Meta: ecco come le Pmi possono frenare il cambiamento climatico

Dario Colombo

2 Maggio 2022 - 10:05

condividi

Meta (Facebook) sta lavorando con le Pmi per dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C. Intervista ad Angelo Mazzetti, head of public policy

Meta: ecco come le Pmi possono frenare il cambiamento climatico

Diceva Ettore Petrolini che non bisogna cercare i soldi ai ricchi, ma ai poveri, perché è vero che ne hanno pochi, ma sono tanti.
Trasliamo la sagace battuta metaforica in campo economico e facciamo nostri questi dati: le Pmi oggi costituiscono il 99,7% delle aziende UE, danno lavoro al 66% della popolazione europea e sono responsabili del 70% dell’inquinamento industriale europeo.

Logico allora rivolgersi a loro per ottenere tanti “spiccioli”, che messi insieme fanno una somma consistente. Ma l’oggetto della somma ricercata non sono i soldi, bensì le emissioni di gas serra.

Per arrivare allo scopo Meta (ossia Facebook, ma non solo) ha portato anche in Italia “Meta Boost: Guide to Green”, un programma globale che vuole convincere le Pmi a intraprendere azioni per contrastare i cambiamenti climatici, ridurre le emissioni di carbonio e favorire una crescita sostenibile.

Lo ha fatto in occasione dell’Earth Day del 22 aprile, ma il programma, è ovvio, ha una portata tale che se ne può e anzi se ne deve parlare soprattutto non in occasione delle ricorrenze, ma nel quotidiano.

Il progetto è realizzato in collaborazione con Legambiente, Giovani Imprenditori Confcommercio e SME Climate Hub, un’iniziativa globale per permettere alle Pmi di intraprendere azioni per il clima.

L’obiettivo che insieme si sono dati è sviluppare iniziative concrete per dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e azzerare le emissioni nette entro il 2050, puntando a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C.
 
Dal canto suo la casa di Facebook e Instagram sta lavorando per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale: una nota della società dice che Meta progetta e costruisce data center e luoghi di lavoro sostenibili, utilizza per tutte le proprie attività il 100% di energia da fonti rinnovabili  e dal 2021 ha raggiunto il traguardo “emissioni zero” per le proprie operazioni globali. Un obiettivo conseguito riducendo del 94% le proprie emissioni di gas serra negli ultimi 4 anni.

Perché ESG vuol dire profitto

La svolta ecologica che la politica ESG (Environmental, Social and corporate Governance) di Meta sostiene, avrà un impatto importante sulle Pmi, soprattutto se si considera che oggi i consumatori sono sempre più attenti ai prodotti e ai servizi che acquistano.

Secondo lo studio “The Sustainability Imperative” di YouGov, il 77% delle persone nell’area Emea considera la sostenibilità di un brand prima di provarlo e in base allo studio di Accenture, “Winning a Circular Economy: Practical steps for the European chemical industry”, il 50% si dichiara disposto a pagare di più per un prodotto destinato a essere riutilizzato o riciclato.

Per un’indagine Nomisma del 2021 anche gli italiani sono attenti a questo tema: nove persone su dieci sono consapevoli della gravità della situazione ambientale e il 32% delle famiglie negli acquisti alimentari considera la sostenibilità dei prodotti come principale driver di scelta.

Angelo Mazzetti Angelo Mazzetti Angelo Mazzetti è Head of Public Policy di Meta per l’Italia e la Grecia

L’iniziativa di Meta ha quindi un risvolto etico, sociale, ma anche economico. Per inquadrarla money.it ha intervistato Angelo Mazzetti, Head of Public Policy di Meta per l’Italia e la Grecia.

Bando al greenwashing: il valore che ne trarranno le singole Pmi dal prendere parte all’iniziativa Meta Boost Guide to green sarà più di immagine o di sostanza?

Ci sarà un apporto positivo su entrambi i fronti. L’indirizzo di azione che forniamo alle Pmi con Meta Boost: Guide to Green ha una forte impronta pratica: analisi e azioni concrete che se applicate porteranno davvero a un percorso di crescita sostenibile.

Di conseguenza ci sarà anche un ritorno a livello reputazionale. Dobbiamo tenere presente che le persone sono sempre più attente a questi temi, e questo si riflette anche nelle loro scelte di acquisto, come dimostrano i dati da voi riportati.

A proposito di dati, la raccolta di quelli sulle effettive emissioni viene spesso messa in discussione, in quanto non vi è certezza di diritto e parità di accesso alle informazioni. Cosa fa Meta per rendere questi dati credibili?

Avere Sme Climate Hub come partner di Meta Boost: Guide to Green ci ha permesso di disporre di strumenti e di dati oggettivi a cui affidarci per strutturare il nostro progetto e aiutare le Pmi a intraprendere un percorso verso la sostenibilità.

