Banca Popolare di Milano, bocciato il nuovo statuto. Rischi e conseguenze per la banca

Vittoria Patanè

14/04/2014

Dopo la bocciatura della riforma della governance, BPM dovrà affrontare molti rischi: dal giudizio delle agenzie di rating all’ira di Bankitalia, ecco quali potrebbero essere le conseguenze

Banca Popolare di Milano, bocciato il nuovo statuto. Rischi e conseguenze per la banca

Quella arrivata ieri è una sorpresa che nessuno si aspettava. Il voto che avrebbe dato a Banca Popolare di Milano una nuova governance era visto da tutti come una formalità e invece si è verificato l’esatto contrario. L’assemblea straordinaria ha bocciato la riforma dello statuto fortemente voluta dal consiglio presieduto da Mario Anolli, dal consigliere delegato Giuseppe Castagna e dal presidente del consiglio di sorveglianza Piero Giarda.

Dopo quasi tre mesi iniziano dunque nella maniera più aspra possibile i conflitti tra la nuova gestione e la base sociale.

E adesso in BMP dovranno fare i conti anche con Bankitalia, che più volte ha ribadito la necessità di intervenire modificando statuto e il modo di gestire l’istituto.

Il progetto è andato in fumo grazie 1.565 voti favorevoli e 967 contrari. Per attuare il cambiamento infatti, era necessaria una maggioranza di due terzi. Tutto da rifare dunque, in attesa della ricapitalizzazione da 500 milioni che dovrebbe, e date le ultime vicissitudini il condizionale sembra d’obbligo, arrivare il prossimo 5 maggio.

Dopo aver ribadito la volontà di continuare il proprio impegno, il consigliere delegato Castagna ha avvertito:

le carte sono scritte e possiamo andare avanti così come previsto. Di fronte a un fatto inatteso, è doveroso sentire la Consob e le banche del consorzio per fare le valutazioni del caso»

La questione potrebbe non essere del tutto conclusa quindi, anche perché, come ha ammesso lo stesso Castagna, le “ripercussioni” su Banco Popolare di Milano, potrebbero giungere a breve.

Rischi e conseguenze
Il riforma della governance aveva incontrato, in apparenza, il favore di tutti. Adesso, si temono le conseguenze, in particolare per quanto riguarda il giudizio delle varie agenzie di rating. Il passo falso di ieri, potrebbe costare parecchio a BPM.

S&P, Moody’s e Fitch potrebbero muoversi a breve. Da tempo infatti l’istituto si trova sotto osservazione e in passato le tre sorelle avevano promesso ulteriori declassamenti (ricordiamo che il rating attualmente è già al pericolosissimo livello “junk”) in caso si fossero verificati problemi per la governance. Detto, fatto. Statuto bocciato e classificazione nuovamente a rischio.

Per non parlare poi della reazione dei mercati. Gli investitori di Piazza Affari, sin dai primi minuti di contrattazioni, hanno mostrato di non aver preso molto bene la notizia.
Le azioni sono state colpite da una vera e propria pioggia di vendite e il titolo BPM sta affrontando un vero e proprio collasso.
Il ribasso è da record: -9,39% a 0,62 punti. Dopo quasi tre mesi di rally dunque, la performance borsistica della banca subisce una pesante battuta d’arresto. E Potrebbe essere solo l’inizio.

Ultimo, ma sempre grave rischio, riguarda adesso le mosse di Bankitalia. L’ente guidato da Ignazio Visco ha infatti più volte ribadito che la rimozione dei requisiti patrimoniali aggiuntivi, i cosiddetti add-on, era subordinata in parte alla scelta di puntare su una nuova governance più aperta nei confronti del mercato.

Ma Castagna, Anolli e Giarda non si danno per vinti. Quest’ultimo ha infatti affermato:

“Bpm è un progetto in cui crediamo e prima di mollare dobbiamo cercare di far rendere l’investimento che noi abbiamo fatto”.

Ricordiamo infine che senza riforma, anche la questione “aumento di capitale” (previsto per inizio maggio) potrebbe complicarsi in maniera considerevole.

I motivi della bocciatura
Ma se c’è chi non riesce a nascondere il proprio rammarico, c’è anche chi festeggia. Piero Lonardi, guida dell’associazione dei soci non dipendenti, ha vinto. La riforma prevedeva tra le altre cose di ridurre ad un solo consigliere la rappresentanza delle minoranze.

Insomma, per BancaPopolare di Milano si apre un periodo difficile. La strada è tutta in salita e fra poche ore potrebbero iniziare a manifestarsi le prime conseguenze.

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