Bail-in: per Rossi, dg Bankitalia, nuove regole minano fiducia nel sistema banche

Antonio Atte

13 Ottobre 2016 - 17:13

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Bail-in: secondo il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, la nuova direttiva sta avendo effetti negativi sul nostro sistema bancario e su quello di altri Paesi.

Bail-in: per Rossi, dg Bankitalia, nuove regole minano fiducia nel sistema banche

Gli effetti del bail-in sulle banche italiane - Il settore bancario italiano (ma non solo) è stato danneggiato dalle nuove regole europee sulla gestione delle crisi bancarie e dall’interpretazione restrittiva di Bruxelles sull’intervento pubblico nel capitale degli istituti di credito. A dirlo è il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi.

In un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters, Rossi fa il punto della situazione sulla questione good bank. Nel novembre del 2015 Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara venivano messe in risoluzione. Con il salvataggio delle quattro banche territoriali l’Italia ha sperimentato per la prima volta la nuova direttiva UE.

Il timore di Rossi è che

“gli effetti combinati di questa coppia, la regola vera, la direttiva sul bail-in, e la Comunicazione della Commissione, siano nel complesso negativi. E non solo in Italia”.

Per il direttore generale di Palazzo Koch, nonostante l’apprezzabile tentativo di tutelare i contribuenti dal costo delle crisi bancarie (“colpendo” quindi azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra i 100mila euro), la direttiva BRRD

“trascura il fatto che le banche non sono aziende qualsiasi. Maneggiano la fiducia della gente, che si esprime anche nell’acquisto delle loro obbligazioni o nel depositare somme anche grandi presso di loro”.

Per questo motivo, ragiona Rossi, coinvolgere nel salvataggio della banca decine di migliaia di azionisti o risparmiatori

mina la fiducia nel sistema e in ultima analisi la stabilità finanziaria dei Paesi e dell’area intera”.

Bail in: gli effetti delle nuove regole sul sistema bancario italiano

Le nuove regole sono state introdotte con lo scopo di porre fine, dopo la tempesta finanziaria iniziata nel 2009, al rapporto incestuoso tra Stati e istituti di credito si sono trasformate

“in un dispositivo per impedire che alcuni Stati paghino anche un solo centesimo per altri, che sia con soldi pubblici o privati”.

Secondo il direttore generale di Bankitalia le regole sul bail in

“non affiancate da un Fondo pubblico comune di ricapitalizzazione né da un Fondo privato di assicurazione dei depositi, sono parte integrante del disegno, soprattutto se considerate insieme alla nuova interpretazione che la Commissione ha voluto dare delle regole sugli aiuti di Stato quando applicate alle banche”.

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