Bad Bank, via libera dell’Ue: “Non sono aiuti di Stato”

Laura Botti

11 Febbraio 2016 - 10:30

Bad Bank: la Commissione europea ha dato il via libera allo schema di garanzia statale per le sofferenze bancarie cartolarizzate in quanto non comporta aiuti di Stato.

Bad Bank, via libera dell’Ue: “Non sono aiuti di Stato”

La Commissione Ue ha dato il via libera allo schema di garanzia statale scelto dalla autorità italiane per cancellare i prestiti in sofferenza dai bilanci delle banche. Per Bruxelles il piano non comporta aiuti di Stato perché esso “sarà remunerato in linea con le condizioni di mercato per il rischio assunto concedendo una garanzia sui prestiti cartolarizzati in sofferenza”.

In questo modo è stato formalizzato l’accordo raggiunto dal Commissario Margrethe Vestager e dal Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan lo scorso 26 gennaio in cui si era discusso dell’ipotesi Bad Bank.

L’approvazione di Bruxelles ha rappresentato un passaggio tecnico necessario che ha permesso al Consiglio dei ministri, riunitosi ieri in serata, di varare il decreto sulle banche di credito cooperativo.

Bad Bank: il parere della Commissione europea

La Commissione europea ha approvato i piani presentati dai Governi di Italia e Ungheria in merito alla gestione delle attività deteriorate delle banche.

Secondo la Commissione, se uno Stato membro dell’UE interviene come farebbe un investitore privato ed ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l’investitore privato, l’intervento non costituisce un aiuto di Stato. Pertanto la Commissione Ue ha concluso che le misure proposte da Ungheria e Italia non comportano aiuti di Stato ai sensi della normativa europea.

Queste decisioni dimostrano che la normativa della Ue mette a disposizione degli Stati membri vari strumenti per avviare il risanamento dei bilanci delle banche, con o senza il ricorso agli aiuti di Stato”, ha dichiarato il Commissario Vestager, “La Commissione, in un questo contesto, si limita a garantire che le misure scelte dai Governi nazionali non producano un eccessivo aggravio sulla spesa pubblica o una distorsione della concorrenza nella Ue”.

Bruxelles ha deciso che “nell’ambito dello schema di garanzia statale scelto dalle Autorità italiane, lo Stato sarà remunerato in linea con le condizioni di mercato per il rischio assunto concedendo una garanzia sui prestiti cartolarizzati in sofferenza”. L’operazione ha l’obiettivo di ridurre una parte dei 200 miliardi di crediti morosi presenti nelle banche italiane portandoli ad una cifra inferiore a 90 miliardi.

Secondo il vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, l’obiettivo delle misure adottate è quello di “attrarre un’ampia gamma di investitori, incentivare le banche a recuperare i prestiti in sofferenza nel più breve tempo possibile e incrementarne la liquidità”.

Cdm: riforma Bcc e accelerazione recupero crediti

Oltre a recepire la decisione di Bruxelles la riforma delle banche di credito cooperativo varata ieri in serata dal Consiglio dei ministri prevede la formazione di una holding capogruppo, con almeno un miliardo di patrimonio, "che costituirà un grande ombrello di salvataggio e di coesione per tutte le Bcc che decideranno di stare dentro”, ha spiegato il premier Renzi.

Le banche saranno “libere di non aderire” alla holding e rimanere cooperative o spa purchè abbiano un patrimonio minimo di 200 milioni di euro e versino all’erario il 20% per poter mantenere le riserve (ora formalmente pubbliche).

Il Consiglio dei ministri ha inoltre varato un disegno di legge delega di riforma del diritto fallimentare con lo scopo di accelerare il recupero dei crediti da parte delle banche.

Le norme sui rimborsi alle quattro banche locali fallite a novembre invece sono state rimandate e affidate a un differente provvedimento, un decreto del ministero dell’Economia che dovrà essere poi validato dal Consiglio di Stato.

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