Marchi d’impresa, detassazione sul reddito: vale il Patent Box

Federico Migliorini

27 Gennaio 2015 - 16:20

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La Legge di stabilità per il 2015 ha introdotto un regime opzionale di tassazione agevolata dei redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti. Il Decreto sull’investment compact estende tale agevolazione anche ai marchi d’impresa.

Marchi d’impresa, detassazione sul reddito: vale il Patent Box

Il nuovo decreto legge sul sostegno degli investimenti per le imprese, il cosiddetto investment compact estende a tutti i marchi le agevolazioni fiscali per i redditi derivanti dallo sfruttamento commerciale dei beni immateriali, che sono entrate in vigore con la Legge di Stabilità 2015.

L’articolo 1, commi dal 37 al 45, della Legge n. 190/2014 (pubblicata in G.U. il 29 dicembre 2014), ha introdotto il c.d. “ patent box ”, ovvero una detassazione parziale di tutti i redditi provenienti dallo sfruttamento commerciale dei brevetti d’impresa.

Adesso, con l’approvazione da parte del Governo del decreto sul sostegno degli investimenti, tale agevolazione è stata estesa anche ai marchi commerciali.

Anche questi beni immateriali a partire dal 2015 potranno godere di una detassazione parziale, fino al 50%, percentuale ridotta al 30% per il 2015 e al 40% per il 2016, dei redditi derivanti dal loro utilizzo, diretto e indiretto da parte dell’impresa.
Potranno godere dell’agevolazione, quindi, tutti i marchi, anche quelli puramente commerciali, ma anche opere dell’ingegno e know how.

Requisiti di accesso
Modificati anche i requisiti di accesso all’agevolazione, che diventano meno stringenti.
Infatti, l’agevolazione è condizionata allo svolgimento, da parte delle imprese beneficiarie, di attività di ricerca e sviluppo sui beni immateriali, realizzata internamente oppure attraverso convenzioni con Università ed altri enti assimilati.

Il decreto approvato dal Governo estende la rilevanza dell’attività di ricerca a quella eseguita mediante contratti con società esterne, purché si tratti di società non facenti parte del medesimo gruppo dell’impresa titolare del bene immateriale oggetto di agevolazione.

Come si calcola la quota di detassazione?
Altro intervento modificativo dell’attuale normativa, volto ad ampliare la fruibilità dell’agevolazione, è quello che riguarda le modalità di calcolo del rapporto in base al quale si determina al quota di detassazione applicabile.

La normativa prevede che il reddito effettivamente tassabile sia determinato in base al rapporto tra le spese di ricerca sostenute per la manutenzione e lo sviluppo del bene, rispetto ai costi sostenuti per produrlo.
Adesso, invece, questo calcolo viene rivisto prevedendo che il numeratore del rapporto, rappresentato dalle spese di ricerca e sviluppo possa essere incrementato delle spese sostenute per l’acquisto e la ricerca sui beni sostenute presso società dello stesso gruppo, ma entro il limite del 30% del numeratore stesso.

Un’ultima innovazione introdotta dal decreto riguarda la procedura di ruling richiesta per determinare i redditi agevolati nel caso in cui essi derivino dalla concessione in uso dei beni immateriali ad altre società del gruppo.
Questa procedura, prevista come obbligatoria dalla legge di stabilità, diventa ora facoltativa.

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