Amnesty International lancia un’app per attivisti e giornalisti in stato d’emergenza

Virginia Dara

2 Luglio 2014 - 11:56

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Un “Panic Button” su cui fare tap in caso di emergenza e che invia un messaggio ai propri contatti: così Amnesty International pensa a giornalisti, attivisti e volontari

Amnesty International lancia un’app per attivisti e giornalisti in stato d’emergenza

Un “Panic Button” che, se schiacciato, comunica immediatamente la propria posizione: così l’app rilasciata da Amnesty International promette di essere un valido aiuto per volontari, giornalisti e attivisti in missione. Attualmente disponibile per Android e in quattro lingue –ma, stando alle dichiarazioni dei responsabili del progetto, potrebbero esserne presto implementate sedici versioni in altrettante lingue diverse- il funzionamento dell’applicazione si basa su geolocalizzazione: una volta attivata, individua la posizione esatta dello smartphone e invia un messaggio preimpostato a tre contatti d’emergenza preventivamente selezionati

Obiettivo? Aumentare la sicurezza di chi è costretto ad operare in aree pericolose o in situazioni di conflitto, dove rapimenti, sequestri e torture sono all’ordine del giorno e difendersi può non essere facile. In simili frangenti, come ha sottolineato Tania O’ Carroll, responsabile della sezione tecnologia e diritti umani di Amnesty, “le prime ore dopo l’arresto sono cruciali perché una rete possa attivarsi per il rilascio degli ostaggi, che sia sommergendo la centrale di polizia di chiamate, mobilizzando avvocati o organizzazioni come Amnesty perché la campagna di pressione si faccia internazionale”: da qui l’esigenza che l’allarme sia tempestivo. Ma la ONG rimane comunque cauta, sottolineando il rischio che possibili bug nel funzionamento del “Panic Button” finiscano per rivelare a governi, gruppi di ribelli e rivoluzionari informazioni preziose per mappare gli attivisti, incrementando la loro stessa condizione di rischio. 

 

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