Gettoni telefonici: quanto valgono oggi? Ecco quali esemplari sono più rari e costosi.
C’è chi li ha ancora in un cassetto, magari insieme a qualche vecchia lira o a una scheda telefonica degli anni ’90: piccole “monete” di metallo che per decenni sono stati un compagno inseparabile delle telefonate di milioni di italiani.
Parliamo dei gettoni telefonici, oggetti che oggi suscitano una certa nostalgia e che, in alcuni casi, possono anche trasformarsi in piccoli tesori da collezione.
A tal proposito, ti sei mai chiesto quanto vale oggi, nel 2025, un gettone telefonico? La risposta dipende da diversi fattori: l’anno di conio, la rarità, lo stato di conservazione e perfino eventuali errori di produzione, che per i collezionisti più esperti rappresentano una vera e propria caccia all’oro.
Alcuni modelli molto rari, coniati negli anni ’20 e ’30, possono infatti valere diverse centinaia di euro, mentre la maggior parte dei gettoni più comuni, quelli prodotti in serie dagli anni ’50 in poi, oggi si scambia per pochi spiccioli.
Ma l’interesse per i gettoni telefonici non dipende esclusivamente dal valore economico, visto che il gettone telefonico rappresenta un simbolo dell’Italia di un tempo: quando per telefonare bisognava cercare una cabina, preparare la monetina giusta e attendere il “clic” dello scatto per dire tutto ciò che serviva in pochi secondi.
Proprio questo senso nostalgico ha portato a un rilancio nel mercato dei gettoni telefonici, il quale ha conosciuto una nuova vitalità. Su piattaforme come eBay, Catawiki o nei mercatini dell’antiquariato si trovano sempre più annunci dedicati, con collezionisti disposti a pagare cifre interessanti per aggiungere un esemplare raro alla propria raccolta.
In questo articolo vedremo quali sono i gettoni telefonici che valgono di più nel 2025, da quelli storici della Stipel del 1927 ai più comuni modelli in ottone del dopoguerra, e daremo anche qualche consiglio pratico su dove e come venderli, per chi volesse monetizzare i propri ritrovamenti o semplicemente capire se quel vecchio gettone trovato in soffitta può valere qualcosa in più di un ricordo.
Quante tipologie di gettoni telefonici esistono?
Prima di parlare dei vari modelli, potrebbe essere interessante scoprire che all’inizio esistevano solo 3 tipologie di gettoni. E come spiega il network di numismatica LaMoneta.it, esse variavano solo a seconda della distanza della telefonata:
- gettone urbano per chiamate fino a 3 km di distanza. Riconoscibile per avere due scanalature su una faccia e una scanalatura centrale sull’altra.
- gettone urbano per chiamate tra i 3 e i 10 km che presenta una scanalatura laterale per ciascuna faccia.
- gettone interurbano per chiamate oltre i 10km di distanza dalla centrale principale, che presentava ben due scanalature, una centrale e l’altra laterale, su una delle due facce.
Quanto valgono i gettoni telefonici?
Ora veniamo alla storia e al valore di queste “monete” dal particolare potere evocativo. In totale si possono contare almeno 6 modelli di gettoni telefonici che si sono succeduti negli anni, e ognuno di questi oggi ha un valore diverso. Ecco quali sono.
1) Gettone Stipel 1927
Gettone Stipel 1927
il gettone telefonico del 1927
Il primo gettone telefonico coniato in Italia. Lo Stipel del 1927 rappresenta uno dei piccoli cimeli della numismatica del nostro Paese e trovarlo è alquanto raro.
Presenta una doppia scanalatura. Sul lato alto della moneta la scritta S.T.I.P.E.L. e la sigla dell’azienda produttrice. Al centro il disegno di una “cornetta” e in basso l’anno di conio: 1927 e la scritta “Anno V” dell’epoca fascista. L’altro lato presenta una sola scanalatura con il nome esteso della società.
Se in perfette condizioni e soprattutto se presenta errori di conio (come l’assenza del punto dopo la “L” in “Stipel”), il valore può arrivare oggi fino a 150 euro, mentre negli altri casi il prezzo medio si aggira tra i 50 e gli 80 euro.
2) Gettone Timo 1928
Gettone Timo 1928
Il gettone telefonico nichelato coniato dall'officina bolognese
Secondo gettone coniato in Italia, prodotto nichelato dall’officina Timo di Bologna nel 1928. Presenta una doppia scanalatura su un lato e una sola sull’altro. Sul lato con doppio solco si trovano in alto l’anno “1928”, al centro il doppio rombo con la sigla Timo, mentre in basso “Anno VI°” dell’era fascista. Sul rovescio compare il nome esteso dell’azienda.
