Lo scenario (nero) se il prezzo del petrolio scende sotto i 60 dollari, secondo il Qatar

Donato De Angelis

22 Maggio 2025 - 16:13

Il ministro dell’energia del Qatar ha sottolineato che se i prezzi scendono, “ciò colpisce l’intero settore, che si tratti di petrolchimica, petrolio, gas o fertilizzanti. Colpisce tutto”.

Lo scenario (nero) se il prezzo del petrolio scende sotto i 60 dollari, secondo il Qatar

Il presidente della compagnia petrolifera statale QatarEnergy e attuale ministro dell’energia, Saad Sherida Al Kaabi, ha affermato che se il prezzo del petrolio greggio scenderà sotto i 60 dollari, “ci sarà sicuramente un calo degli investimenti e non verrà soddisfatto tutto il fabbisogno energetico mondiale”.

Lo ha dichiarato durante un suo intervento al Qatar Economic Forum, iniziato martedì a Doha e che terminerà giovedì, in occasione di una conferenza intitolata “Approvvigionamento energetico e sicurezza globali”.

Riguardo al calo dei prezzi del petrolio, “in generale, tutte le compagnie petrolifere stanno analizzando i loro ricavi e le spese in conto capitale per i prossimi anni. Ci sono due modi per investire più capitale: del capitale per sostenere la produzione attuale, che diventa più costosa nel tempo, inclusa la perforazione di pozzi aggiuntivi. Pertanto, sono necessari ricavi ingenti”, ha affermato.

A ciò si aggiunge “la spesa in conto capitale aggiuntiva per espandere e mantenere le riserve, che in genere richiede, a mio parere, [che il prezzo del petrolio al barile sia, ndr] tra i 70 e gli 80 dollari per mantenere la produzione attuale e incrementarla”.

Nello stesso contesto, Sherida Al Kaabi ha fatto riferimento agli Stati Uniti, il cui presidente, Donald Trump, la scorsa settimana ha completato un tour in Medio Oriente per firmare accordi multimiliardari, principalmente nei settori dell’energia, della difesa e dell’aviazione.

[Gli USA, ndr] hanno l’ambizione di aumentare la loro capacità energetica di altri 100 gigawatt. Gli serve per l’intelligenza artificiale e altri settori, e vogliono riportare negli Stati Uniti tutto ciò che necessita di energia. Se non ci saranno investimenti aggiuntivi per mantenere quell’energia, sia dal gas che da altre fonti, questa ambizione sarà compromessa”, ha affermato.

Commentando il prezzo del petrolio greggio, il ministro ha spiegato che “alcuni dei nostri prodotti - sapete, produciamo petrolio, produciamo gas condensato e alcuni dei nostri gas sono legati al petrolio greggio. Ma, naturalmente, se scende (il prezzo, ndr), colpisce l’intero settore, che si tratti di petrolchimica, petrolio, gas o fertilizzanti. Colpisce tutto”.

Al momento i futures sul petrolio Brent con consegna a luglio è in calo a 63,85 dollari al barile, mentre il greggio statunitense WTI viaggia in discesa sui 60,50 dollari al barile.

Il Brent ha iniziato la settimana in modo stabile, seppur con lievi guadagni, dopo che l’Iran ha espresso dubbi sulla sua partecipazione al prossimo round di negoziati con gli Stati Uniti sul suo programma nucleare, iniziato il 12 aprile, a causa del suo disaccordo sui limiti imposti da entrambi i Paesi.

Questa presa di distanza allontana la possibilità di un allentamento delle sanzioni imposte da Washington all’industria petrolifera iraniana e, di conseguenza, di un aumento dei volumi delle esportazioni.

La pressione sui prezzi del petrolio greggio è arrivata invece dal declassamento del rating degli Stati Uniti da parte di Moody’s, divulgato lo scorso venerdì, che ha fatto salire alle stelle i rendimenti dei titoli del Tesoro USA e ha fatto sì che Wall Street aprisse la settimana in territorio negativo.

Gli investitori sulle materie prime continuano anche a tener d’occhio la situazione geopolitica, in particolare la possibile fine della guerra in Ucraina, che potrebbe portare alla revoca delle sanzioni imposte a Mosca dalla comunità internazionale e al ripristino delle forniture di petrolio greggio da parte di uno dei maggiori produttori al mondo, fattore che potrebbe spingere fortemente al ribasso il prezzo del petrolio per barile.

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