Banche spagnole: 37 miliardi da UE per ricapitalizzazione. Bankia taglierà 6mila posti di lavoro

Erika Di Dio

30 Novembre 2012 - 16:10

Banche spagnole: 37 miliardi da UE per ricapitalizzazione. Bankia taglierà 6mila posti di lavoro

Mentre tutti erano occupati a tenere sotto controllo gli sviluppi per quanto riguarda l’accordo sul salvataggio della Grecia, le banche spagnole sono riuscite a convincere i responsabili politici dell’UE a consegnar loro del denaro per la ricapitalizzazione. Un totale di 37 miliardi di euro sarà assegnato a tre banche nazionalizzate, nella speranza che questo diventi l’inizio di un lungo periodo di pulizia nel sistema finanziario del Paese.

Ma naturalmente, come ogni altra cosa nel mondo, l’accordo ha un caro prezzo sotto forma di tagli di bilancio e diminuzione dei bilanci.

Per esempio, Bankia ha deciso di tagliare più di 6mila posti di lavoro, chiudere circa 1.000 filiali, terminare i prestiti immobiliari e riconcentrarsi sui servizi bancari al dettaglio. Gli analisti stimano che tutte queste misure si tradurrebbero in una perdita di 19 miliardi di euro per la più grande banca della Spagna!

Per ripristinare la fiducia nel sistema finanziario del paese, il governo istituirà una "bad bank" a cui i creditori passeranno i proprio titoli tossici al dettaglio. Entro il 2015, si è convenuto che 50 miliardi di euro di asset tossici saranno già stati rimossi dal bilancio di Bankia.

Si stima che il patrimonio di banche sottoposte a salvataggio sarebbe ridotto del 60% entro il 2017. I politici sperano vivamente che questo possa ridurre in qualche modo i rischi di mercato.

Insieme a Bankia, anche Novagalicia Banco e Catalunya Banc beneficerebbero del fondo di ricapitalizzazione. Tutte e 3 le banche hanno iniziato come piccole casse di risparmio, ma in seguito hanno iniziato a perseguire profitti e a capitalizzarsi sul boom immobiliare della Spagna. Naturalmente, quando il mercato immobiliare del paese è calato bruscamente, le tre banche hanno seguito la sua scia.

Al fine di contribuire a sostenere queste banche in difficoltà, l’UE ha dato loro accesso ad una linea di credito di 100 miliardi di euro all’inizio di quest’anno. All’inizio gli azionari non volevano subire delle perdite, ma poi si sono resi conto del fatto che non c’era alternativa.

Una delle maggiori preoccupazioni riguardo questa questione, è che potrebbe costringere la Spagna a licenziare più dipendenti mentre le banche riducono la loro forza lavoro. Considerando che il paese soffre già di un tasso di disoccupazione ridicolmente alto che si attesta al 25.02%, il più alto dal 1976, la Spagna non può proprio permettersi di perdere altri posti di lavoro.

Inoltre, molti credono che questo potrebbe peggiorare la sua crisi del credito. Il prestito spagnolo è in già in declino ad un tasso del 5% l’anno, e sta fortemente limitando il potenziale di crescita del paese; una rapida ristrutturazione potrebbe soffocare un’enorme quantità di credito e portare gravi danni all’economia.

Tuttavia, c’è un modo per limitare l’impatto negativo sull’economia spagnola, e consiste nel far ingoiare l’orgoglio al governo spagnolo e chiedere un piano di salvataggio.

In questo momento, il governo spagnolo sta andando avanti con le sue banche nazionali che acquistano il suo debito, in quanto gli investitori stranieri si rifiutano di acquistare i titoli spagnoli. Ma, a sua volta, questo ha portato ad un minor finanziamento disponibile per il settore privato spagnolo.

Ma se la Spagna dovesse chiudere l’aiuto finanziario,ciò libererebbe del denaro che le banche potrebbero prestare al settore privato. E questo potrebbe essere proprio ciò di cui il paese ha bisogno per innescare la sua ripresa.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Babypips

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