Naspi, quanto spetta? Ecco quanto si prende con la disoccupazione

Simone Micocci

16 Febbraio 2023 - 19:37

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Quanto si prende di Naspi, conosciuta anche come indennità di disoccupazione? Ecco tutte le informazioni utili per farsi un’idea di quanto spetta.

Naspi, quanto spetta? Ecco quanto si prende con la disoccupazione

Sapere quanto spetta di Naspi è un’informazione utile per tutti coloro che hanno perso, o stanno per perdere, il lavoro e vogliono farsi un’idea di quale sarà l’importo dell’indennità di disoccupazione così da poter riprogrammare le proprie spese mensili.

Anche se rappresenta un valido sostegno durante la disoccupazione, infatti, la Naspi ha un importo generalmente più basso rispetto all’ultimo stipendio percepito (ma non è detto sia sempre così, e di seguito vedremo il perché): per questo motivo è bene conoscere in anticipo quanto si prende mensilmente, in modo da poter gestire al meglio il bilancio familiare e tagliare, se necessario, alcune spese superflue.

A tal proposito, ecco una guida utile - e aggiornata al 2023 - per calcolare l’importo della Naspi già prima che venga liquidata dall’Inps.

Guida al calcolo

La regola per il calcolo della Naspi è sempre la stessa, tuttavia le soglie prese come riferimento cambiano ogni anno perché soggette a rivalutazione, ossia quel meccanismo con cui gli importi di pensioni, ammortizzatori sociali e prestazioni per il sostegno del reddito, vengono adeguati all’andamento medio dell’inflazione registrato negli ultimi 12 mesi.

Nel dettaglio, per il calcolo dell’indennità di disoccupazione si prende come riferimento la retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali (comprese eventuali tredicesime e quattordicesime) degli ultimi 4 anni, ma solo di quei periodi che non hanno già dato luogo a Naspi. Per il calcolo, quindi, non si guarda solamente alla retribuzione percepita nell’ultimo rapporto di lavoro, ma anche a quanto riconosciuto in esperienze precedenti purché siano comprese nell’arco dei 4 anni e non abbiano già dato luogo a Naspi.

Per questo motivo, non è detto che la Naspi sia sempre inferiore all’ultimo stipendio: potrebbe essere, infatti, che la retribuzione media mensile risulti - grazie a esperienze lavorative pregresse - talmente più alta della retribuzione percepita nell’ultimo rapporto di lavoro da rendere persino l’indennità di disoccupazione più conveniente. Si tratta comunque di una situazione al limite, in quanto generalmente è la Naspi, viste le regole di calcolo applicate, ad avere un importo inferiore rispetto all’ultimo stipendio.

Questo perché della retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni non se ne prende tutta, bensì il 75% entro una certa soglia rivalutata annualmente; per la parte residua, invece, solamente il 25%, con la Naspi che in ogni caso non può superare un determinato importo (anche questo rivisto ogni inizio anno).

A tal proposito, nel 2023 gli importi di riferimento per la Naspi sono i seguenti:

  • 1.352,19 euro, soglia entro cui spetta il 75% della retribuzione media;
  • 1.470,99 euro, importo massimo erogato.

Quindi, per i primi 1.352,19 euro spetta il 75% dell’importo (fino a un massimo di 1.014,14 euro) mentre per la parte residua il 25%. Da questa operazione non ne potrà risultare un importo superiore a 1.470,99 euro mensili.

Esempio

Prendiamo come esempio Tizio che negli ultimi due anni ha lavorato per l’azienda Alfa con retribuzione di 2.000 euro lordi, mentre immediatamente prima era stato impiegato per 24 mesi nell’azienda Beta con retribuzione di 1.500 euro lordi.

La retribuzione media giornaliera è quindi pari a 1.750 euro, con una Naspi così calcolata:

  • 75% per il reddito fino a 1.352,19 euro. Ne risulta un importo di 1.014,14 euro;
  • 25% per i restanti 397,81 euro, con l’aggiunta quindi di altri 99,45 euro.

In totale, spetta un importo mensile pari a 1.113,59 euro.

Taglio mensile

È importante specificare però che l’importo della Naspi inizialmente riconosciuto si riduce col tempo. Per evitare che l’indennità di disoccupazione risultasse troppo attrattiva per chi la prende, infatti, il legislatore ha introdotto un meccanismo di décalage che taglia la Naspi del 3% ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione.

Per capire meglio riprendiamo l’esempio di cui sopra, con Tizio che ha diritto per i primi 5 mesi a una Naspi di 1.113,59 euro. Al sesto mese però scatta la riduzione del 3% che si applicherà fino a scadenza naturale del beneficio (24 mesi in questo caso). Ne risulteranno, quindi, i seguenti importi:

  • 6° mese: 1.113,59 euro
  • 7° mese: 1.080,18 euro
  • 8° mese: 1.047,78 euro
  • 9° mese: 1.016,34 euro
  • 10° mese: 985,85 euro
  • 11° mese: 956,28 euro
  • 12° mese: 927,59 euro
  • 13° mese: 899,76 euro
  • 14° mese: 872,77 euro
  • 15° mese: 846,59 euro
  • 16° mese: 821,19 euro
  • 17° mese: 796,55 euro
  • 18° mese: 772,66 euro
  • 19° mese: 749,48 euro
  • 20° mese: 726,99 euro
  • 21° mese: 705,18 euro
  • 22° mese: 684,03 euro
  • 23° mese: 663,51 euro
  • 24° mese: 643,60 euro

Attenzione, esclusivamente nel caso del beneficiario che ha compiuto i 55 anni (alla data di presentazione della domanda), la riduzione del 3% scatta successivamente, ossia all’ottavo mese di fruizione.

Importo lordo o netto?

Gli importi sopra indicati sono al lordo delle tasse. La Naspi, infatti, fa reddito a tutti gli effetti (anche ai fini Isee) e come tale viene tassata. Sull’indennità di disoccupazione, quindi, si paga l’Irpef e sarà l’Inps - in qualità di sostituto d’imposta - a effettuare le trattenute fiscali previste.

Per lo stesso motivo sulla Naspi si applicano anche le detrazioni da lavoro dipendente ed eventualmente quelle per familiari a carico, mentre - laddove se ne soddisfino i requisiti - si ha diritto agli istituti introdotti dal Decreto legge n. 3 del 2020 al fine di ridurre la pressione fiscale sui dipendenti, come ad esempio il trattamento integrativo di 100 euro al mese per i redditi fino a 15.000 euro.

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# Naspi

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