Confermato, ecco il più grande giacimento di oro, argento e rame degli ultimi anni

Luna Luciano

14 Giugno 2025 - 15:46

È stata confermata la scoperta del più grande giacimento di oro, argento e rame in Argentina: ecco come potrebbe cambiare le sorti del Paese sudamericano

Confermato, ecco il più grande giacimento di oro, argento e rame degli ultimi anni

È stata confermata la scoperta una delle più grandi riserve di oro, argento e rame al mondo

Nel cuore della provincia di San Juan, in Argentina, due giganti dell’industria mineraria – l’australiana BHP e la svedese-canadese Lundin Mining – hanno reso nota la scoperta del più importante giacimento di rame degli ultimi tre decenni.

Questa riserva si distingue per le sue dimensioni eccezionali: le stime iniziali indicano la presenza di circa 13 milioni di tonnellate di rame, 907 tonnellate d’oro e 18.682 kg d’argento. Il ritrovamento è avvenuto nell’ambito dei progetti Filo del Sol e Josemaría, gestiti dal consorzio minerario Vicuña.

Oltre al valore minerario, la scoperta rappresenta un punto di svolta per l’economia argentina, offrendo nuove opportunità a un Paese in cerca di rilancio e stabilità. Considerando il ruolo sempre più centrale del rame nelle transizioni energetiche e nelle tecnologie green, la posizione strategica dell’Argentina potrebbe acquisire maggiore rilevanza. Ecco tutto quello che c’è da sapere a proposito.

Il più grande giacimento di rame, oro e argento: la nuova scoperta

È stata confermata la recente scoperta comunicata da BHP e Lundin Mining di un grande giacimento di metalli preziosi. Una scoperta che costituisce un evento di portata storica per l’industria mineraria globale. Situato nella catena delle Ande, nella regione di San Juan, il giacimento si trova in una zona mineraria condivisa con il Cile, che nel 2023 ha registrato esportazioni di rame per circa 50 miliardi di dollari. Secondo il quotidiano argentino Clarín, il valore stimato della nuova risorsa potrebbe eguagliare quello dell’intera agroindustria del Paese, sottolineando così la sua rilevanza economica.

Il consorzio Vicuña, responsabile dei progetti Filo del Sol e Josemaría, ha condotto le attività di esplorazione e sviluppo. Per Jack Lundin, CEO di Lundin Mining, “Filo del Sol è una delle scoperte più importanti degli ultimi trent’anni”. Il potenziale dell’area è tale da poterla trasformare in una delle più imponenti miniere polimetalliche a livello mondiale. Le sue ricchezze comprendono 13 milioni di tonnellate di rame oltre a significative riserve di oro e argento, che la rendono rilevante anche per questi preziosi metalli.

Il rame sta vivendo una fase di crescente richiesta globale, spinta dall’espansione delle tecnologie sostenibili, dell’elettrificazione e della mobilità a zero emissioni. Al contempo, oro e argento mantengono la loro importanza nei mercati finanziari e nell’industria, fungendo da riserve di valore e risorse strategiche. Di conseguenza, la scoperta a San Juan non è soltanto un traguardo per l’estrazione mineraria, ma potrebbe avere implicazioni globali sul piano dell’approvvigionamento di materiali chiave.

Quale sarà l’impatto economico della scoperta in Argentina?

L’Argentina, Paese già abbondante di risorse naturali e storicamente forte nel comparto agricolo e agroindustriale, si prepara ad aprire una nuova fase che potrebbe essere definita la “nuova era del rame”. La recente scoperta nella regione di San Juan rappresenta un’opportunità concreta per rilanciare il settore minerario, già considerato un pilastro dell’export nazionale. Gli esperti prevedono che, grazie a questa risorsa, l’Argentina possa entrare tra i primi dieci produttori mondiali di rame entro il 2028, con un picco di produzione previsto proprio in quell’anno.

Le ricadute economiche potrebbero essere profonde. In primo luogo, per quanto riguarda le entrate fiscali: l’aumento delle esportazioni di rame, oro e argento potrebbe garantire nuove risorse in valuta estera per il governo, contribuendo alla riduzione del disavanzo commerciale e al rafforzamento delle riserve della Banca Centrale. In secondo luogo, il potenziale boom minerario potrebbe attrarre investimenti stranieri, generare migliaia di posti di lavoro sia diretti che indiretti, incentivare l’adozione di tecnologie più avanzate e promuovere lo sviluppo delle infrastrutture locali.

Anche il paragone con il vicino Cile assume un certo peso: pur mantenendo la leadership globale nella produzione di rame, il Cile potrebbe trovarsi di fronte a una nuova competizione regionale. La scoperta argentina, infatti, apre scenari di cooperazione ma anche di rivalità economica. La vera sfida per Buenos Aires sarà quella di bilanciare la crescita economica con la sostenibilità sociale, assicurando che i frutti della nuova corsa ai metalli si traducano in benefici reali e duraturi per tutta la popolazione.

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