Quanto spende oggi l’Italia per la Difesa?

Alessandro Nuzzo

28 Giugno 2025 - 13:00

I paesi Nato hanno raggiunto l’accordo per l’aumento al 5% del Pil delle spese militari entro il 2035. Ecco quanto spende oggi e di quanto dovrà aumentare il budget.

Quanto spende oggi l’Italia per la Difesa?

Lo scorso 24 e 25 giugno, i 32 Paesi membri della NATO hanno raggiunto un importante accordo per aumentare progressivamente le spese destinate alla Difesa, portandole dal 2% al 5% del PIL entro il 2035. All’intesa ha aderito anche l’Italia, che, come noto, è parte dell’Alleanza Atlantica. Secondo quanto stabilito, il 3,5% del PIL sarà dedicato alle spese militari tradizionali, ovvero investimenti in armi, mezzi, munizioni, costi operativi, stipendi e pensioni del personale delle forze armate, oltre alle spese per le missioni internazionali. Il restante 1,5% sarà invece destinato alla sicurezza nazionale, con particolare attenzione alla cybersicurezza e alle infrastrutture critiche.

Come riportato dall’Osservatorio sulle spese militari italiane, raggiungere l’obiettivo dell’1,5% del PIL in spese per la sicurezza nazionale non dovrebbe rappresentare una grande difficoltà. In questa categoria rientrano infatti molte voci di spesa già previste o in fase di programmazione, senza dimenticare la possibilità di attingere ai fondi europei del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per investimenti in settori strategici come la cybersicurezza, le telecomunicazioni, le reti energetiche, le infrastrutture critiche e la mobilità militare.

Quanto spende l’Italia per la Difesa

Il vero ostacolo sarà invece riuscire a raggiungere l’obiettivo del 3,5% del PIL per le spese militari ordinarie, per le quali sarà necessario individuare nuove risorse da inserire stabilmente nella legge di bilancio. Secondo le stime più recenti, nel 2024 l’Italia ha speso circa l’1,5% del PIL in spese militari, restando al di sotto dell’obiettivo minimo del 2% stabilito dalla NATO. Tuttavia, il governo ha recentemente comunicato che nel 2025 la spesa militare italiana salirà al 2% del PIL, come già concordato a livello internazionale.

Questo significa che, per raggiungere la soglia del 3,5% entro il 2035, l’Italia dovrà prevedere un costante aumento delle risorse stanziate ogni anno. Attualmente, l’Italia spende circa 45 miliardi di euro all’anno, di cui 35 destinati alla Difesa e 10 alla sicurezza, pari complessivamente al 2% del PIL. L’aumento di 1,5 punti percentuali della spesa militare comporterebbe, in un arco di dieci anni, un incremento totale di circa 145 miliardi di euro. Si tratterebbe quindi di un aumento annuo di circa 9-10 miliardi, una cifra considerevole per i conti pubblici italiani.

Va però sottolineato che lo scenario descritto è una semplificazione, poiché non tiene conto di un fattore decisivo: la crescita del PIL. L’impegno NATO è infatti calcolato su una base variabile, ovvero il prodotto interno lordo, che cambia ogni anno. Prevedere l’andamento dell’economia italiana fino al 2035 è complesso, e di conseguenza anche stimare con precisione l’entità dell’investimento richiesto è difficile.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che, al momento, le spese per la difesa sono trattate in modo asimmetrico a livello europeo. Gli Stati membri che non sono sottoposti a procedura di infrazione possono infatti usufruire di una certa flessibilità fiscale grazie alla clausola nazionale di salvaguardia, riuscendo così ad evitare sanzioni anche con disavanzi superiori al 3% del PIL.

Per questo motivo, Giorgetti ha ribadito la necessità di aggiornare le regole europee di bilancio, che rischiano di risultare «stupide e senza senso» se non adattate alle sfide emergenziali e agli impegni strategici che l’Europa è oggi chiamata ad affrontare.

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