La BCE non ha modificato i tassi di interesse, ma discusso dell’applicazione del piano di quantitative easing. Sul forex l’euro scende sotto 1,37 dollari, sui minimi a un mese
Ieri la BCE ha confermato i tassi di interesse allo 0,25%, il livello più basso di sempre. La decisione era scontata dal mercato, che si aspettava anche il mantenimento del tasso sui prestiti marginali allo 0,75% e quello sui depositi overnight allo 0%. Insomma nessuna sorpresa dall’Eurotower, che ha tagliato l’ultima volta il costo del denaro nell’eurozona lo scorso novembre, quando l’inflazione era scesa pericolosamente sotto il livello dell’1% e ben lontana dal target di medio termine del 2%. Il trend discendente dei prezzi al consumo è proseguito negli ultimi mesi, ma la BCE ha sempre preferito mantenere una politica monetaria accomodante con tassi bassi ma senza attuare misure non convenzionali.
Tuttavia, ieri Mario Draghi ha finalmente fornito indicazioni più precise sulle future mosse della BCE. Si tratta solo di ipotesi, ma ciò che conta maggiormente è sapere che finalmente il Comitato esecutivo dell’Eurotower ha iniziato a discutere della possibilità di lanciare misure monetarie non convenzionali se la caduta dell’inflazione dovesse proseguire anche nei prossimi mesi. Draghi ha dichiarato che la BCE “non esclude un ulteriore allentamento monetario” per frenare la discesa dell’inflazione, anche mettendo in campo misure non convenzionali come il quantitative easing (QE), ovvero l’acquisto di asset finanziari da parte dell’istituto centrale di Francoforte.
Tuttavia il banchiere italiano ha precisato che il piano di QE sarà attuato solo se sarà certificato un buono stato di salute delle banche europee. A tal proposito ha ricordato che sarà fondamentale la valutazione complessiva dei bilanci bancari (asset quality review) e chiaramente anche gli stress test. Draghi ha affermato che per tornare a crescere nell’eurozona servirà un sistema bancario in salute. Il numero uno della BCE ha poi lanciato una frecciatina al FMI, ricordando all’istituto monetario di Washington guidato da Cristine Lagarde di dare consigli su cosa fare anche alla FED e non solo alla BCE. Non senza un velo di ironia, Draghi ha dichiarato che il FMI è stato molto generoso nel suggerire cosa fare e cosa non fare ma il direttivo della BCE “va in un’altra direzione”.
Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è stato respinto con decisione da area 1,38 e si è diretto velocemente verso l’area di supporto di 1,37. I prezzi hanno violato temporaneamente questa area chiave, scendendo sui minimi a un mese a 1,3698. Tuttavia il breakout di 1,37 non è stato esplosivo e i prezzi hanno messo a punto una fase di consolidamento intraday tra 1,3725 e 1,37. Il cambio potrebbe ancora accelerare al ribasso, in caso di breakout ribassista dei bottom di ieri. Molto dipenderà probabilmente dal dato dei non-farm payrolls americani attesi questo pomeriggio. Se il cambio Eur/Usd si confermerà sotto 1,37, i prezzi dovrebbero approfondire il ribasso con primo target a 1,3640 e secondo obiettivo tecnico posto a 1,3560. Al momento appare difficile la risalita, che si avrebbe solo con una chiusura superiore a 1,38.
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