Scoperto il più grande giacimento di rame, oro e argento al mondo

Luna Luciano

8 Maggio 2025 - 21:45

Una scoperta senza precedenti in Argentina promette di rivoluzionare l’industria mineraria globale e rilanciare l’economia del Paese sudamericano.

Scoperto il più grande giacimento di rame, oro e argento al mondo

È stata scoperta una delle più grandi riserve di rame, argento e oro al mondo.

Nel cuore della provincia di San Juan, in Argentina, due colossi del settore minerario – la multinazionale australiana BHP e la svedese-canadese Lundin Mining – hanno annunciato la scoperta del più grande giacimento di rame degli ultimi 30 anni.

Si tratta di una riserva di dimensioni straordinarie, che secondo le prime stime potrebbe contenere circa 13 milioni di tonnellate di rame, 907 tonnellate d’oro e ben 18.682 kg d’argento. La scoperta è stata realizzata nell’ambito dei progetti Filo del Sol e Josemaría, coordinati dal consorzio minerario Vicuña.

Oltre all’enorme valore minerario, questa scoperta potrebbe cambiare drasticamente le prospettive economiche dell’Argentina, un Paese in cerca di crescita e stabilità finanziaria. Con il rame che sta diventando sempre più centrale per le transizioni energetiche e le tecnologie verdi, la posizione geostrategica dell’Argentina potrebbe rafforzarsi. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Il più grande giacimento di rame, oro e argento: la nuova scoperta

La scoperta annunciata da BHP e Lundin Mining segna una svolta epocale per il settore minerario globale. Situato lungo la catena montuosa delle Ande, nella regione di San Juan, il nuovo giacimento fa parte di una zona mineraria condivisa con il Cile, Paese che nel 2023 ha esportato circa 50 miliardi di dollari in rame. Le stime diffuse dal quotidiano argentino Clarín collocano il valore potenziale di questa nuova risorsa alla pari dell’intera agroindustria argentina, evidenziando il peso economico e strategico della scoperta.

Il consorzio Vicuña, che integra i progetti Filo del Sol e Josemaría, è responsabile della scoperta e dello sviluppo del sito. Secondo Jack Lundin, CEO di Lundin Mining, “Filo del Sol è stata una delle scoperte più significative degli ultimi 30 anni”, e il potenziale dell’intera area è tale da candidarla a diventare una delle più grandi miniere polimetalliche del pianeta. La composizione del giacimento è straordinariamente ricca: i 13 milioni di tonnellate di rame si accompagnano a risorse d’oro e d’argento che, da sole, posizionerebbero il sito tra le principali miniere mondiali anche per questi due metalli preziosi.

Il rame è al centro di un rinnovato interesse globale, alimentato dalla domanda crescente di tecnologie sostenibili, infrastrutture elettriche e mobilità elettrica. Inoltre, oro e argento mantengono un ruolo cruciale nei mercati finanziari e industriali, offrendo un mix di utilità strategica e valore di rifugio. Proprio per questo, la scoperta a San Juan non è solo una buona notizia per l’industria mineraria, ma rappresenta una potenziale leva di trasformazione globale per l’approvvigionamento di risorse fondamentali.

Quale sarà l’impatto economico della nuova scoperta in Argentina

L’Argentina, già ricca di risorse naturali e storicamente forte nel settore agricolo e agroindustriale, potrebbe trovarsi alle porte di una nuova “età del rame”. La scoperta del giacimento a San Juan promette di rilanciare il settore minerario nazionale, già considerato uno dei motori principali delle esportazioni. Secondo le previsioni degli analisti, questa scoperta consentirà al Paese sudamericano di entrare nella top 10 dei produttori mondiali di rame entro il 2028, con un picco di produzione previsto in quello stesso anno.

L’impatto economico potrebbe essere notevole. Innanzitutto in termini di entrate fiscali: con l’aumento delle esportazioni di rame, oro e argento, il governo argentino potrà contare su nuove entrate in dollari, fondamentali per ridurre il deficit commerciale e rafforzare le riserve della Banca Centrale. In secondo luogo, il boom minerario potrebbe attrarre nuovi investimenti esteri, creare migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, stimolare l’innovazione tecnologica nel settore estrattivo e contribuire allo sviluppo delle infrastrutture locali.

Anche il confronto con il vicino Cile è significativo: sebbene quest’ultimo mantenga una posizione di leadership globale nella produzione di rame, la nuova scoperta argentina potrebbe riequilibrare i rapporti nella regione, aprendo a forme di cooperazione e competitività economica. La vera sfida sarà coniugare crescita economica e responsabilità sociale, garantendo che i benefici derivanti dalla nuova corsa ai metalli si traducano in progresso duraturo per l’intero Paese.

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