Dopo le varie impennate dei prezzi della benzina che si sono verificate nel corso di quest’anno, finalmente ora qualcosa potrebbe cambiare. Tutto questo grazie al cosiddetto "Decreto Scorte" vagliato dal pre-consiglio dei ministri in vista della riunione di Governo prevista per venerdì. Il decreto dovrebbe finalmente consentire la liberalizzazione del settore, e questo potrebbe portare ad un abbassamento dei prezzi finali.
Cosa prevede la rivoluzione della benzina
Vediamo i punti principali su cui si baserà il cambiamento.
- Prima di tutto, si attuerà la centralizzazione della gestione delle scorte di carburanti, che ancora per il momento è sotto il controllo delle compagnie petrolifere; a tal proposito nascerà quindi l’Ocsit, acronimo per Organismo Centrale di Stoccaggio Italiano, a sua volta affidato ad Acquirente Unico Spa, la società che coordina gli approviggionamenti di energia elettrica;
- Con l’articolo 22 dello stesso decreto legislativo poi, nasce la già annunciata "borsa dei carburanti", gestita dal Gme, Gestore dei Mercati Energetici, con l’obiettivo di creare "una piattaforma di mercato che faciliti l’incontro tra domanda e offerta all’ingrosso di prodotti petroliferi liquidi per autotrazione". Si parla di trasparenza ed efficienza e l’obiettivo è quello di venire incontro ai consumatori con prezzi finali più bassi; i suoi meccanismi operativi non sono comunque ancora del tutto noti, si è già parlato di una "sicurezza petrolifera", ma naturalmente dovrà ancora essere tutto confermato.
Le promesse del nuovo decreto
Nella relazione illustrativa del decreto si legge, "Con l’Ocsit la sicurezza petrolifera italiana sarà più efficace e svincolata, almeno in parte, dagli interessi degli operatori economici, non sempre coincidenti con l’interesse generale. Una oculata gestione economica permetterà di ridurre l’onere a carico degli operatori stessi, già attualmente traslato ai consumatori finali".
Si potranno creare inoltre nuove opportunità economiche per tutto il paese, in quanto "vengono create le condizioni affinché non solo si riducano le scorte all’estero ma addirittura che l’Italia possa diventare un Paese che accolga le scorte degli altri Paesi europei, con nuove prospettive di attività economiche che vadano ad affiancarsi a quelle tradizionali della raffinazione e dello stoccaggio commerciale, considerato anche che alcune raffinerie stanno venendo trasformate in deposito".
Bisognerà aspettare dunque venerdì prossimo per altre novità a riguardo; in questa giornata infatti il governo si riunirà per discutere di questo argomento. Entro 180 giorni poi, dovranno essere messi a punto i meccanismi operativi.
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