Spending Review e austerità sono le cause che hanno portato negli ultimi tempi al licenziamento di 24mila dipendenti del ramo pubblico, una scelta giustificata dalle necessità del momento.
Nella giornata di oggi sulla Gazzetta Ufficiale, in completa antitesi con l’indirizzo austero del governo, compare un nuovo bando di concorso con 30 posti disponibili per un immediato “accesso alla qualifica iniziale della carriera prefettizia”, un ramo della pubblica amministrazione tra i più retribuiti.
Spesa eccessiva e incongruenze interne alla Prefettura
Il corpo prefettizio rappresenta una spesa ragguardevole per le casse dello stato e il nuovo bando emanato rappresenta un controsenso, viste tutte le riforme di austerity sin ora perseguite, nonché una beffa per coloro che si sono visti togliere il lavoro a causa dei tagli.
Tuttavia, in dieci anni il “corpo prefettizio” è calato di sole 198 unità e oggi conta ancora 1.400 dirigenti, con il rapporto tra dirigenti e dipendenti di 1 a 6, che è tre volte superiore al resto della pubblica amministrazione.
La spesa reale per lo stato mostrata dalle retribuzioni
I prefetti hanno stipendi generosi che vanno dai 57mila euro del vice prefetto aggiunto ai 151mila del Prefetto, capo di Gabinetto del Ministro, capo dipartimento, per i quali lo Stato spende ogni anno 120 milioni di euro.
Rimandati i tagli sulla categoria
La Spending review per tutti i dipendenti pubblici è stata eccezionalmente sospesa in attesa del riordino delle Province che avverrà solo dopo il 30 aprile 2013. A Roma sono già in corso grandi manovre per non far saltare le prefetture orfane, ma per sostituirle con “presidi territoriali”. Al Viminale, in questi giorni, i prefetti cominciano le prime proteste, mentre il presidente del sindacato Claudio Palomba avverte del rischio di “sguarnire il territorio e lasciare intonsa la struttura centrale, dove c’è tanto da tagliare”.
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