Rinuncia agli studi: cos’è, perché è importante e che succede se non la fai

Chiara Esposito

12 Novembre 2022 - 22:06

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Come interrompere la propria carriera universitaria? Consigli e modalità per presentare correttamente la rinuncia agli studi.

Rinuncia agli studi: cos’è, perché è importante e che succede se non la fai

Il tasso dell’abbandono universitario in Italia è considerevole. I dati, consultabili su www.cnvsu.it, attestano come tra il primo e il secondo anno lasci gli studi universitari il 21,3% degli studenti, da un massimo del 31,7% per le facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali ad un minimo di 2,2% per Medicina e chirurgia.

Dietro l’abbandono degli studi possono esserci molteplici motivazioni, dallo scarso incentivo al proseguimento del percorso fino alle problematiche personali e familiari. Le dinamiche possono essere varie, quello che non cambia è la procedura da seguire per annullare il proprio status di studente: la rinuncia agli studi.

Si tratta di un passaggio obbligato per «disiscriversi» dalla facoltà scelta tant’è che l’assenza di questa pratica può comportare non pochi problemi di natura economica. Qui di seguito alcune indicazioni pratiche per orientarsi in questo processo ed evitare sanzionamenti da parte dell’ateneo.

Cos’è la rinuncia agli studi

Partiamo dalle basi e capiamo cosa significa presentare una rinuncia agli studi e perché questa procedura è così importante.

La legge italiana stabilisce che «la rinuncia agli studi è un atto formale, personale e non delegabile, con il quale si interrompe unilateralmente il rapporto con l’Università». Scendendo più nel dettaglio diremmo che si tratta di un «atto irrevocabile e incondizionato che comporta l’annullamento dell’intera carriera universitaria e la perdita di tutti gli esami sostenuti». Questo passaggio è importante perché sottolinea come i progressi, a livello di CFU accumulati e avanzamenti nella carriera accademica, vengano azzerati.

La domanda è presentabile in qualsiasi momento dell’anno ed è possibile rinunciare agli studi universitari per iscritto senza menzionare alcuna condizione, termine o clausola che restringa l’efficacia della rinuncia. Essa sarà tuttavia irrevocabile . In poche parole lo studente o la studentessa che la presenta non potrà far rivivere successivamente il suo «piano accademico» come accade nel caso del congelamento della carriera.

Quanto si paga per la rinuncia agli studi?

Ovviamente la rinuncia agli studi è diversa anche dalla pratica che si effettua per richiedere un trasferimento di ateneo (il cambio di università). Solitamente infatti questo passaggio è meno oneroso della rinuncia perché prevede una successiva re-immatricolazione. Si parla infatti anche di una questione economica.

Presentare la rinuncia agli studi costa: presentando la domanda online, una volta conclusa la pratica, è obbligatorio procedere al pagamento di un’imposta statale di bollo di 16,00 euro - acquistabile in qualsiasi tabaccheria.

Non è inoltre possibile effettuare una rinuncia agli studi senza pagare le tasse arretrate. Ciononostante le regole variano da ateneo a ateneo e in alcuni casi chi presenta presenta domanda entro i termini di pagamento della prima rata o non ha sostenuto nessun esame può essere esonerati dal versamento.

Cosa succede se non presenti la rinuncia agli studi?

Anche se non si frequenta e non sostengono esami per anni, senza la presentazione ufficiale della rinuncia agli studi, lo studente continua ad accumulare debiti con l’ateneo. Inoltre se al momento della rinuncia ci sono tasse arretrate la segreteria accrediterà quella somma nel versamento previsto. Questa però non è una prassi definita in maniera univoca per tutti gli ordinamenti universitari, è bene quindi controllare il regolamento ad hoc stabilito dal proprio ateneo.

Diverso invece è il caso del congelamento degli esami, una pratica particolare che può comportare lo «stallo» momentaneo della carriera. Si tratta di un’interruzione temporanea della carriera limitata a specifici casi con differenti tempistiche. Nello specifico si va da un periodo di sei mesi fino a un anno accademico nel caso della nascita di un figlio mentre, nei casi di grave infermità, questo limite decade e si estenderà fino a un massimo di tutti gli anni accademici riguardanti l’infermità.

Non di meno, anche queste eventualità vanno segnalate alla segreteria competente dell’ateneo presentando la relativa documentazione prima di iscriversi al corso per cui si chiede la sospensione. La pratica va poi ripresentata per ogni anno accademico di sospensione, sempre in anticipo rispetto al termine ordinario delle iscrizioni.

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