Papa Leone XIV deve pagare le tasse negli USA, un caso senza precedenti

Patrizia Del Pidio

12 Maggio 2025 - 13:11

Papa Leone XIV deve pagare le tasse negli Stati Uniti? Vediamo cosa dice la normativa fiscale americana e le possibilità per il Pontefice.

Papa Leone XIV deve pagare le tasse negli USA, un caso senza precedenti

Papa Leone XIV deve pagare le tasse negli Stati Uniti? Il nuovo Pontefice è un cittadino americano e l’Irs (Internal Revenue Service, la corrispondente Agenzia delle Entrate a stelle e strisce) richiede a tutti i cittadini la presentazione della dichiarazione dei redditi, indipendentemente da dove hanno la residenza. Anche chi ha residenza all’estero deve presentare la dichiarazione dei redditi negli Stati Uniti se è cittadino.

Papa Leone XIV ha la cittadinanza nel Paese dove è nato (gli Stati Uniti, appunto) e il principio sopra descritto si applica, quindi, anche al nuovo Pontefice. A sollevare la questione, che fino a oggi non ha precedenti, è il Washington Post il quale sottolinea che per gli altri Papi non italiani il problema non si è posto: Papa Francesco non è stato tassato dall’Argentina, Papa Benedetto XVI non è stato tassato dalla Germania e Papa Giovanni Paolo II non è stato tassato dalla Polonia. Ora che, però, si ha il primo Papa americano si sfocia in un territorio che viene definito inesplorato.

La normativa degli Stati Uniti per i cittadini che risiedono all’estero è abbastanza chiara e per Papa Leone XIV potrebbero esserci problemi con il Fisco.

Il Papa deve pagare le tasse in America?

Si tratta del primo caso della storia, poiché Robert Francis Prevost è il primo Papa con cittadinanza negli Stati Uniti. Nato a Chigago, è un cittadino americano e come tale dovrà presentare la dichiarazione dei redditi nel suo Paese di origine.
Si potrebbe obiettare che il Pontefice non riceve uno stipendio vero e proprio, ma lo Stato Vaticano riconosce al Papa numerosi fringe benefit: vitto, alloggio, sussidi, assistenza sanitaria e spese personali.

L’alloggio potrebbe essere considerato esentasse, perché il Fisco non tassa la residenza del dipendente se è di proprietà dell’azienda e se è indispensabile che il dipendente ci viva, ma proprio questi benefici in natura potrebbero essere considerati dal Fisco degli Stati Uniti come reddito imponibile e chiedere al Pontefice (che anche se fa parte del clero non è esente dalle tasse nel suo Paese di origine) il pagamento delle relative tasse.

Da considerare, poi, che i cittadini americani residenti all’estero per l’anno di imposta 2025 possono escludere dall’imponibile fino a 130mila euro di reddito estero, ma questa esenzione, in base a quanto riportato dal Washington Post,non può essere applicata al reddito percepito da chi lavora per un governo straniero. Papa Leone XIV è alle dipendenze del Vaticano e, quindi, non dovrebbe essergli riconosciuta neanche questa esenzione. Inoltre gli Istituti finanziari di tutto il mondo (compresi quelli del Vaticano) sono tenuti a segnalare al Dipartimento delle imposte Usa i dettagli dei conti dei propri clienti e la regola si applicherebbe anche a Papa Leone XIV, se ha autorità di firma per i conti del Vaticano.

Quali soluzioni per Papa Leone XIV?

Come potrebbe evitare il nuovo Pontefice di pagare le imposte negli Stati Uniti? L congresso, essendo lui il primo Papa degli Stati Uniti, potrebbe prevedere una legge ad personam che lo esoneri dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Un’altra soluzione per sottrarsi all’obbligo fiscale in America, potrebbe essere quella di rinunciare alla cittadinanza americana, ma sembrerebbe un gesto abbastanza estremo. A questo punto la patata bollente passerebbe ai contabili della Santa Sede che dovrebbero applicare tutte le norme previste alla dichiarazione dei redditi del nuovo Pontefice.

Argomenti

# Tasse

Iscriviti a Money.it