BTP Italia 2020: conviene comprare? «Assolutamente sì»

Renato Frolvi - C. G.

15/05/2020

15/05/2020 - 18:57

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Investire nel BTP Italia di maggio 2020 conviene? Con cedola minima all’1,40% «assolutamente sì» secondo Renato Frolvi, portfolio manager.

BTP Italia 2020: conviene comprare? «Assolutamente sì»

Investire nel BTP Italia di maggio 2020 conviene?

Numerosi risparmiatori stanno interrogando sulla possibilità di comprare il titolo di Stato indicizzato all’inflazione, la cui emissione prenderà il via a partire dal 18 del mese.

Numerosi dettagli sul BTP Italia 2020 sono già trapelati: avrà un tasso reale minimo garantito dell’1,40% a 5 anni che, unito al premio di fedeltà di 80 centesimi sul valore nominale di rimborso di 100, porta un rendimento lordo di circa l’1,56% a scadenza, come spiega a Money.it Renato Frolvi, asset manager e gestore di portafogli obbligazionari.

Conviene comprare BTP Italia 2020?

Come annunciato nella giornata di venerdì, la cedola minima garantita del BTP Italia maggio 2020 è dell’1,40% per una durata massima di 5 anni. Al tasso reale minimo garantito va addizionato il premio di fedeltà di 80 centesimi sul valore nominale di rimborso di 100, elemento che fa salire il rendimento lordo dell’obbligazione a circa l’1,56% a scadenza.

Infatti, spiega Renato Frolvi, “80 cents di premio finale spalmati su 5 anni sono circa 16 cents di “plus–rendimento” per annum, che portano il rendimento effettivo lordo a 1,40 + 0,16 = 1,56)”.

Perché, allora, converrebbe comprare? Renato Frolvi, portfolio manager, ha sottolineato a Money.it che “il BTP Italia in offerta dal 18 al 20 maggio sarà molto più competitivo del “classico” BTP 1,45% 5/2025 che sul mercato MOT alle 13.15 di oggi quotava 100,60 e rendeva un 1,33% lordo”. “Ovviamente se le condizioni di mercato rimangono ferme”, specifica il portfolio manager.

Tuttavia, “in più c’è la “call option” sull’inflazione futura per 5 anni che sarà pagata ogni 6 mesi”, prosegue l’esperto.

Analisi: perché investire nel BTP Italia 2020 conviene

Questa l’analisi di Renato Frolvi, in esclusiva per Money.it.

“Innanzitutto bisogna considerare che tra oggi venerdì 15 maggio e la chiusura delle sottoscrizioni del 20 maggio, se i rendimenti di mercato scendessero, il sottoscrittore può comunque sottoscrivere un titolo di stato Inflation Linked sul mercato primario a tassi superiori a quelli scambiati sul mercato secondario dei BTP plain vanilla (cioè quelli non inflation linked).

Non è cosa da poco. In tempi normali, infatti, a parità di condizioni il rendimento cedolare minimo di un nuovo titolo inflation linked esce sul mercato primario su un livello inferiore rispetto al rendimento del titolo “plain vanilla” classico di uguale durata.

Il titolo inflation linked infatti si può permettere di posizionarsi al di sotto della curva dei tassi governativa perché possiede una protezione contro l’inflazione che il BTP classico non possiede. La differenza tra i due rendimenti è chiamata “breakeven inflation” e misura il tasso di inflazione stimato, che rende per un investitore indifferente comprare l’uno o l’altro titolo e tenerselo sino a scadenza.

La breakeven inflation ci dà una inflazione attesa dal mercato in uno scenario futuro di durata pari alla durata del titolo. In questo caso, con cedola all’1,40% minima, il BTP Italia ha un rendimento già di per sé superiore a scadenza al BTP plain vanilla. E quindi possiede addirittura un tasso breakeven negativo (cioè ipotizza deflazione per tutti e 5 gli anni di durata dell’obbligazione, il che può essere vero per i prossimi 12-18 mesi, ma non certamente per tutti e 5 gli anni futuri).

Quindi, dopo la recessione–deflazione del 2020/2021, il titolo inflation linked inizierà a generare un cash flow maggiore del BTP classico. Ma anche nella prima fase di vita del titolo, con inflazione zero o negativa, il BTP Italia, pur avendo generato lo stesso cash flow del BTP classico, è stato comprato a prezzi inferiori rispetto a quest’ultimo. A conti fatti, e stando ai prezzi di oggi pomeriggio, acquistare il nuovo BTP Italia in collocamento è equivalente a detenere il BTP 1,45% 05/2025 con “in regalo” un’opzione gratuita sull’inflazione a 5 anni.

La sovraperformance a 5 anni del BTP Italia rispetto al BTP 05/2025 di mercato secondario è garantita sin da subito, comunque vadano le cose.

Inoltre, il BTP Italia non è un Inflation linked come gli altri. La rivalutazione del capitale infatti è liquidata ad ogni stacco cedola sulla base dell’inflazione semestrale e non può mai essere negativa (in caso di deflazione non viene toccata la cedola o il capitale ma semplicemente non avviene la rivalutazione), mentre i BTPei prevedono la liquidazione in un’unica rata a scadenza del titolo, sulla base dell’inflazione realizzata nell’arco dell’intera vita del titolo, per cui ogni semestre conta, anche quelli negativi.

L’unico rischio è che da oggi 15 maggio e sino al mercoledì 20 maggio i tassi di mercato della curva governativa italiana possano salire, rendendo già «obsoleta» la cedola dell’1,40% sul tratto a 5 anni del nuovo BTP Italia.

Tuttavia, se accadesse una turbolenza del genere, è ipotizzabile che il Ministero del Tesoro, per invogliare comunque la sottoscrizione, possa aumentare il livello della cedola definitiva fino all’1,50%, per esempio, oppure oltre. Questa volta mi sento di consigliare la sottoscrizione del titolo in oggetto. Se non altro per il suo «valore morale», perché servirà a finanziare le spese sanitarie in Italia dopo la catastrofe del coronaVirus. E non è cosa da poco.”

BTP Italia 2020, le osservazioni del MEF

Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano di Confindustria, Davide Iacovoni, responsabile debito pubblico del MEF, ha ricordato come lo scopo del titolo di maggio sarà quello di finanziare il deficit di bilancio determinato dall’emergenza coronavirus, che ha spinto il governo a spendere miliardi e miliardi di euro in più.

In pratica, i soldi che lo Stato racimolerà grazie a quanti decideranno di investire sul BTP Italia 2020 verranno utilizzati per finanziare il Decreto Cura Italia e il Decreto Rilancio. In pratica “tutto l’extradeficit provocato dal COVID-19”.

Al momento, ha continuato Iacovoni, i riscontri sembrano buoni. Le banche hanno già iniziato a contattare quanti avevano in portafoglio il titolo di Stato scaduto il 23 aprile scorso e la reazione degli investitori è risultata “interessante”.

La scadenza, inoltre, non è stata portata oltre i 5 anni (nonostante la possibilità di aumentare il rendimento) per rendere appetibile lo strumento in una fase di elevata incertezza.

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