Asia e UE: Obama scuote i mercati

Claudia Angelini

08/11/2012

Asia e UE: Obama scuote i mercati

Giornata nera per i mercati finanziari che chiudono in forte ribasso e per Barack Obama che al secondo giorno del suo nuovo mandato rientra a Washington per prepararsi alla sfida più dura: evitare il fiscal cliff puntando alla crescita poichè è da questo che dipendono le economie mondiali della UE e dell’Asia, in particolare di Cina e Giappone.

Contrariamente a quanti avessero sperato in una nuova stabilità dei mercati in seguito alla rielezione di Obama, oggi Wall Street ha chiuso in forte calo, con il Dow Jons che ha perso il 2,36 % a 12.933,20 punti e il Nasdaq che cede il 2,48% a 1.349,59 punti.

Ciò darebbe credito alle teorie di coloro, tra cui i Repubblicani, pensano che i mercati avrebbero cominciato a rendersi conto che le politiche di Obama potrebbero effettivamente mettere un freno alla crescita, come quando egli propose imposte maggiori per le multinazionali e per i contribuenti a reddito elevato, così come tassi d’imposta più alti su plusvalenze e dividendi.

USA: rischio recessione

Emergono, quindi, serie preoccupazioni sulla questione del fiscal cliff, il problema più tedioso che Obama si troverà ad affrontare all’inizio del suo secondo mandato.

In una nota l’agenzia di rating Fitch sottolinea l’urgenza di agire in fretta per evitare il "precipizio fiscale" che inevitabilmente provocherebbe nel 2013 il downgrade del Paese dal rating massimo di Tripla A. Sul piano pratico significa che il deficit del paese, il 10% del Pil, deve essere ridotto di 600 miliardi di dollari, un risanamento realizzabile solo attraverso consistenti tagli allo Stato sociale e, ancora una volta, tassando maggiormente gli alti redditi.

I timori per una recessione degli USA si fanno sentire anche sul fronte dell’indice Nikkei della Borsa di Tokio che ha concluso la seduta con un calo dell’1,51% a 8.837,15 punti, a cui si e’ aggiunto un movimento al ribasso su dollaro e euro nei confronti dello yen. Il piu’ ampio indice Topx ha ceduto l’1,39% a 735,35 punti.

Zona euro e mercati asiatici: aspettative sulla ripresa USA

La situazione non migliora nell’eurozona aggravata dalle forti proteste contro il voto in Parlamento sull’approvazione del pacchetto austerity e dalla revisione tendente al ribasso delle stime di crescita annunciate ieri dalla Commissione europea.

Tuttavia, come afferma l’analista strategico Alessando Politi intervistato da Firstonline, il problema più grosso che hanno gli USA in questo momento è il debito con la Cina, dove il clamore delle elezioni americane hanno in un certo senso suscitato importanti riflessioni all’indomani dell’apertura del XVIII Congresso del Partito Comunista a Pechino, come dimostrano alcuni post, arrivati all’attenzione del progetto cinese sui media condotto dall’università di Hong Kong: "Allora quand’è che anche noi, nel nostro grande Paese potremo scegliere i nostri leader? "

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