Prima conosci, poi scegli. Così l’Antitrust cerca di agevolare gli automobilisti italiani proponendo al governo di stilare una banca dati concernente tutti i prezzi dei carburanti praticati dagli impianti.
Uno stimolo alla concorrenza
La proposta è stata firmata dal presidente Giovanni Pitruzzella ed è stata inviata al premier Mario Monti e al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera: l’idea è praticabile e priva di ulteriori esborsi a carico della finanza pubblica, seguendo ciò che si è già fatto negli Stati Uniti. Una lista di tale tipologia, secondo l’Antitrust, "rappresenterebbe un forte stimolo concorrenziale nel settore della distribuzione carburante. La reale percezione, da parte degli automobilisti, delle diversificazioni dei prezzi sul territorio, costituisce infatti uno dei pochi elementi in grado di ridurre il potere di mercato delle imprese esistenti".
Un vero e proprio incentivo alla trasparenza, secondo l’Antitrust: "I benefici, in termini di riduzione delle asimmetrie informative e dei costi di ricerca, derivanti da una grande banca dati istituzionale, che consenta di facilitare la percezione presso il consumatore finale dell’esistenza di una vasta gamma di prezzi diversi all’interno del proprio mercato di riferimento, sono maggiori degli eventuali costi, in termini di incentivi alla collusione da parte dei singoli gestori degli impianti che potrebbero discendere dalla maggiore trasparenza in tal modo creata".
Una banca dati a favore della trasparenza
La proposta mandata all’esame, dunque, contribuirebbe ulteriormente a dare maggiore possibilità di scelta all’automobilista, oltre che a stimolare la concorrenza e la competitività del mercato, e a incentivare quella politica di trasparenza prevista ma mai messa totalmente in atto, come si aspetta l’Antitrust, sperando in una realizzazione a breve termine "di quanto previsto, oramai nel 2009, in materia di trasparenza dei prezzi praticati alla pompa a livello di singolo impianto". Infine, come sottolinea l’Autorità, sarebbe "possibile realizzare la banca dati senza costi aggiunti a carico della finanza pubblica", basandosi anche sui "modelli sperimentati in altri Paesi, in particolare negli Stati Uniti", i quali "forniscono elementi utili per ipotizzare sinergie tra pubblica amministrazione e imprese private che già svolgono con successo in Italia questo servizio, anche se basandosi solamente sulle segnalazioni fornite in maniera discontinua e volontaria da parte degli automobilisti".
Per l’Autorità garante della concorrenza: “Anche i rischi di un incentivo alla collusione dei singoli gestori degli impianti, rappresentati dalla facilità di controllare il prezzo applicato dal concorrente, sarebbero superati dai benefici legati a una maggiore capacità di scelta dei consumatori, come confermato dalle esperienze di altri Paesi”.
L’autorità ritiene “possibile realizzare la banca dati senza costi aggiuntivi a carico della finanza pubblica: i modelli sperimentati in altri Paesi, e in particolare negli Usa, forniscono elementi utili per ipotizzare sinergie tra pubblica amministrazione ed imprese private che già svolgono con successo in Italia questo servizio, anche se basandosi solo sulle segnalazioni fornite in maniera discontinua e volontaria da parte degli automobilisti”.
L’istituzione della banca dati dovrà comunque essere accompagnata “da misure di verifica della attendibilità dei dati che i gestori degli impianti sono obbligati a comunicare, eventualmente anche attraverso l’utilizzo di informazioni che provengono direttamente dai consumatori”.
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