Si tratta di un gettone estremamente raro, oggi valutato tra i 250 e i 300 euro, ma in condizioni eccezionali può raggiungere anche i 400 euro.
3) Gettone Telve 1932
Gettone Telve 1932
Gettone telefonico in ottone dal valore di circa 250 euro
Il gettone Telve è considerato tra i più rari. Realizzato in ottone nel 1932, sul dritto presenta una scanalatura e, a destra, quattro righe con scritto “Società telefonica delle Venezie”, mentre sul retro compare l’immagine di un disco combinatore.
Se ben conservato, può raggiungere oggi un valore tra i 220 e i 300 euro, con punte di 350 euro per gli esemplari perfetti.
4) Gettone Set 1934
Gettoni Set 1934
Il gettone telefonico coniato dalle officine Set a Napoli che oggi possono valere fino a 180 euro.
Altro modello interessante è il gettone delle officine Set di Napoli, coniato nel 1934.
Entrambi i lati sono identici: al centro si trova la scritta “S.E.T” circondata dal nome della società per esteso (“Società servizi telefonici”). Nella parte inferiore la moneta reca una stella a cinque punte, mentre la corona esterna è formata da dodici triangoli uguali. Esistono varianti con otto o undici raggi alternati.
Il valore nel 2025 varia tra i 70 e i 150 euro, ma può arrivare fino a 180 euro se è presente il punto finale dopo la sigla “SET”.
5) Gettone Teti 1935
Gettone Teti 1935
Gettone telefonico prodotto dall'azienda romana oggi abbastanza raro
Un altro esemplare molto ricercato è il gettone telefonico coniato dalla Teti di Roma nel 1935, considerato piuttosto raro. È composto da una lega di metalli, con percentuale variabile di alluminio che ne altera il colore. Sul lato dritto compare la scritta “Teti” su un reticolato a quadretti, mentre sul rovescio si trova un grande disco combinatore.
Il suo valore oggi può superare i 250 euro se ben conservato, mentre le versioni con la scritta “prova” o particolari difetti di conio possono raggiungere anche oltre 10.000 euro in casi eccezionali.
6) I gettoni dal 1959
Gettone telefonico 1959
Il gettone più comune che rimase in circolazione fino al 31 dicembre 2001
Arriviamo infine ai gettoni più comuni, quelli in ottone prodotti a partire dal 1959 e rimasti in uso fino al 31 dicembre 2001. Sul lato principale è riportata la scritta “gettone telefonico” su due righe, con un ovale in basso che contiene la data (aa/mm); sul retro compare l’immagine del telefono.
Questi gettoni hanno un valore collezionistico modesto, in media tra 1 e 3 euro, ma alcuni esemplari con sigle o date particolari possono valere di più:
- 65/04, 71/10, 73/04, 74/12, 77/04: fino a 50 euro
- 75/02, 77/06, 78/03, 79/01, 80/11: tra 10 e 20 euro
Gli esemplari perfettamente conservati, mai utilizzati o con errori di conio, possono superare anche i 60 euro nelle aste tra collezionisti.
Come e dove vendere i gettoni telefonici nel 2025
Quindi, se hai ritrovato un vecchio gettone telefonico in un cassetto, potresti possedere un piccolo pezzo di storia e, nei casi indicati nel paragrafo precedente, un vero e proprio oggetto di valore.
Prima di scegliere se tenerlo o venderlo è importante capire cosa si ha tra le mani: anno di conio, sigla, materiale e stato di conservazione incidono molto sul prezzo. Un gettone lucido, integro e privo di segni d’usura può valere anche il doppio rispetto a uno comune, mentre gli esemplari con errori di conio o incisioni difettose sono molto ricercati dai collezionisti.
Nel 2025 le vendite avvengono soprattutto online, su piattaforme come eBay o Catawiki, dove ogni settimana vengono battute aste dedicate ai gettoni. È sufficiente pubblicare foto nitide e indicare chiaramente data e particolarità del pezzo, osservando magari le aste già concluse per capire il valore reale di mercato.
Chi preferisce un approccio più tradizionale può rivolgersi a negozi di numismatica o a mercatini dell’antiquariato, dove esperti e appassionati valutano e acquistano direttamente. In ogni caso, serve un po’ di attenzione: diffida di chi propone cifre troppo elevate o non mostra foto autentiche.
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