Targhe estere in Italia: le nuove regole nel 2022

Marco Lasala

29 Marzo 2022 - 10:18

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A partire dal 1 febbraio 2022 è cambiata la regolamentazione delle targhe estere in Italia: nuovi termini per la reimmatricolazione e minori vantaggi fiscali.

Targhe estere in Italia un fenomeno crescente cui il legislatore ha deciso di porre un limite, apportando diverse modifiche al Codice della Strada. Lo scorso novembre è stato approvata la legge n.238/21 che ha apportato una serie di modifiche alla circolazione in Italia di autovetture con targa straniera.

A partire dal 1 febbraio 2022 chi risiede in Italia ed è proprietario di un’autovettura con targa estera può circolare sul territorio nazionale per tre mesi (prima erano 60 giorni). Alla scadenza il veicolo dovrà essere immatricolato in Italia o trasportato all’estero.

La regolamentazione cambia nel caso di un residente in Italia che utilizzi un veicolo non di sua proprietà e con targa straniera, in questo caso se fino al 1 febbraio le limitazioni erano pressoché inesistenti, la situazione dopo il nuovo decreto legge cambia radicalmente.

Targhe estere in Italia: entra in vigore il Reve

A partire dal 21 marzo il codice della strada introduce il Reve, il registro dei veicoli esteri.

Gli stranieri che circolano in Italia e sono in attesa di ricevere la cittadinanza hanno tre mesi di tempo per immatricolare nuovamente il veicolo, mentre nel caso non venga richiesta la cittadinanza, possono circolare per un anno.

Chi non si adeguerà alla nuova normativa sarà soggetto a multe salate, dai 250 euro per chi è sprovvisto di documenti fino ai 1.600 euro nel caso si circoli con un veicolo non immatricolato nei tempi stabiliti dalla legge.

Chi non ha effettuato la registrazione al Reve rischia una multa fino a 3.558 euro.

Per registrare un veicolo al Reve è possibile rivolgersi al PRA o allo STA (acronimo di Sportello Telematico dell’Automobilista), i soggetti che devono effettuare la registrazione sono:

  • i cittadini italiani o stranieri che risiedono in Italia e hanno un’auto intestata a un soggetto che risiede all’estero e la utilizzano per un periodo superiore ai 30 giorni, anche non continuativi, devono comprovare attraverso un documento con data certa, l’utilizzo della stessa e la durata. L’obbligo è a carico dell’utilizzatore del veicolo;
  • le vetture immatricolate all’estero che sono di proprietà di lavoratori subordinati che svolgono un’attività presso un’azienda con sede in uno stato estero confinante con l’Italia o i lavoratori autonomi che hanno la sede della propria attività presso uno stato confinante. La registrazione deve essere effettuata entro 60 giorni dall’acquisto della vettura, obbligo a carico dell’intestatario del mezzo.

Chi non deve provvedere all’iscrizione al REVE:

  • personale civile e militare che presta servizio all’estero;
  • personale delle Forze Armate o Polizia in servizio all’estero presso basi militari od organismi internazionali;
  • i conducenti di veicoli immatricolati nella Repubblica di San Marino;
  • chi ha un rapporto di lavoro subordinato o continuativo presso un’azienda residente a San Marino.

Cosa cambia con l’introduzione della nuova normativa sulle targhe straniere in Italia?

In passato nel nostro paese circolavano vere e proprie auto fantasma, invisibili, non iscritte al PRA e dunque sprovviste di assicurazione, non soggette a bollo, con un danno per lo Stato considerevole. In caso di multe, i Comuni non potevano provvedere alla riscossione in quanto si trattava di auto che risultavano non immatricolate in Italia.

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