Come si calcola l’Isee 2023 e cosa serve? Vediamo le istruzioni Inps, dai documenti che servono alla scadenza della Dsu.
Come si calcola l’Isee e quali documenti servono? E quando fare l’Isee 2023? È bene ricordare che il 31 dicembre scadono tutti i modelli Isee elaborati quest’anno, e da gennaio sarà quindi possibile elaborare l’Isee 2023.
L’Isee si può richiedere in qualunque momento dell’anno, quando serve per presentare una domanda di agevolazione. L’Indicatore di Situazione Economica Equivalente è il documento che fotografa la situazione economica di un nucleo familiare, prendendo in considerazione sia redditi che patrimoni (mobiliari e immobiliari).
Il calcolo dell’Isee viene fatto su una serie di documenti e in base al valore si ha accesso (in alcuni casi anche automatico) a una serie di agevolazioni e bonus.
Il modello Isee ordinario rileva la situazione economica relativa ai 24 mesi (quindi due anni solari) precedenti; perciò, nel 2023 si guarda a redditi e patrimoni del 2021. In alcune circostanze si può richiedere l’Isee corrente, che riguarda redditi e patrimoni degli ultimi 12 mesi.
Il primo passo per ottenere l’Isee è la presentazione della Dsu (Dichiarazione Sostitutiva Unica). La Dsu contiene le informazioni anagrafiche, reddituali e patrimoniali che descrivono la situazione economica dell’intero nucleo familiare.
Nella guida che segue vediamo i documenti da presentare, come si effettua il calcolo, quali sono i valori che fanno alzare l’Isee e come uscire da quello dei genitori, oltre a come vengono effettuati i controlli su quanto dichiarato.
Come fare per ottenere l’Isee 2023
Il primo passaggio da fare per ottenere il modello Isee è compilare la Dsu, cioè la Dichiarazione Unica Sostitutiva. La Dsu può essere presentata in qualsiasi periodo dell’anno e ha validità fino al 31 dicembre.
La Dsu si può presentare:
- online: l’utente la può compilare direttamente usando il servizio dell’INPS;
- tramite Caf: l’utente si reca presso un centro di assistenza fiscale e compila in modo assistito il documento;
- usando l’Isee precompilato: dal 2020 è possibile avvantaggiarsi della Dsu precompilata, con dati precompilati forniti dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS, a cui vanno aggiunti quelli che l’utente deve autodichiarare.
Elenco documenti per il modello Isee 2023
Per predisporre la Dsu ai fini Isee 2023 sono necessari i documenti anagrafici, su redditi e patrimoni riguardanti tutti i componenti del nucleo familiare.
Di seguito l’elenco dei documenti:
- stato di famiglia;
- codice fiscale di ciascun componente del nucleo familiare;
- documento d’identità valido;
- dichiarazione dei redditi (modello UNICO o modello 730);
- certificazione dei redditi (Certificazione Unica, ex CUD);
- contratto d’affitto e copia dell’ultimo canone versato, se il nucleo risiede in abitazione in casa d’affitto;
- saldo contabile dei depositi bancari e postali;
- estratti conto con giacenza media annuale dei depositi bancari e postali al 31/12/2021;
- azioni o quote detenute presso società od organismi di investimento collettivo di risparmio;
- dati patrimonio immobiliare così come risultanti da visura catastale;
- contratto di assicurazione sulla vita.
Tutti questi documenti vengono sottoposti ai controlli: Agenzia delle Entrate e INPS incrociano i dati in loro possesso e verificano la correttezza delle informazioni dichiarate.
Nello specifico, per quanto riguarda la situazione reddituale, vanno presentati:
- modello 730/2021 o Redditi PF 2021 (Unico), modello CU 2021;
- documentazione attestante compensi, indennità, trattamenti previdenziali e assistenziali, redditi esenti ai fini Irpef, redditi prodotti all’estero, borse e/o assegni di studio, assegni di mantenimento per coniuge e figli, compensi erogati per prestazioni sportive dilettantistiche (ivi compreso somme percepite da enti musicali, filodrammatiche e similari);
- redditi relativi ad attività di lavoro dipendente prestato all’estero;
- reddito dichiarato da coniuge estero iscritto all’AIRE;
- reddito relativo a pensioni estere;
- reddito da attività agricole.
Per la situazione patrimoniale invece bisogna presentare i documenti che attestano il proprio patrimonio mobiliare e immobiliare:
- titoli di stato, buoni postali, partecipazioni azionarie, obbligazioni, BOT, CCT, buoni fruttiferi, fondi d’investimento, forme assicurative di risparmio ecc;
- saldo e giacenza media di conto correnti, depositi bancari e postali, libretti postali e simili al 31/12/2021;
- mutui (Certificazione della quota capitale residua dei mutui stipulati per l’acquisto e/o la costruzione degli immobili di proprietà) o case di proprietà (Certificati catastali, atti notarili di compravendita, successioni);
- assicurazioni sulla vita;
- targa o estremi di registrazione di autoveicoli e motoveicoli di cilindrata pari o superiore a 500cc, di navi e imbarcazioni da diporto, posseduti alla data di presentazione della dichiarazione.
Come si calcola l’Isee 2022
Fare il calcolo dell’Isee non è molto semplice, perché il valore non corrisponde semplicemente al reddito percepito, ma come abbiamo visto nel paragrafo precedente vanno tenuti in considerazione tutti i fattori reddituali e patrimoniali. Non solo: il risultato finale dipende dalla situazione economica di tutti i componenti del nucleo familiare.