Riunisci, Individua, Misura, Riduci e Compensa sono i cinque passi che un’impresa deve fare per ridurre la propria impronta di carbonio. Specialmente nella terza fase, Misura, grazie al supporto di Sme Climate Hub abbiamo individuato dei tool gratuiti, specifici per guidare le Pmi e aiutarle a calcolare la propria impronta di carbonio: Cool Climate fornisce una panoramica delle emissioni totali, costituite da emissioni dirette (prodotte da apparecchi come caldaie a gas e autovetture, furgoni o autocarri aziendali), da emissioni indirette derivanti dalla produzione di energia acquistata, e da altre emissioni indirette che si verificano nelle catene di valore aziendale.

Per calcolare quest’ultimo tipo di emissioni è molto utile anche GHG Protocol Scope 3 Evaluator, mentre Carbon Fund fornisce una panoramica delle emissioni totali dirette, legate a fonti di proprietà e indirette legate all’energia acquistata.

Per la maggioranza delle aziende, la preponderanza delle emissioni può derivare dallo scope 3, che comprende le emissioni indirette della catena di valore aziendale come l’acquisto di merci e servizi, il trasporto e la distribuzione, lo smaltimento dei rifiuti, i viaggi aziendali e il pendolarismo dei dipendenti e le attività in leasing.

Una volta individuata l’origine delle emissioni, l’azienda può ricorrere alle risorse fornite da Sme Climate Hub per misurare le emissioni e intraprendere azioni per il clima, attraverso molteplici percorsi. Un altro strumento gratuito disponibile è Project Drawdown che consente di trovare le soluzioni per i principali settori di incidenza.

Da tempo avete individuato le Pmi come soggetto di riguardo per le politiche di innovazione, digitalizzazione e ora lo fate anche per la sostenibilità. Ma la missione non si porta avanti da soli: chi vi dà una mano per trovare ascolto e seguito?

Sono stati di grande supporto Sme Climate Hub, Legambiente e Giovani Imprenditori Confcommercio, realtà con le quali abbiamo collaborato per sviluppare Meta Boost: Guide to Green.

Come anticipato, Sme Climate Hub è stato fondamentale per avere un supporto tecnico e suggerire alle Pmi le azioni e gli strumenti necessari per un futuro più sostenibile, ma imprescindibile è stato anche il contributo di Legambiente, l’associazione ambientalista più diffusa in Italia con quarant’anni di esperienza nella sostenibilità alle spalle, e Giovani Imprenditori Confcommercio, che rappresenta oltre 200 mila imprenditori occupati nel settore terziario che conoscono bene il mondo e le dinamiche delle Pmi.

Se Legambiente si è focalizzata maggiormente sull’impatto ambientale e la responsabilizzazione dei cittadini, Confcommercio invece si è concentrata sull’aspetto dell’innovazione, della competenza e della fattibilità di interventi mirati.

Dite che Meta Boost Guide to Green è indirizzato a tutte le Pmi italiane, con particolare attenzione al settore Horeca e all’agroalimentare. Cosa vi aspettate da loro?

Il primo passo è senza dubbio una presa di consapevolezza dei propri consumi e dalle emissioni che ne derivano. Tutti i business producono emissioni clima-alteranti, ma di tipo diverso, e per capire come agire in un’ottica più sostenibile è decisivo comprendere su cosa è necessario intervenire.

Nei settori dell’agroalimentare, della ristorazione e dell’hôtellerie a causare la maggior parte di emissioni sono i vari step della supply chain: dall’allevamento, al trasporto e alla conservazione del cibo e materiali, agli impianti di refrigerazione e illuminazione; spesso le emissioni sono causate anche dallo spreco di cibo.

Conoscere questi dati e avere la consapevolezza delle aree nelle quali è necessario intervenire è il punto di partenza per iniziare un percorso per creare un’azienda sostenibile.

Come sarà misurata la comprensione del tema da parte delle aziende e soprattutto il loro agire di conseguenza?

Attraverso Meta Boost: Guide to Green desideriamo sostenere le Pmi nella transizione verde attraverso un percorso che le aiuterà a identificare le azioni da intraprendere per ridurre le emissioni climalteranti: dalla misurazione dell’impronta di carbonio, alle azioni da compiere, fino alla modalità con cui affrontare il problema delle emissioni residue.

Nel Meta Boost training Hub le Pmi trovano materiali di formazione, contributi video per approfondire questa tematica e storie di imprese che hanno già intrapreso con successo questo percorso.

Hanno anche a disposizione video e possono ricevere consigli su come avere una presenza online e interagire con i propri clienti usando gli strumenti di Meta.

Attraverso la collaborazione con altre realtà abbiamo sviluppato e condiviso soluzioni sostenibili che le Pmi possono adottare, perché il cambiamento climatico è una sfida troppo grande da affrontare da soli.

Argomenti

# ESG

Iscriviti a Money.it