Questi cani e gatti diventano vietati nei Paesi Bassi, ecco perché

Luna Luciano

22 Aprile 2023 - 17:50

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I Paesi Bassi hanno vietato l’allevamento e importazione di alcune razze di cani e gatti vittime di maltrattamento genetico. Ecco cos’è, cosa significa e quali sono.

Questi cani e gatti diventano vietati nei Paesi Bassi, ecco perché

D’ora in poi nei Paesi Bassi sarà vietato allevare o importare alcune razze di cani e gatti che soffrono a causa della loro conformazione fisica, frutto di anni e anni di selezione genetica compiuta dall’uomo per raggiungere certi “standard di bellezza”.

È questo il caso di cani e gatti brachicefali, ossia con il muso schiacciato, i quali a causa di questa malformazione genetica, selezionata dall’uomo, hanno gravi problemi di salute. Il Governo dei Paesi Bassi sta quindi lavorando intensamente per introdurre divieti circa il loro allevamento, importazione e custodia.

In realtà più che parlare di “selezione genetica” si dovrebbe parlare di maltrattamento genetico, un concetto di cui si è discusso spesso negli ultimi anni. L’uomo per ottenere un cane (o gatto) con determinate doti caratteriali e fisiche, o per mantenere una “razza pura”, è intervenuto nella selezione degli animali, a volte con conseguenze disastrose per la salute dell’animale. Ecco di cosa si parla e quali sono stati gli animali vietati.

Cani e gatti brachicefali vietati: la proposta dei Paesi Bassi

Il ministro dell’agricoltura Piet Adema si è detto pronto a introdurre norme più rigide e divieti per la detenzione di animali domestici dalle “caratteristiche estreme”, come i cani e i gatti brachicefali, ossia dal muso schiacciato come il Bulldog francese e lo Scottish Fold.

Divieto di detenzione che implicherà a sua volta il divieto di allevare e importare questi animali. Le parole del ministro sono state più che esaustive sulla questione:

Questo tema mi tocca non solo come ministro, ma anche come persona. Rendiamo la vita degli animali innocenti miserabile semplicemente perché pensiamo che siano “belli” e “carini”. Ecco perché oggi stiamo facendo un grande passo in cui nessun animale domestico debba risentire del proprio aspetto.

I divieti richiederanno un’attenta stesura, in quanto si intende anche limitare la comparsa in pubblicità ed eventi di questi animali, in modo da non spingere la popolazione a desiderarne uno a tutti i costi. I divieti, una volta entrati in vigore, non interesseranno però i cittadini che già hanno cani e gatti con quelle caratteristiche estreme. Le misure mirano a rafforzare la protezione degli animali e informare correttamente la cittadinanza sul tema.

Quali sono i cani e gatti brachicefali

Data l’importanza del provvedimento è naturale domandarsi quali siano le razze vietate. Per quanto riguarda i cani le principali razze con brachicefalia sono:

  • Bulldog Inglese;
  • Boston Terrier;
  • Bulldog Francese;
  • Pechinese;
  • Chin giapponese;
  • Carlino;
  • Lhasa Aapso;
  • Shar Pei;
  • Shih Tzu;
  • Cavalier King Charles Spaniel;
  • Staffordshire Bull Terrier.

Mentre tra i gatti le più popolari:

  • Persiano;
  • British Shorthair;
  • Exotic Shorthair;
  • Bombay;
  • Himalayano;
  • Scottish Fold.

Cos’è il maltrattamento genetico e quali sono i rischi dei brachicefali

La proposta di legge dei Paesi Bassi cerca quindi di ridurre il maltrattamento genetico, ovvero una forma di crudeltà procurata agli animali attraverso la selezione genetica: pur di conservare o ottenere caratteristiche del modello “standard” si spinge la manipolazione genetica all’estremo, comportando difetti fisici e neurologici congeniti propri di una determinata razza; il che spiega il comune detto secondo il quale gli “incroci” sarebbero più resistenti dei cani e gatti di “razza pura” - concetto che meriterebbe un’ampia riflessione.

Se l’essere umano si limita alla selezione del colore del pelo non si arrecherebbe danno all’animale nonostante anche questa selezione resta eticamente sbagliata, figlia di quella tipica concezione e attitudine dell’uomo nell’era dell’antropocene di intervenire e modificare l’ambiente (flora e fauna). Il maltrattamento genetico però va oltre. Per raggiungere determinati “standard” fisici, infatti, costringiamo la produzione di animali con malformazioni o caratteristiche che li rendono incapaci di poter godere di una vita sana - una prerogativa che non è assolutamente solo della vita umana.

Basti pensare alle sofferenze che comporta il tipico “muso schiacciato” di cani e gatti brachicefali come le difficoltà respiratorie, ma non solo troviamo anche:

  • respiro rumoroso
  • russare notturno
  • intolleranza all’esercizio
  • sincopi
  • cianosi
  • collasso tracheale e laringeo
  • ridotta capacità di termoregolazione e maggiore esposizione a colpi di calore.

Ancora i brachicefali sono molto soggetti a disturbi gastroenterici come vomito, rigurgito, reflusso gastro-esofageo o ernie iatali in risposta a un’ostruzione delle vie aeree superiori (dovute a quel “carino” muso schiacciato). Ma non sono solo questi gli animali vittime di maltrattamenti genetici.

Tra i tanti troviamo l’American Bully, le diverse tipologie di gatto senza pelo (il Bambino, l’Elf e lo Sphinx) o ancora il Munchkin, un gatto particolarmente piccolo con zampe molto corte - e i conseguenti problemi che ne derivano - o ancora l’amato pastore Tedesco, una razza nata a fine dell’800 che ha visto la selezione di alcuni esemplari (risultato di incrocio tra più razze) e che ha come conseguenza una groppa inclinata che quasi toccare terra e che spesso è fonte di sofferenza per l’animale. È forse giunto il momento che anche l’Italia, o almeno i suoi cittadini, siano consapevoli di ciò che comporta tale condizione e quindi quanto sia importante non alimentare certi mercati che portano alla sofferenza degli animali.

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