Sci in zona arancione e rossa: green pass e numero chiuso. Ecco il nuovo protocollo

Emiliana Costa

23/11/2021

23/11/2021 - 17:31

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Le regioni hanno presentato un protocollo per l’attività sciistica in zona arancione e rossa: green pass obbligatorio e posti limitati. Entriamo nel dettaglio.

Sci in zona arancione e rossa: green pass e numero chiuso. Ecco il nuovo protocollo

I contagi da Covid-19 aumentano in tutta Italia. Friuli Venezia Giulia e Bolzano sono a un passo dalla zona gialla e altre aree sono a rischio. Per questa ragione i governatori stanno correndo ai ripari, l’obiettivo è salvare la stagione sciistica ferma già da un anno. Le regioni hanno, dunque, presentato al governo le linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali e l’esecutivo sta valutando. Ma come si articolerebbe l’accesso agli impianti di risalita in zona arancione e rossa? Entriamo nel dettaglio.

Sci a rischio? Le linee guida delle regioni

Il piano delle regioni per mantenere aperti gli impianti da sci anche in zona arancione e rossa si fonda su due pilastri: green pass e numero chiuso. L’Adnkronos ha anticipato il testo presentato al governo: «In zona arancione e in zona rossa, qualora sia prevista l’apertura degli impianti di risalita, limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l’introduzione di un tetto massimo di titoli di viaggio vendibili. Tetto determinato in base alle caratteristiche della stazione o del comprensorio sciistico, con criteri omogenei per regione o provincia autonoma. Il parametro è da definire sentiti i rappresentanti di categoria e delle strutture ricettive e concordati con le aziende sanitarie locali competenti per territorio».

L’accesso a funivie, cabinovie e seggiovie è consentito esclusivamente ai cittadini muniti di green pass. Per quanto riguarda gli impianti di risalita al chiuso (funivie, cabinovie), la portata massima è all’80% della capienza del veicolo con uso obbligatorio di mascherina (chirurgica o Ffp2). Per quanto riguarda gli impianti aperti (seggiovie, sciovie), la portata prevista è al 100% della capienza del veicolo con uso obbligatorio di mascherina. «Ma la portata - si legge nel testo - è ridotta all’80% se le seggiovie vengono utilizzate con la chiusura delle cupole paravento».

Sci a rischio nelle zone rosse

Le linee guida per la ripresa dell’attività sciistica arrivano a 24 ore dalla notizia del coprifuoco che riguarderà venti comuni della provincia autonoma di Bolzano. «La notizia del coprifuoco è arrivata in modo un po’ inaspettato - ha commentato il sindaco del Comune di Santa Cristina di Val Gardena Christoph Senoner -. Secondo le attuali limitazioni, dopo le 18 rimangono chiusi bar e ristoranti ma il coprifuoco effettivo è dalle ore 20 alle 5 del mattino. Tra i cittadini si percepisce preoccupazione, soprattutto per la stagione invernale».

Da domani fino al 7 dicembre, venti comuni dell’Alto Adige saranno in zona rossa. «Nel nostro Comune - continua il sindaco - abbiamo un tasso di vaccinazione del 79% che speriamo possa aumentare. Possiamo dire che la situazione è sotto controllo ma bisogna sempre attenersi alle regole per non far aumentare i contagi e mai abbassare la guardia. Secondo dei calcoli che sono stati fatti, l’incidenza è di 600 contagi al giorno su 100 mila abitanti. Nel nostro comune vivono 2000 cittadini e al momento abbiamo 30 positivi. Parliamo però di contagi avvenuti più o meno all’interno delle stesse famiglie».

Ha commentato le possibili chiusure agli impianti da sci, anche l’ex sciatore Kristian Ghedina: «Io ho una scuola da sci e lo scorso anno sono dovuto rimanere fermo ma c’è da pagare l’affitto e i ristori compensano poco o niente, se dovessi stare chiuso un altro anno non credo riaprirei». Conclude il vincitore di 13 gare di Coppa del Mondo di sci alpino: «Tanti sono nelle mie stesse condizioni, chiudendo si mette in ginocchio definitivamente un settore in grande difficoltà. Nessuno sottovaluta i problemi di salute pubblica e mi auguro si possa trovare un punto d’equilibrio».

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