Debra Crew lascia la guida di Diageo, gruppo britannico leader mondiale nel settore degli alcolici, dopo appena due anni. In arrivo un cambio al vertice in attesa dei risultati annuali.
Colpo di scena al vertice di Diageo, gruppo britannico leader mondiale nel settore degli alcolici e proprietario di marchi iconici come Johnnie Walker, Smirnoff e soprattutto Guinness. La società ha annunciato che Debra Crew, amministratrice delegata del gruppo dal giugno 2023, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato dopo appena due anni dalla sua nomina. Il suo incarico termina, secondo quanto comunicato dall’azienda, “di comune accordo”. Il direttore finanziario Nik Jhangiani è stato scelto per guidare temporaneamente la società, nel frattempo è già partito il processo di selezione per un nuovo CEO.
Negli ultimi due anni, l’azienda ha dovuto fare i conti con una serie di difficoltà tra cui il rialzo generalizzato dei costi, la flessione dei consumi di alcolici nei mercati chiave, le tensioni geopolitiche e soprattutto i segnali di debolezza del proprio titolo in Borsa. Dalla nomina della Crew, il valore delle azioni Diageo ha registrato un calo di oltre il 40%. La società ha dovuto infatti avviare un piano di ristrutturazione volto a ridurre le spese di 500 milioni di dollari e rivedere il portafoglio di marchi con alcune dismissioni programmate entro il 2028.
Debra Crew lascia la guida di Diageo
Diageo ha precisato che l’uscita della CEO è stata decisa di comune accordo, senza però scendere nei dettagli delle motivazioni. Il presidente del consiglio di amministrazione Sir John Manzoni ha voluto ringraziare Crew per aver guidato il gruppo nella delicata fase post-pandemica, tra improvvisi cambiamenti dei consumi, instabilità economica e nuove sfide regolatorie, non da ultimo il rischio di tariffe aggiuntive sull’export verso il mercato statunitense che, secondo le stime aziendali, potrebbero pesare sul bilancio per altri 150 milioni di dollari ogni anno.
Crew, che ha assunto la guida dopo la scomparsa dello storico CEO Ivan Menezes nel 2023, rappresentava una figura di rottura sia per il suo percorso professionale sia per il suo ruolo di leadership femminile in una delle pochissime grandi aziende quotate britanniche. Tuttavia, il biennio alla guida di Diageo è stato segnato da risultati finanziari altalenanti e da scelte strategiche che non hanno convinto appieno gli investitori, portando alcuni analisti a parlare di una pressione crescente per accelerare il cambio al vertice.
Durante il suo breve mandato, la manager ha dovuto fronteggiare una significativa eccedenza di magazzino nei mercati dell’America Latina, una flessione della domanda in diversi Paesi, un caso di shortage di Guinness in Gran Bretagna a causa della “domanda eccezionale” del prodotto e una class action negli Stati Uniti che ha coinvolto alcuni marchi di tequila del gruppo. Nel contempo, alcune etichette storiche come Smirnoff o Captain Morgan hanno visto cali a doppia cifra nelle vendite, mentre Guinness ha continuato a registrare crescite costanti, pur non compensando l’andamento negativo del gruppo nel suo complesso.
Il piano strategico di Diageo in attesa dei risultati annuali
L’addio della CEO avviene in prossimità della pubblicazione dei risultati annuali (attesa per il 5 agosto) e in piena traversata di un piano strategico triennale di grande impatto. Il nuovo corso imposto dalla leadership e dal piano “Accelerate” punta non solo a ridurre il debito ma anche a razionalizzare i brand in portafoglio e puntare sulle eccellenze e sui segmenti premium, in risposta all’evoluzione dei gusti dei consumatori e della loro propensione alla spesa su bevande alcoliche.
Nel dettaglio, Diageo prevede:
- una riduzione delle spese di 500 milioni di dollari entro il 2028;
- cessioni di alcuni brand minori e razionalizzazione del portafoglio marchi;
- maggiore focus sui mercati premium e sull’export, con attenzione alle nuove generazioni sempre più inclini a ridurre il consumo di alcol;
- un rafforzamento del controllo sui costi e sulla supply chain per rispondere ai picchi di domanda che, come accaduto con Guinness in UK, possono provocare situazioni di carenza a scaffale.
Il CdA ha ribadito che le previsioni finanziarie per il 2025 e 2026 rimangono confermate e che l’obiettivo resta quello di una crescita sostenibile nel lungo periodo. Resta ora da capire chi guiderà la prossima fase di rilancio.
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