L’equazione è semplice, per alcuni inevitabile: abolizione Imu = aumento addizionale Irpef.
Dopo i festeggiamenti per l’abolizione della tassa sulla prima casa arrivano i problemi veri e cioè che le casse dei comuni italiani sono in sofferenza e gli enti locali si adoperano come possono per rimpinguarle.
Uno dei metodi più adottati in questo senso è l’aumento delle tasse locali, sulle cui aliquote fisse il Comune può decidere di aggiungere l’addizionale che varia da Comune a Comune a discrezione dell’amministrazione.
Ai sindaci, sottratto il gettito proveniente dall’Imu e in attesa dalla compensazione promessa, dell’integrazione dei fondi di solidarietà non resta che correre ai ripari come possono: aumentando l’addizionale Irpef.
Comuni: le casse piangono
I bilanci comunali non navigano in acque tranquille, a sottolinearlo anche il Presidente dell’Anci, l’associazione nazionale comuni italiani che ha sollecitato il governo per la creazione del tavolo negoziale per lo scioglimento degli ultimi nodi prima della chiusura dei bilanci. Questi dovrebbero essere definiti entro il 30 novembre prossimo, ma sono molti i Comuni italiani che hanno già stabilito le aliquote addizionali da applicare il prossimo anno.
Presidente dall’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino ritiene opportuno "ricordare l’impegno assunto dal governo in ordine al ristoro delle risorse mancanti dal gettito Imu 2012".
Al tavolo delle trattative dovrebbe sedere l’associazione che rappresenta i sindaci italiani e i membri del governo chiamati a rispondere su alcune questioni: l’integrazione del fondo di solidarietà comunale, l’erogazione della compensazione della prima rata Imu, le garanzie per l’integrale copertura della seconda rata, il profilo della nuova service tax.
Addizionale Irpef
Sono 1.989 su un totale di 8.096 i Comuni italiani che hanno deciso di adottare l’addizionale Irpef per compensare il mancato gettito Imu. Tra questi 267 adotteranno l’aliquota massima, pari allo 0,8% senza prevedere alcuna esenzione o aliquote scaglionate a seconda del reddito. Altri 164 Comuni invece, hanno deciso di applicare l’aliquota massimo dello 0,8%, ma prevedendo anche di riconoscere delle esenzioni a seconda del reddito.
Di seguito una tabella che riassume la aliquote già decise dai Comuni italiani:
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