È quindi l’INPS stessa a effettuare il calcolo, partendo dalla Dsu e determinando il valore dell’Isee con un rapporto tra l’Indicatore della Situazione Economica (ISE) e il parametro desunto dalla scala di equivalenza di seguito riportata:
NUMERO DEI COMPONENTI | PARAMETRO |
---|---|
1 | 1,00 |
2 | 1,57 |
3 | 2,04 |
4 | 2,46 |
5 | 2,85 |
In merito al valore della scala di equivalenza, per il calcolo dell’Isee è prevista l’applicazione di alcune maggiorazioni, pari a:
- 0,35 per ogni ulteriore componente;
- 0,5 per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente;
- 0,2 in caso di presenza nel nucleo di tre figli, 0,35 in caso di quattro figli, 0,5 in caso di almeno cinque figli;
- 0,2 per nuclei familiari con figli minori, elevata a 0,3 in presenza di almeno un figlio di età inferiore a tre anni compiuti, in cui entrambi i genitori o l’unico presente abbiano svolto attività di lavoro o di impresa per almeno sei mesi nell’anno di riferimento dei redditi dichiarati. La maggiorazione si applica anche in caso di nuclei familiari composti esclusivamente da un solo genitore non lavoratore e da figli minorenni. Ai soli fini della maggiorazione, fa parte del nucleo familiare anche il genitore non convivente, non coniugato con l’altro genitore che abbia riconosciuto i figli, a meno che non ricorrano casi specifici.
In ogni caso è possibile affidarsi a un simulatore di calcolo dell’INPS.
leggi anche
Isee minorenni: cos’è e quando serve

Isee 2022 per i disabili
I portatori di handicap dovranno inoltre presentare i seguenti documenti per il calcolo del modello Isee 2022:
- certificazione dell’handicap attestante la denominazione dell’ente che ha rilasciato il documento, il numero identificativo e la data di rilascio;
- spese pagate per l’assistenza personale e/o per il ricovero presso strutture residenziali.
Cosa non va dichiarato nell’Isee?
Come abbiamo detto, l’Isee serve a ottenere una serie di agevolazioni economiche, e quindi più alto è l’Isee e più sarà difficile ottenere i benefici. Per esempio, più risulta elevato l’Isee e più saranno alte le tasse universitarie da pagare. Se invece l’Isee è basso, si ottiene un reddito di cittadinanza dall’importo più cospicuo.
È chiaro che ci sono dei valori che fanno aumentare il valore finale dell’Isee, ma bisogna dichiarare tutte le informazioni che abbiamo visto nei paragrafi precedenti, che riguardano redditi e patrimoni di tutti gli appartenenti al nucleo familiare.
Quali sono i valori che fanno aumentare l’Isee
L’Isee raccoglie le informazioni riguardanti redditi e patrimoni di tutti i membri del nucleo familiare, e quindi sono tanti i parametri che influenzano il valore finale del documento da cui dipende l’accesso o meno a determinati bonus e agevolazioni.
Per esempio, tra i valori che fanno aumentare l’Isee ci sono i risparmi, sia del conto corrente bancario, di quello postale o del libretto, dei depositi o su una carta prepagata. Contano poi anche gli immobili posseduti, non solo da chi richiede l’Isee ma da tutti i componenti del nucleo familiare.
Poi, hanno una certa influenza anche alcuni beni, per esempio veicoli, moto e imbarcazioni possedute.
Come uscire dall’Isee familiare
Visto che il valore finale viene dato prendendo in considerazione la situazione reddituale e patrimoniale di tutti i componenti del nucleo familiare, uscire dall’Isee familiare è un modo per abbassare il proprio Isee e avere diritto a una serie di bonus e detrazioni che altrimenti non toccherebbero. Un esempio calzante è quello del bonus prima casa under 36, istituito dal decreto Sostegni bis: con Isee superiore a 40mila euro si viene esclusi dall’agevolazione.
Il modo più semplice per uscire dall’Isee dei propri genitori è quello di cambiare residenza. Altrimenti, bisogna uscire dal proprio nucleo familiare, condizione che si raggiunge quando:
- non si vive più con la propria famiglia e la residenza è stata cambiata;
- si ha meno di 24 anni e si produce un reddito superiore a 4mila euro all’anno;
- si produce un reddito superiore a 2.840,51 euro e si ha più di 24 anni.
leggi anche
Isee minorenni: cos’è e quando serve

Quanto tempo ci vuole per ottenere l’Isee
Per ottenere il modello Isee, quindi, è necessario presentare la Dsu (Dichiarazione Unica Sostitutiva), documento che contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali di un nucleo familiare.
L’Inps calcola l’Isee sulla base di tutti i dati, quelli autodichiarati e quelli presenti nei propri archivi e in quelli dell’Agenzia delle Entrate, e rende disponibile l’attestazione al dichiarante entro dieci giorni lavorativi dalla ricezione della Dsu.
Potrebbero anche passare 15 giorni lavorativi dalla data di presentazione della Dsu, ma l’Inps specifica che si tratta di un caso eccezionale. In questo caso è possibile compilare un apposito modulo per autodichiarare i dati per il calcolo dell’Isee.
Quando scattano i controlli sull’Isee?
I controlli sull’Isee sono fatti a campione; quindi, molti contribuenti che hanno dichiarato dati falsi potrebbero anche passarla liscia, ma mentire non conviene: non si tratta di evasione fiscale, ma visto che si ottiene una prestazione agevolata che non spetterebbe, è un raggiro ai danni dello Stato.
Si commette il reato di falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale e va incontro a conseguenze gravi: la prima è la perdita del beneficio e la seconda è la restituzione delle cifre percepite in modo illegittimo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta:
Per poter partecipare alla discussione devi essere abbonato a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi