Azioni: cosa aspettarsi nel 2022?

Roberto Donzelli

8 Gennaio 2022 - 18:00

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Le azioni vengono da una lunga corsa. Siamo arrivati alla fine? Oppure ci sono ancora spazi per nuovi rialzi?

Azioni: cosa aspettarsi nel 2022?

Il mercato azionario ha chiuso un altro anno estremamente positivo. Gran parte degli indici dei Paesi Sviluppati ha chiuso con rialzi tra il 20% e il 30%.

Queste performance non arrivano dopo un grande ribasso o anni particolarmente avari di soddisfazioni. Al contrario, dal 2009 a oggi è stata una corsa quasi senza interruzioni. Il 2020, nonostante il Covid, ha visto i principali indici chiudere positivi, con il Nasdaq sugli scudi. Il 2019 fu addirittura un’annata da oltre il 30% sugli indici USA.

Insomma, il fatto che molti siano preoccupati da questi grandi rialzi non deve stupire troppo. Quanto si potrà correre ancora, considerando anche che le valutazioni sono estremamente elevate?

Effettivamente, ci sono dei rischi notevoli sul mercato. Ma anche degli elementi molto positivi che possono continuare a sostenere le quotazioni.

Mercato azionario, quali sono i rischi maggiori?

Attualmente i grandi rischi per le azioni vengono da due fronti:

  • il primo fronte è quello delle valutazioni, a cui abbiamo già accennato. In America il rapporto P/E dell’indice S&P500 è sopra 30. Un livello che non si vedeva dai tempi della bolla del Nasdaq di fine anni ’90. Con queste valutazioni basta davvero poco per innescare un ribasso anche profondo che riporti i multipli su livelli più consoni.
  • il secondo è di tipo macroeconomico. Non c’è dubbio che questi multipli elevati risiedano principalmente sul fatto che i tassi d’interesse sono bassissimi, in molti casi persino sotto lo zero. Con questi livelli, le obbligazioni non sono sostanzialmente un’alternativa alle azioni, che quindi si trovano a non avere grandi «concorrenti» come forme di impiego alternativo di capitali per gli investitori.

Ora, però, alcuni degli elementi che hanno sostenuto i bassi tassi stanno venendo meno. La Fed inizierà ad alzare i tassi già da quest’anno, mentre fino a qualche mesi fa si pensava di non avere rialzi prima di fine anno o addirittura del 2023. I pacchetti di stimoli monetari invece hanno già iniziato a essere ritirati.

Ma soprattutto è l’inflazione che ha scombinato le carte e i piani. I prezzi sono saliti e sebbene si continui a ripetere che si tratta di una fiammata transitoria, in realtà per ora l’inflazione non sta per nulla rientrando. Con un’ultima rilevazione sopra al 6% in USA, è difficile continuare a mantenere questi tassi.

Rischi, ma anche elementi positivi

A fronte di questi rischi, c’è sicuramente un elemento positivo che può spingere ancora i mercati azionari. Si tratta dei profitti, che nel 2021 hanno visto una crescita superiore a quella delle quotazioni percentuali. Tanto che, nonostante la corsa delle azioni, i multipli oggi sono più bassi di un anno fa.

Se i profitti continueranno a correre, difficilmente vedremo grandi correzioni sull’azionario. Sebbene la crescita del 2021 sia stata sostenuta dalla forte ripresa post-Covid, anche per il 2022 le aspettative sono comunque buone. In fondo, in molti Paesi siamo ancora su livelli di produzione inferiori al periodo pre-Covid.

Mettendo tutto insieme, cosa ci possiamo attendere?

Non c’è dubbio che l’anno non sia partito proprio con il botto. In questa prima settimana di contrattazioni gli indici sono piuttosto deboli. Da qui a pensare a una correzione tipica di un Bear Market ce ne corre, comunque.

È probabile che difficilmente vedremo salite come quelle del 2021. E bisogna essere pronti anche a eventuali inversioni negative. La prudenza sarà d’obbligo.

Detto questo, il mercato azionario potrà continuare ancora a dare soddisfazioni. Sarebbe quindi un errore tirare completamente i remi in barca rifugiandosi su obbligazioni e reddito fisso, i quali per certi versi presentano rischi anche maggiori.

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