Perché non ricaricare il cellulare all’aeroporto: ecco cosa può succedere

Alessandro Nuzzo

13/04/2023

13/04/2023 - 19:28

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L’allarme è stato lanciato dall’Fbi che ha scoperto dei modi con cui i malintenzionati riescono a rubare i dati personali dai dispositivi collegati alle porte usb pubbliche.

Perché non ricaricare il cellulare all’aeroporto: ecco cosa può succedere

Viaggiamo in un modo sempre più connesso e facciamo sempre più uso del cellulare. Si stima che circa il 30% delle persone utilizza lo smartphone dalle 3 alle 5 ore al giorno. Con un utilizzo così assiduo facile intuire che avere una fonte di ricarica sempre a portata di mano è diventato di fondamentale importanza.

La tecnologia ci viene incontro con i famosi powerbank, dispositivi portatili che permettono di ricaricare la batteria del nostro smartphone ovunque ci si trovi. Ma ormai in quasi tutti i luoghi pubblici come aeroporti, stazioni o centri commerciali sono presenti delle prese usb pubbliche per dare l’opportunità alle persone di ricaricare i propri dispositivi senza alcun costo.

Attenzione però perché ricaricare il cellulare presso una porta usb pubblica può essere rischioso. Ad avvertire del rischio è stata l’Fbi sezione di Denver che su Twitter ha messo in guardia tutti dal connettere il proprio dispositivo alle prese pubbliche. Questo perché i malintenzionati hanno escogitato delle tecniche per riuscire a rubare i dati personali dagli smartphone collegati. Ecco come.

Occhio al juice jacking, la tecnica con cui rubano i dati dai dispositivi in ricarica

L’allarme è stato lanciato su Twitter dall’Fbi di Denver che ha parlato di juice jacking, la tecnica con cui i malfattori possono riuscire a connettersi al dispositivo collegato ad una presa usb. Hanno trovato un modo infatti di introdurre tramite le prese usb pubbliche, malware e software di monitoraggio nei dispositivi collegati. Per questo sarebbe opportuno non collegare mai il proprio smartphone alle prese pubbliche presenti in aeroporti, stazioni o centri commerciali.

La porta di ricarica degli smartphone è infatti una porta di acceso ai dati presenti nel dispositivo. Sfruttandola i criminali possono penetrare nella memoria installando un virus all’insaputa dell’utente senza nemmeno accedere manualmente al dispositivo.

Come difendersi

La soluzione sarebbe di collegare lo smartphone ad una prese elettrica tramite caricabatteria e non direttamente alla presa usb. C’è da premettere che sia i dispositivi Android che Apple quando vengono connessi ad una porta usb non permettono automaticamente l’accesso ai dati senza il permesso del proprietario ma si lascia attiva solo l’opzione di ricarica. Esiste però una possibilità, anche se remota, che un attacco hacker sia capace di far saltare le protezioni dando libero accesso.

Ciò che possiamo fare per difenderci dal rischio è usare delle precauzioni. La prima è come detto portare sempre con sé il caricabatterie e il proprio cavo e collegare il dispositivo ad una presa elettrica e non usb. Ancora meglio sarebbe portarsi dietro un powerbank che assicura la carica del cellulare senza alcun problema né rischio.

Attenzione anche ai wifi pubblici

Ma non solo le prese usb rappresentano un rischio nei luoghi pubblici, anche le reti wifi lo sono. I rischi sono che malfattori possono creare un hotspot in aeroporto o in un centro commerciale e intercettando i cookie di sessione possono autenticarsi sui social o le email senza dover passare dal login. Un problema che ha fatto nei mesi scorsi anche vittime illustri che hanno subito l’accesso ai canali social senza saperlo.

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# Hacker
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