Accordo Shell-BG Group: quali le prossime dinamiche e acquisizioni nel settore energetico?

Renato Frolvi

09/04/2015

Continua la positività sulle azioni legate al petrolio, con l’accordo Shell-BG Group che inaugura la grande stagione delle fusioni e acquisizioni in campo petrolifero. Quali saranno i prossimi predatori e prede del mercato?

Accordo Shell-BG Group: quali le prossime dinamiche e acquisizioni nel settore energetico?

Nell’articolo Azionario: 8 titoli legati al petrolio da seguire nel corso del 2015 ho spiegato cosa penso del settore energetico e delle sue prospettive da qui alla fine dell’anno.

Da allora ad oggi, per alcuni titoli lo scenario si è evoluto come mi aspettavo (Saipem + 40%, Petrofac +50%, Technip +14%), per altri siamo sui prezzi della data di pubblicazione dell’articolo (Slumberger, Halliburton, Seadrill).

Oltre alle considerazioni sul trend del petrolio da qui alla fine dell’anno, ora c’è un altro fattore che mi spinge ad essere positivo sulle azioni legate al petrolio.

L’acquisto da parte di Royal Dutch Shell del gruppo BG per quasi 70 miliardi di dollari inaugura, a mio modesto parere, la grande stagione delle fusioni e acquisizioni in campo petrolifero.

Questa bella operazione ne è solo l’inizio. Il crollo del prezzo del petrolio sta creando non pochi problemi di costi di produzione ad aziende dedite alla trivellazione e alla raffinazione di medio-piccole dimensioni.

L’annuncio dell’accordo tra Shell e British Gas di mercoledì scorso ha una sua “ratio” molto ben delineata: il “buy-out” permetterà infatti alla Shell di aumentare nei prossimi mesi le riserve di gas e petrolio di circa il 25% e la sua produzione di circa il 20% rispetto ai volumi di fine 2014.

Per ora è la più grande operazione nel settore petrolifero sin dal dicembre 1998, quando Exxon acquistò la Mobil per 80 miliardi di dollari.

Poi fu la volta di Chevron che comprò Texaco per 36 miliardi di dollari nel 2000.

Penso che i predatori continueranno ad essere proprio Exxon-Mobil (XOM) e Chevron (CVX), che capitalizzano rispettivamente 350 miliardi di dollari e 200 miliardi di dollari.

Perché proprio loro saranno i prossimi protagonisti di nuove acquisizioni nel settore petrolifero?

1) Hanno riserve di cassa (free cash flow) ingenti: 4.7 miliardi di dollari la Exxon e quasi 13 miliardi di dollari la Chevron.

2) Hanno pochi debiti (il rapporto debito/attivi è del 8% per la Exxon e del 10% per la Chevron) e quindi possono agevolmente finanziarsi mantenendo la cassa attuale, senza innalzare troppo il leverage in bilancio.

Ma debbono agire ora, prima che la Fed inizi ad alzare i tassi.
I prezzi di borsa delle aziende di questo settore sono crollati in alcuni casi anche del 50% - 60%, a partire dalla primavera del 2014: occasioni così ghiotte, dal punto di vista industriale, capitano raramente.

Quali saranno le prede di nuove acquisizioni nel settore petrolifero?
Leggendo quà e là nei forum di finanza degli Stati Uniti vedo un consensus di opinioni su varie aziende di medie dimensioni che non mi dispiacciono affatto, sopratutto dal punto di vista grafico.

Ne citerò alcune.

HESS CORP ( HES) che capitalizza 20 mld di dollari e ha un P/E di 20x.
MARATHON OIL (MRO) che capitalizza 19 mld di dollari e ha un P/E di 15x.

Ma anche la ANADARKO PETROLEUM (APC) a capitalizzazione ancora più grande, 44mld di dollari e con un P/E di 23x, la PIONEER NATURAL RESOURCES (PXD) con capitalizzazione 26mld di dollari e la WHITING PETROLEUM (WLL), la più piccola del gruppo perché capitalizza “solo” 8mld di dollari ma ha P/E di 8x ed è ben gestita.

A questo elenco, mutuato dai “bloggers” americani, ne aggiungo due individuate da me e che seguo da vicino da molto tempo.

Si tratta di Saipem (SPM) sulla borsa italiana e di Tullow Oil (TLW) sulla borsa londinese. La prima perché sappiamo che da tempo ENI avrebbe intenzione di cederne un pacchetto consistente sul mercato, ma sta solo aspettando che il prezzo del petrolio salga ulteriormente.

La Tullow Oil invece, che è un produttore inglese, capitalizza 2.8mld di sterline, ma ha avuto difficoltà negli ultimi 2 anni, ha chiuso il 2014 in perdita e le previsioni per il 2015 non sono migliori, a causa anche di un aumento dei debiti. Si trova quindi in una situazione di debolezza nel caso di un OPA ostile.

D’altronde l’ effetto "contagio" che hanno subito questi due titoli dopo l’annuncio dell’accordo Shell-BG starebbe ad indicare che anche il mercato ha una percezione simile a questa.

Inserire questi titoli nel proprio portafoglio implica necessariamente un acquisto “a basse dosi”, per un opportuno principio di diversificazione, e anche perché sul settore petrolifero, per il momento, bisogna avere molta pazienza, lungimiranza e visione di lungo periodo.

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