Apre a New York il memoriale per l’11 settembre 2001, dove saranno esposti oggetti e ricordi dell’attentato. Presenti parenti delle vittime e sopravvissuti.
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha inaugurato a New York il National September 11 Memorial & Museum, in ricordo delle vittime degli attacchi alle Torri Gemelle dell’ 11 settembre 2001, data che ha sconvolto l’America e il mondo intero.
Il Museo sarà aperto al pubblico il 21 maggio, fino a quella data solo i parenti delle vittime, i sopravvissuti, i primi soccorritori e i residenti locali potranno visitarlo.
Obama nel suo discorso ha detto più volte che il Museo dovrà rappresentare un luogo di pace e di riconciliazione, all’inaugurazione hanno presenziato moltissimi personaggi di rilievo tra cui, la First Lady accanto a suo marito, Bill e Hillary Clinton, Robert De Niro, il sindaco di New York Bill de Blasio, e gli ex sindaci Rudolph Giuliani e Michael Bloomberg.
Tuttavia non sono mancate le polemiche, la comunità islamica ha criticato il fatto che il Museo non avrebbe rispetto nè per l’Islam nè per la memoria delle vittime degli attacchi terroristici.
Obama difronte al muro sul quale sono stati scritti i nomi di tutte le vittime,
ha ricordato quel tragico giorno: l’11 settembre, 19 terroristi di Al Quaeda hanno dirottato quattro aerei americani schiantandone due contro le Torri Gemelle, un terzo velivolo fu depistato sul Pentagono mentre i passeggeri e il personale dell’equipaggio tentavano di mantenere il controllo del quarto velivolo, che poi è finito a terra a Shanksville, Pennsylvania. I decessi arrivarono a 2.983, pari alla maggior perdita di vite su suolo americano per colpa di un attacco straniero.
Lo spazio espositivo del Museo è di circa 10.000 metri quadrati, accoglie 10 mila oggetti: orologi con le lancette ferme da 13 anni, uniformi bruciate, i resti degli aerei scagliati dai terroristi sulle Torri del World Trade Center, 23 mila fotografie, 1900 racconti di testimoni e 500 ore di riprese video, lo spazio è avvolto esternamente da una struttura di metallo e di vetro, che richiama l’attenzione di curiosi e turisti.
Secondo Holland Cotter, critico d’arte del New York Times visitare questo museo sarà un’esperienza emotivamente intensa "un pugno nello stomaco".
Il Museo si insinua tra le due fontane quadrate del Memoriale che occupano l’impronta dei grattaceli gemelli, si scende per sette piani, nel buio, lungo una rampa che evoca quella costruita dai soccorritori nella grande ferita di Lower Manhattan per rimuovere le macerie. E’ una processione, un pellegrinaggio, tra le testimonianze e le macerie del World Trade Center, accompagnati da suoni, rumori, voci e grida, una discesa toccante, che crea un groppo in gola, che include registrazioni delle ultime telefonate, foto di pompieri votati alla morte, i Jeans coperti di polvere delle Torri, un biglietto macchiato di sangue con un "SOS", e poi tanti piccoli oggetti che evocano la tragedia e l’inferno di quel giorno, vite perdute, famiglie distrutte, consacrati alla storia dentro una vetrina di plexiglas, l’ultimo tassello degli sforzi di New York per ricordare il giorno più terribile della sua storia.
I visitatori potranno guardare anche l’ultima colonna rimossa da Ground Zero, coperta con le immagini delle persone disperse e con le iscrizioni fatte da operai e soccorritori. Il Museo insieme alla piazza della memoria aperta nel 2011, sono stati costruiti con 700 milioni di dollari di donazioni e denaro derivante dalle tasse.
Obama ha parlato di un "luogo sacro di guarigione, speranza, amore, compassione e sacrificio", l’applauso più intenso è stato per loro, per tutti quei pompieri e poliziotti che mentre migliaia di persone cercavano di lasciare le torri colpite facevano il percorso inverso, andando incontro all’ inferno, pur di portare salvezza.
Il Museo rappresenta la capacità di ripresa del popolo americano, ferito nel profondo, nella città simbolo dell’America, ma non piegato, ed è questa la grande eredità per le generazioni future.
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