Professioni sanitarie, proroga iscrizione elenchi speciali. Educatori nel caos

Giorgio Battisti

10 Dicembre 2019 - 16:44

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Professioni sanitarie, proroga in arrivo per l’iscrizione agli elenchi speciali ad esaurimento. Il Decreto Milleproroghe rinvia la scadenza al 30 giugno 2020, ma resta il caos per gli educatori professionali.

Professioni sanitarie, proroga iscrizione elenchi speciali. Educatori nel caos

Professioni sanitarie, proroga in arrivo per l’iscrizione agli elenchi speciali: il decreto Milleproroghe 2020 rinvia il termine di scadenza, fissato al 31 dicembre 2019, per i professionisti rimasti fuori dagli albi.

I professionisti non in possesso dei requisiti per l’iscrizione all’albo delle professioni sanitarie, istituiti a seguito della riforma Lorenzin, avranno tempo fino al 30 giugno 2020 per iscriversi agli elenchi ad esaurimento.

La necessità di rinviare la scadenza ormai imminente è dovuta al fatto che la piattaforma per l’iscrizione agli elenchi è stata resa disponibile solo dal 1° ottobre 2019, e che i tempi per la valutazione delle richieste di inclusione possono arrivare anche fino a 150 giorni.

La proroga della scadenza per l’iscrizione agli elenchi speciali si rivela particolarmente utile per gli educatori, per i quali divergono le interpretazioni sull’obbligatorietà o meno di iscrizione.

Professioni sanitarie, proroga iscrizione elenchi speciali al 30 giugno 2020

Rientrerà nell’ampio capitolo delle circa 50 scadenze rinviate anche quella previste per l’iscrizione agli elenchi speciali ad esaurimento, previsti dalla Legge di Bilancio 2019, in parallelo ai nuovi albi delle professioni sanitarie.

La sanatoria consentirà anche a chi non è in possesso dei titoli richiesti di continuare a lavorare in quei settori in cui è richiesto l’obbligo di iscrizione al nuovo albo delle professioni sanitarie.

L’iscrizione agli elenchi speciali è una delle conseguenze della legge Lorenzin, con la quale è stato istituito l’albo delle professioni sanitarie, che include al suo interno numerose professionalità.

Come tutte le professioni regolamentate, per l’iscrizione all’albo è necessario rispettare specifici requisiti, in mancanza dei quali è di fatto vietato l’esercizio della professione.

Si inserisce qui l’istituzione degli elenchi speciali ad esaurimento, predisposti per i lavoratori dipendenti o autonomi che siano in grado di dimostrare di aver svolto le attività previste dal profilo della professione per un periodo minimo di 36 mesi (anche non continuativi) negli ultimi 10 anni dalla data di entrata in vigore della legge n. 145/2018 (Legge di Bilancio 2019).

La mancata iscrizione agli elenchi speciali ad esaurimento può portare al rischio di licenziamento, così come alle sanzioni per esercizio abusivo della professione.

La proroga della scadenza per l’iscrizione, fissata al 31 dicembre, potrebbe essere l’occasione utile per risolvere alcune situazioni consequenziali all’istituzione degli elenchi speciali. Un caso emblematico è quello che sta coinvolgendo migliaia di educatori laureati in L-19, esclusi dall’albo (riservato agli educatori sanitari) e per i quali non è chiaro se sia o meno necessaria l’iscrizione agli elenchi speciali per poter continuare a lavorare.

Educatori ed elenchi speciali, è caos sull’iscrizione

Gli educatori non sanitari sono obbligati ad iscriversi agli elenchi speciali delle professioni sanitarie? La mancata iscrizione porterà al licenziamento e sarà più difficile trovare lavoro?

Sono questi alcuni dei quesiti che si pongono, oggi, centinaia di lavoratori autonomi e dipendenti alle prese con opinioni discordanti ed in una situazione di vero e proprio caos.

I dubbi nascono dalla differenziazione dei ruoli e degli ambiti operativi d’intervento introdotti prima dalla legge Iori, e poi ribaditi dalla Lorenzin, per gli educatori sanitari (formati in medicina) e per gli educatori socio-pedagogici.

Sono diverse le cooperative che stanno richiedendo ai propri dipendenti di iscriversi obbligatoriamente all’elenco speciale quale requisito per poter continuare a lavorare, così come molti annunci lavorativi lo riportano quale criterio di selezione.

Tra i dubbi che ci si pone è se la mancata iscrizione (per scelta, o per mancanza dei requisiti richiesti) farà venir meno la possibilità di lavorare nel sanitario. La risposta è negativa, ma varia in base alle specificità dell’attività svolta.

Il riferimento normativo da prendere come riferimento è il comma 517 della Legge di Bilancio 2019 che, modificando quanto previsto dalla Manovra precedente, tutela proprio gli educatori socio-pedagogici che operano nel sanitario, prevedendo che questi possano continuare a lavorare in ambito sanitario, “limitatamente agli aspetti socioeducativi”.

Sostanzialmente, non rischia il licenziamento chi non si iscrive all’albo e lavora in aziende o cooperative prettamente sanitarie occupandosi di mansioni socio-educative.

L’iscrizione agli elenchi speciali è tuttavia da valutare in tutti quei casi in cui è possibile beneficiare della sanatoria. A fronte di una situazione caotica, l’inclusione negli elenchi speciali farà venir meno il rischio di trovarsi penalizzato da una riforma farsa forse troppo frettolosamente e che, nel riconoscere nuove professioni, ha dimenticato di tutelare situazioni border line come quelle degli educatori professionali.

Si spera quindi che la concessione di un termine maggiore per l’iscrizione sia l’occasione utile per risolvere la situazione di confusione creatasi.

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