruzione e tangentopoli che trovano una vasta eco e risonanza nei media nazionali (e internazionali). Dopotutto, chi di noi, solo un paio d’anni fa, avrebbe pensato che l’Italia uscisse dai suoi canoni tradizionali per votare un "Movimento" alle elezioni politiche?
Una probabile vittoria di Grillo spaventerebbe i mercati
E se Grillo dovesse vincere, o meglio, se i sondaggi affermassero ciò, ecco che i mercati farebbero la loro parte, come suggerisce anche Roghi, per cancellarlo da una possibile leadership, riportando "lo spread in area di pericolo, oltre i 500 punti, per convincere gli italiani, prima delle elezioni, o i parlamentari dopo il voto" a ripiombare di nuovo su Monti o su un Professore gradito alle alte sfere.
Il futuro, dunque, sembra già scritto.
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