Pagamenti digitali tra cash e criptovalute, cosa succede in Europa

Niccolò Ellena

29 Giugno 2022 - 09:30

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Secondo un report redatto da Galitt, la generazione Z sta inviando segnali su come saranno i pagamenti del futuro: dilazionabili e immediati, ma senza spese aggiuntive

Pagamenti digitali tra cash e criptovalute, cosa succede in Europa

Il mondo dei pagamenti digitali è in continua evoluzione. Sempre più aziende, specialmente nell’ambito delle Big Tech, decidono di aprirsi a questo settore, con l’obiettivo non solo di allargare il proprio business, ma anche di comprendere meglio le abitudini degli utenti, considerate di prima importanza.

Per cercare di fare maggiore chiarezza in questo ambito, Galitt, un’azienda di proprietà di Sopra Steria, operante nel settore dei pagamenti elettronici, ha analizzato la situazione in cinque Paesi europei, ossia Belgio, Francia, Germania, Italia e Regno Unito per offrire una prospettiva più chiara sulle tendenze del settore.

Al questionario sottoposto da Galitt hanno risposto un numero variabile di persone incluso tra le 300 e le 400 per ogni Paese, equamente distribuite in tre fasce: 18-25, 25-50 e 50-65. Il sondaggio ha messo in mostra alcune tendenze molto interessanti, come ad esempio la disponibilità a utilizzare o meno le criptovalute come mezzo di pagamento in alcuni Paesi o la volontà di indebitarsi per poter usufruire di un prodotto o di un servizio.

Buy now pay later, a che punto siamo

Il buy now pay later (BNPL) è un metodo di pagamento elettronico che permette, attraverso delle piattaforme ad-hoc, di pagare un bene a rate. Secondo i dati di Galitt, questo metodo sta guadagnando popolarità, ma è ancora lontano da avere il successo sperato.

Il sondaggio sottolinea che BNPL è utilizzato da sei persone su dieci; coloro che non lo usano non gradiscono il fatto di indebitarsi, questa affermazione è vera specialmente in Paesi come l’Italia dove, al contrario ad esempio del Regno Unito, questa pratica è percepita come sbagliata.

Forse anche per questioni culturali, in Italia questo metodo è considerato sconveniente. Ciò è confermato anche dal fatto che il 43% dei rispondenti pensa che per accedere al pagamento rateizzato sia necessario pagare di più, ma di fatto non è così.

L’importanza del metodo di pagamento

Con il sorgere di numerosi nuovi metodi di pagamento, il cliente sta diventando sempre più esigente. Come parte della sua customer experience, il cliente si aspetta di poter pagare in tutti i modi che desidera. Qualora non gli sia concessa questa possibilità, secondo quanto emerge dai dati di Galitt, molte persone sono disposte ad abbandonare il proprio carrello senza concludere l’acquisto.

In particolare, il 63% dei rispondenti ha affermato di non aver terminato un acquisto poiché insoddisfatto dei metodi di pagamento disponibili. Questo dato cresce addirittura nella fascia 18-25, in cui i rispondenti hanno risposto in maniera affermativa il 72% delle volte. Questo dato ben esemplifica un trend già chiaro ai più esperti: le nuove generazioni sono sempre più esigenti e pretendono di essere messi al centro della customer experience.

Anche la velocità del pagamento gioca un ruolo nevralgico, infatti, oggi è largamente percepito come inaccettabile che un bonifico possa impiegarci due giorni per essere ricevuto. L’esigenza, che sempre più attori stanno recependo, è quella di rendere i pagamenti immediati. Questa non solo è percepita come una necessità, ma quasi come un diritto, dal momento che la maggior parte degli europei non è disposta a pagare cifre aggiuntive per velocizzare il completamento del pagamento.

Questo avviene specialmente nel Regno Unito dove soltanto il 19% delle persone accetta che sia necessario pagare una somma extra per ricevere un pagamento più velocemente. Al contrario, in Italia ci dimostriamo ancora disponibili a pagare per una maggiore velocità, come affermato dal 53% dei rispondenti al sondaggio di Gallit.

Criptovalute e Gen-Z, un matrimonio da fare

Le criptovalute sono un argomento che interessano moltissimi. Negli ultimi anni se ne è parlato a lungo, talvolta forse anche troppo, ma sono veramente utilizzate per lo scopo per cui sono nate? Stando a quanto emerge dal sondaggio sembra di no, infatti molte persone in Europa affermano di conoscerle e di reputarle un buon investimento, ma soltanto il 6% circa è disposto a usarle come metodo di pagamento.

Il dato più rilevante nel settore delle criptovalute emerge dall’Italia, dove il 53% delle persone intervistate afferma di avere una conoscenza almeno di base di cosa in materia di criptovalute.

Una cifra così alta è dovuta principalmente alle risposte positive della generazione Z italiana, che si distingue per essere una grande conoscitrice di questa materia. Di quelli che le conosce e ne possiede, il 9% afferma di averle acquistate per usarle come mezzo di pagamento, mentre il restante 44% afferma di preferirle come semplice investimento.

Per quanto riguarda i luoghi di custodia delle criptovalute, il 19% affiderebbe le proprie criptovalute a una banca tradizionale, mentre il 37% a una banca online.

Nonostante dunque sia evidente che il mondo dei pagamenti si stia muovendo verso un orizzonte maggiormente digitale, a farla da padrone sono sempre le banche, in cui il 96% degli europei hanno un conto corrente aperto.

Secondo i dati, il motivo principale per cui le banche sono ancora considerate così nevralgiche, è per la loro reputazione. Sono infatti sono considerate, affidabili, in quanto danno la possibilità al cliente di interagire con un dipendente della banca qualora ci sia bisogno; e protette, in quanto sono maggiormente tutelate dal punto di vista della sicurezza
informatica
, cosa che oggi non è affatto scontata.

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