Azioni Mps in caduta libera: ma dopo Viola non doveva tornare il sereno?

Antonio Atte

16 Settembre 2016 - 12:59

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Azioni Mps in picchiata a Piazza Affari: mercato pessimista dopo il doppio addio di Viola e Tononi. Come nuovo presidente si pensa a Bini Smaghi o a Saccomanni.

Azioni Mps in caduta libera: ma dopo Viola non doveva tornare il sereno?

Azioni Mps in caduta libera: ma dopo Viola non doveva tornare il sereno? - Mattinata shock per il titolo Mps, che al momento a Piazza Affari cede 5,61 punti percentuali, sprofondando a 0,21 euro per azione dopo aver chiuso la seduta di ieri a -0,54%, segno che il rinnovo dei vertici dell’istituto senese non sta sortendo l’effetto sperato.

L’ultimo cda di Rocca Salmbeni ha nominato come nuovo amministratore delegato Marco Morelli, numero uno in Italia di Bofa Merrill Lynch, banca che fa parte del consorzio di garanzia per l’aumento di capitale. Ma adesso la banca deve far fronte a una nuova defezione. Alle dimissioni di Fabrizio Viola come ad, si sono aggiunte quelle del presidente Massimo Tononi.

Dietro l’addio di Viola - stando ad alcuni retroscena diffusi dalla stampa e non smentiti - ci sarebbero state pressioni di Palazzo Chigi tramite il Ministero dell’Economia. L’ex Ceo (proprio come Tononi) avrebbe espresso più di una perplessità circa il piano di salvataggio messo in piedi dalla Jp Morgan, che adesso ha praticamente carta bianca. Ma le incognite restano.

Azioni Mps: soluzione alla greca per l’aumento?

L’aumento di capitale di Mps da 5 miliardi di euro è destinato a slittare al 2017. Per la ricapitalizzazione - ipotizza il Sole24Ore - si starebbe pensando a una soluzione “alla greca” basata sul collocamento privato e conversione dei bond con quorum, ovvero lo stesso schema utilizzato per il salvataggio dell’istituto ellenico Eurobank.

Prima di procedere all’aumento, il Monte dei Paschi deve liberarsi del fardello dei crediti deteriorati (circa 27 miliardi di sofferenze lorde): passaggio delicato che a giusta ragione può essere considerato come la più grande cartolarizzazione della storia delle banche.

Azioni Mps: il parere degli analisti sul rinnovo dei vertici

Ma cosa pensano gli analisti della rivoluzione ai vertici di Mps? La francese Kepler Cheuvreux (rating hold e prezzo obiettivo a 0,45 euro) ritiene che Morelli abbia

“le competenze per il lavoro e il sostegno del governo italiano (primo azionista di Mps con una quota del 4%), anche se l’aumento di capitale resta un’operazione impegnativa che potrebbe essere ritardata al 2017. Morelli avrà bisogno di tempo per rivedere la situazione e impegnarsi nell’esecuzione del piano”.

La banca d’affari fa inoltre notare che la conversione volontaria in azioni dei bond subordinati in mano agli istituzionali potrebbe ridurre sensibilmente l’entità della ricapitalizzazione.

Banca Imi (rating hold) si aspetta che Morelli riveda il piano industriale,

“la cui presentazione potrebbe essere rimandata, e l’aumento di capitale: non ci aspettiamo modifiche dei principali pilastri del piano (cessione dell’intero stock di crediti deteriorati e azioni sul capitale per 5 miliardi) che sono stati concordati con la Bce, mentre ci attendiamo cambiamenti sugli aspetti tecnici della ricapitalizzazione. Pensiamo che la conversione volontaria dei bond subordinati in azioni sia un modo adeguato per ridurre i fondi necessari richiesti attraverso l’aumento di capitale, migliorando nel complesso la fattibilità dell’operazione di ricapitalizzazione”.

Azioni Mps: caccia al successore di Tononi

Intanto, dopo le dimissioni di Tononi, Mps è alla ricerca di un nuovo presidente. I nomi circolati con più insistenza nelle ultime ore sono quelli dell’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli (ora in Jp Morgan), di Lorenzo Bini Smaghi (ex Bce e presidente di SocGen) e dell’ex ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, il quale continua a lavorare al suo progetto per Mps, basato sull’intervento di alcuni fondi di private equity statunitensi.

Da non escludere l’ipotesi Fabrizio Saccomanni, ex direttore generale della Banca d’Italia ed ex ministro dell’Economia del governo Letta.

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