Sciiti e Sunniti: differenze e perché potrebbero innescare una Terza Guerra Mondiale

Alessandro Cipolla

08/06/2017

12/12/2022 - 10:25

condividi

Sciiti e Sunniti: differenze, scacchiere politico, il ruolo dell’Isis e perché il loro astio potrebbe scaturire anche in una Terza Guerra Mondiale.

Sciiti e Sunniti: differenze e perché potrebbero innescare una Terza Guerra Mondiale

Sciiti e Sunniti: differenze, scacchiere politico e perché il loro astio potrebbe far nascere anche una Terza Guerra Mondiale viste le forti tensioni, alimentate anche dalla presenza dell’Isis, presenti al momento in Medio Oriente.

Sciiti e sunniti, cosa sappiamo veramente di loro? Ogni giorno apprendiamo notizie, spesso drammatiche e preoccupanti, provenienti dal Medio Oriente dove da anni infuriano vari conflitti che vedono al centro il sedicente Stato Islamico proclamato dall’Isis.

Alla radice però ci sono secolari divisioni, con sciiti e sunniti che, nonostante non siano mai entrati in aperto conflitto militare tra di loro, si muovono all’interno del delicato scacchiere politico mediorientale.

Anche alla luce del recente attentato terroristico al Parlamento iraniano e alla sorta di boicottaggio verso il Qatar da parte di quattro paesi vicini, Arabia Saudita in testa, vediamo allora meglio quali sono le differenze tra sciiti e sunniti e perché le loro problematiche potrebbero anche sfociare in una terribile Terza Guerra Mondiale.

Le differenze tra sciiti e sunniti

L’Islam sciita e quello sunnita sono i due principali rami della religione musulmana. La loro divisione nacque nel 632 dopo la morte del profeta Maometto, andandosi a concretizzare di fatto nel 652 con la Battaglia del Cammello.

Morto Maometto, nel mondo islamico si pose il problema su chi dovesse ereditare sia il potere religioso che quello politico. La maggioranza, quelli che oggi sono i sunniti, appoggiò il padre della moglie del profeta mentre una minoranza, gli sciiti, invece voleva che a capo ci fosse un consanguineo di Maometto.

Dopo una serie di omicidi e tradimenti, con la già citata battaglia del 652 i sunniti ebbero in maniera definitiva la meglio sugli sciiti, che da allora vivono nel territorio arabo in netta minoranza.

Attualmente, i sunniti nel mondo sono circa 1,35 miliardi mentre gli sciiti quasi 250 milioni. Nel panorama islamico, i primi rappresentano l’80% dei credenti musulmani mentre i secondi il 15%.

Entrambi i rami concordano sul fatto che Allah sia l’unico dio e Maometto il suo profeta. Mentre però gli sciiti vedono negli ayatollah, i loro leader religiosi, un riflesso divino sulla terra questo per i sunniti viene considerato un’eresia, attenendosi invece soltanto agli atti del profeta.

Una divisione questa che ha portato a continue tensioni nei secoli tra le due correnti religiose, con la situazione anche dal punto di vista territoriale che con il tempo si è andata a cristallizzare.

Gli sciiti infatti si concentrano per la maggior parte in Iran, dove sono la grande maggioranza, oltre che nel confinante Azerbaijan, nella parte orientale dell’Iraq, in Bahrein e in Libano. I sunniti invece sono presenti in maniera nettamente maggioritaria in tutti gli altri paesi arabi con in testa Arabia Saudita e Turchia.

Sciiti e sunniti: possibile Terza Guerra Mondiale?

In Medio Oriente al momento il problema principale si chiama Isis. I guerriglieri del califfato sono di credo sunnita e hanno proclamato il loro sedicente Stato Islamico in un cuscinetto di territorio che parte dalla Siria e arriva fino all’Iraq.

Negli ultimi tempi, attaccati su più fronti, gli estremisti hanno ormai perso le loro due grandi città di Raqqa e Mosul. L’Isis quindi sta concentrando tutte le truppe nella zona di Deir ez-Zour dove si preparano allo scontro finale.

Anche se non si fermano i tragici e sanguinosi attacchi terroristici in tutto il mondo, lo Stato Islamico è ormai sul punto di cadere, soprattutto per mano di eserciti e milizie a maggioranza sciita.

Il discusso presidente siriano Assad è infatti sciita, così come gli hezbollah libanesi che sono intervenuti per combattere al fianco di Damasco. Le milizie irachene maggiormente impegnate sono sciite come naturalmente l’esercito iraniano che sta infliggendo duri colpi all’Isis nella zona settentrionale del califfato.

Il recente attentato da parte dell’Isis al Parlamento dell’Iran va quindi visto come una sorta di ritorsione, ma il discorso è anche più ampio. In ballo infatti ci può essere il predominio sulla zona quando il califfato sarà definitivamente sconfitto.

Non è un mistero che l’alleato più solido dell’Iran sia la Russia di Vladimir Putin. Quello invece dell’Arabia Saudita sunnita è l’America. Non è un caso che Donald Trump abbia scelto proprio Riyad come meta del suo primo viaggio da presidente.

Arabia Saudita e Iran sono due nemici storici, avendo in più alle loro spalle rispettivamente il blocco occidentale e quello orientale. La Siria di Assad poi è molto più vicina a Teheran e Mosca che a Riyad e Whashington.

Il grande timore quindi è che, una volta cessata la guerra contro l’Isis che al momento è l’obiettivo principale, possa scoppiare un conflitto anche militare proprio tra gli sciiti e i sunniti, in uno scenario già visto al termine della guerra in Iraq.

Una ipotesi questa che potrebbe portare ad un effetto domino in tutto il Medio Oriente, coinvolgendo anche le maggiori potenze mondiali che nell’area hanno strategici interessi economici.

Mentre i missili della Corea del Nord continuano a spaventare il mondo intero, dove però ci sono le maggiori possibilità dello scoppio di una Terza Guerra Mondiale è sempre il Medio Oriente, visto che è proprio nel sottosuolo della pensiola araba dove si concentrano i maggiori interessi del globo.

Iscriviti a Money.it