Come cambia l’Isee con la riforma del catasto: bonus e agevolazioni a rischio?

Rosaria Imparato

8 Marzo 2022 - 15:47

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Isee e riforma del catasto: come cambia e le conseguenze sull’accesso alle agevolazioni e alle prestazioni che dipendono dall’indicatore.

Come cambia l’Isee con la riforma del catasto: bonus e agevolazioni a rischio?

Come cambia l’Isee con la riforma del catasto prevista dalla legge delega sulla riforma fiscale?

Anche se l’indicatore della situazione economica dei nuclei familiari sembra non avere collegamenti con il tanto criticato articolo 6 della legge delega, in realtà dalla riforma del catasto potrebbe avere importanti conseguenze.

L’Isee infatti è quel documento che fotografa redditi e patrimoni delle famiglie, e in base a al valore finale si può accedere a una serie di aiuti e agevolazioni fiscali.

Come cambia l’Isee con la riforma del catasto?

Il calcolo dell’Isee potrebbe subire grandi variazioni con la riforma del catasto. L’Isee si basa sui documenti anagrafici, redditi e patrimoni riguardanti tutti i componenti del nucleo familiare.

Per quanto riguarda i patrimoni, si guardano sia quelli mobiliari che immobiliari. Tra i documenti da presentare infatti ci sono:

  • titoli di stato, buoni postali, partecipazioni azionarie, obbligazioni, BOT, CCT, buoni fruttiferi, fondi d’investimento, forme assicurative di risparmio ecc;
  • saldo e giacenza media di conto correnti, depositi bancari e postali, libretti postali e simili al 31/12/2020;
  • mutui (certificazione della quota capitale residua dei mutui stipulati per l’acquisto e/o la costruzione degli immobili di proprietà) o case di proprietà (certificati catastali, atti notarili di compravendita, successioni);
  • assicurazioni sulla vita;
  • targa o estremi di registrazione di autoveicoli e motoveicoli di cilindrata pari o superiore a 500cc, di navi e imbarcazioni da diporto, posseduti alla data di presentazione della dichiarazione.

Per il calcolo dell’Isee vengono quindi considerati anche gli immobili di proprietà, compresa l’abitazione principale, il cui valore è determinato dalla base imponibile dell’Imu. Ma cosa prevede la riforma del catasto? Scendiamo nel dettaglio.

I rischi della riforma del catasto: Isee più alto e meno bonus

Il presidente del Consiglio Draghi ha più volte ripetuto che l’intervento sul catasto è un’operazione di trasparenza, e che “nessuno pagherà né più né meno rispetto a oggi”. Ricordiamo, inoltre, che secondo le scadenze previste dalla legge delega ci vorranno cinque anni per iniziare a vedere dei cambiamenti nei dati catastali.

L’articolo 6 della legge delega sulla riforma fiscale è appunto quello che riguarda il catasto, e prevede strumenti per i comuni e per l’Agenzia delle entrate, per facilitare e ad accelerare l’individuazione e il corretto classamento di:

  • immobili attualmente non censiti o mal censiti, cioè che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita;
  • terreni edificabili accatastati come agricoli;
  • immobili abusivi.

Inoltre, è previsto un meccanismo di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, in relazione alla modifica delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato.

Questo significa, in termini pratici, che un aumento delle rendite catastali comporta come conseguenza anche un incremento dello stesso Isee. Il rischio quindi è quello di veder diminuire il ventaglio di bonus e agevolazioni fiscali accessibili con un Isee basso.

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