Il modo di fare marketing sta cambiando in maniera vertiginosa con l’avvento dei social media. Ce lo spiega Claudio Gagliardini, uno dei massimi esperti di comunicazione on line in Italia.
Un sorriso contagioso ed un’energia incredibile. Questo è Claudio Gagliardini. Esperto di Social Media Marketing, Web Copywriting e Digital PR. E ancora: professionista in ambito Search Engine Marketing (SEM) e Search Engine Optimization (SEO).
Ciao Claudio. Come stai? Io ti ho conosciuto la prima volta durante un tuo intervento al Supersummit. Sono stata colpita dal tuo ottimismo. Ma chi è davvero Claudio Gagliardini?
Ciao Michela, grazie per le belle parole. Chi sono davvero? Sono quello che vedi, perché non ho sovrastrutture di alcun genere. Sono un “bambino grande”, curioso per natura e sempre a caccia di cose nuove da esplorare, per me stesso e per i miei clienti. Il mio motto è “ama e fa’ quel che sei”, che ho rubato a Sant’Agostino, rielaborandolo a modo mio. Essere anziché volere e molto, molto prima di avere. Essere = identità = autenticità. Il volere viene dopo, per come la vedo io.
Più che ottimista, io sono entusiasta. Alla fine degli anni ’80 facevo davvero fatica a vedere un futuro, perché non mi entusiasmava nulla di quello che vedevo in giro. Era un mondo che stava lentamente morendo, ma il web gli ha ridato linfa e opportunità. Oggi facciamo cose che solo 20 anni fa non ci saremmo nemmeno sognati e tutto sommato ci sembra normale, perché la rete ci permette di essere in contatto con gli altri e di assorbire questo immane cambiamento “un po’ per ciascuno”, aiutandoci a vicenda a capire meglio quello che ci sfugge.
Non sono particolarmente ottimista, ma siamo sulla rampa di lancio del più grande cambiamento della storia, che ci porterà davvero in un’epoca nuova. Meno di 10 anni e tutto cambierà, ne sono certo.
Ci parli del tuo lavoro di consulente marketing e di com’è nata questa passione per la comunicazione?
La passione per la comunicazione ce l’ho da sempre. L’unica vera supremazia degli uomini sugli animali è proprio e soltanto questa: saper comunicare, cosa che ci permette di “alleggerire il carico” di ciascuno e di trasmetterci competenze, conoscenze e idee. Gli animali restano loro stessi, nei millenni, proprio e soltanto perché non sanno trasmettere tra loro e alle generazioni future le eventuali intuizioni del singolo. Non hanno una storia, il loro unico tempo è il presente. Per il resto ci danno scuola e doposcuola. Fossimo stati come loro, non saremmo mai arrivati sull’orlo del baratro, come invece abbiamo fatto.
Il mio lavoro è entusiasmante, sempre nuovo. Una sfida quotidiana per aiutare aziende e professionisti ad emergere in rete, a comunicare attraverso i nuovi strumenti del web, a promuoversi in modo meno impattante, coinvolgendo i clienti anziché bombardarli. La sfida, oggi, è quella di far comprendere a chi vuole davvero fare dei risultati in rete, che comunicare significa produrre contenuti che sappiano spiegare e insegnare qualcosa alle persone, piuttosto che rimbabirla con inutili e quasi sempre falsissimi slogan.
Io faccio questo, per lavoro: tanta formazione, tanta divulgazione. Poi, insieme alle aziende che si affidano alla mia consulenza, prendo in mano la loro comunicazione e cerco di renderla davvero efficace per la rete, cosa possibile solo se i miei clienti accettano l’idea che oggi occorre cambiare davvero, non limitarsi a creare nuovi tormentoni o nuovi slogan ad effetto.
La ricetta “Claudio Gagliardini” per uscire dalla crisi economica italiana?
Magari ne avessi… il problema è che alla crisi non ci credo nemmeno un po’. Non stiamo vivendo una crisi, ma siamo agli ultimi dieci numeri di un conto alla rovescia che ci traghetterà verso un’epoca totalmente nuova, in cui non ci sarà spazio per i paradigmi che conosciamo e che non funzionano più.
Il vecchio capitalismo è morto e sepolto. Abbiamo davanti ai nostri occhi uno zombie, che si tiene in piedi con speculazioni finanziarie sempre più ardite; la mia idea è che questo avvenga perché ai vertici della finanza internazionale ci sono quasi sempre dei vecchi ottuagenari incarogniti che, oltre a non aver compreso la portata del cambiamento che è in atto, vedono la loro vita agli sgoccioli e si sforzano di sfruttare la situazione fino all’ultimo respiro, che potrebbe essere il loro o quello dell’economia internazionale, ma di questo poco o nulla gli importa.
Come si esce da questa situazione? Guardando dritto avanti, a quelle 12 tecnologie che cambieranno tutto, regalandoci un mondo nuovo. Non necessariamente migliore, sia chiaro. Che possa essere migliore dipende da tutti noi, dalla nostra capacità di cambiare i nostri “processi”, adottando tutte quelle buone pratiche che le nuove tecnologie ci renderanno più semplici.
Secondo te qual è l’importanza dei social network per le aziende e per i professionisti in generale?
I canali sociali hanno un’importanza cruciale, ma bisogna imparare a utilizzarli, prima di aprire pagine e profili in modo compulsivo. Le aziende e i professionisti hanno oggi in mano strumenti meravigliosi e inimmaginabili, fino a pochi anni fa. Strumenti che costano meno di quelli tradizionali e che offrono molto di più.
Un esempio che faccio sempre nei miei corsi, paragona le aziende a dei pescherecci, che oggi possono solcare la rete in modo incredibilmente efficace; perché nel web ogni pesce ha un cartellino appeso alla coda, che una piccola boa spinge in superficie. Su quel cartellino c’è scritto tutto sul pesce che lo porta: taglia, peso, età, specie, gusti alimentari, abitudini, etc.
La profilazione utente che la rete ci offre, infatti, rende oggi possibile pescare in modo incredibilmente selettivo, ma senza reti o esche è comunque difficile tirar su qualcosa. Ecco, i social network e il web 2.0 è il mare con i pesci dotati di cartellini, ma se non si impara a navigarlo nemmeno quel paradiso ci darà frutti e risultati.
Le esche? Quelle sono i contenuti, ovviamente, che bisogna imparare a declinare in funzione del canale, del target e del momento. Facile, no?
Cosa pensi del fenomeno “startup”? Sono la chiave di volta per un reale cambiamento?
Bisogna imparare a capire che non basta un bel termine per cambiare il mondo. Startup è una bella parola, ma davvero non dice nulla e non garantisce alcun cambiamento, se a monte non c’è la consapevolezza che occorre cambiare radicalmente mentalità e modus operandi, prima ancora di pensare ad un progetto in startup.
Il vero startup è nel cervello degli imprenditori, che devono assolutamente cambiare paradigmi e guardare avanti, a un mondo e un modello nuovo, che saranno loro stessi ad imporre, come prima di loro hanno saputo fare, con conseguenze drammatiche, i pionieri dell’industria della prima e della seconda rivoluzione industriale.
Se volessimo curiosare nel tuo mondo social e web? Ci dai qualche riferimento?
Eccomi, io sono qui:
Claudio Gagliardini
Per chi ha capito come sta girando il web, il profilo (o la pagina aziendale) di Google Plus è l’unico vero passaporto digitale, da tenere sempre in ordine e da valorizzare quanto più possibile. La mia azienda è: Seidigitale Web Agency
Grazie per l’intervista, a presto.
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