Irpef 2024, nuove aliquote e scaglioni: cosa cambia per calcolo e detrazioni

Patrizia Del Pidio

29 Febbraio 2024 - 14:36

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Dal 1° gennaio 2024 è in vigore la nuova Irpef con tre aliquote e relativi scaglioni. La novità ha effetti su detrazioni, no tax area e calcolo del trattamento integrativo. Tutte le novità.

Irpef 2024, nuove aliquote e scaglioni: cosa cambia per calcolo e detrazioni

Dal 1° gennaio al 31 dicembre è in vigore la nuova Irpef 2024 che prevede tre aliquote e relativi scaglioni. La riforma fiscale, è stata in parte dalla Legge di Bilancio e ha portato alla rimodulazione delle aliquote Irpef, che, nel 2024, passano da quattro e tre. Come sono cambiate?

Lo scopo della modifica e dell’introduzione delle nuove aliquote Irpef 2024 è quella di abbassare la pressione fiscale che grava sui lavoratori con redditi medio-bassi. La revisione dell’Irpef porta come primo cambiamento l’applicazione dell’aliquota al 23% per i redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro, per i quali fino allo scorso anno era dovuta un’aliquota al 25%. Il risparmio massimo che la nuova tassazione porta è pari a 260 euro l’anno.

Irpef 2024, una riforma sperimentale

Quello che va sottolineato è che la rimodulazione delle aliquote Irpef è prevista per il solo 2024, in attesa della flat tax. Questo è solo il primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche in base a quanto previsto dalla legge delega per la riforma fiscale. In mancanza di un ulteriore intervento normativo, quindi, a partire dal 1° gennaio 2025 si tornerà a pagare l’Irpef con le quattro aliquote previste fino al 31 dicembre 2023.

Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri il 28 dicembre 2023 ha confermato quanto previsto dalla legge delega in attuazione della riforma fiscale. Gli interventi in questione, e questa probabilmente è la novità più importante, sono introdotti solo per il 2024 e non a livello strutturale. Per confermare le novità 2024 anche negli anni successivi, quindi, sarà necessario intervenire ancora in base al reperimento delle risorse necessarie.

Le novità che riguardano l’Irpef 2024 prevedono tre interventi specifici e nel dettaglio:

  • equiparazione della no tax area di dipendenti e pensionati;
  • accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota;
  • introduzione di una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, escluse però le spese sanitarie.

Il primo intervento, quello sulla no tax area, riguarda solo i lavoratori dipendenti che vedono, di fatto, le detrazioni spettanti aumentare da 1.880 euro a 1.955 euro. Il terzo intervento, invece, riguarda solo coloro che hanno un reddito superiore a 50.000 euro, ovvero coloro che non beneficiano in alcun modo (ma non ne sono neanche penalizzati) della novità 2024, visto che il risparmio massimo previsto, di 260 euro, è annullato dalla franchigia prevista sulle detrazioni al 19%.

La novità più interessante, tra le tre, è sicuramente la riduzione degli scaglioni di reddito e delle relative aliquote percentuali che andremo a esaminare più nel dettaglio.
Deve essere però ricordato che per il 2024 non è confermata la flat tax incrementale. Inoltre la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 ha come effetto immediato una riduzione del principio della progressività. L’obiettivo dichiarato è andare verso l’aliquota unica.

Aliquote Irpef 2023

Nel 2023, come abbiamo accennato, erano previsti quattro scaglioni di reddito e altrettante aliquote Irpef così strutturate:

  • 23% sui redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% sui redditi compresi tra i 15.000 e i 28.000 euro;
  • 35% sui redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro;
  • 43% sui redditi che superano i 50.000 euro.

Alla progressività dell’Irpef contribuiscono anche altri elementi, oltre agli scaglioni di reddito e alle diverse aliquote, che nello specifico sono: la no tax area, le detrazioni e le deduzioni. Proprio grazie a tutti questi elementi l’Irpef da versare è personalizzata sulla base della situazione lavorativa e di quella familiare.

Irpef 2024, come cambiano aliquote e scaglioni?

Nel 2024 le aliquote Irpef subiscono una rimodulazione e vengono accorpati primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota percentuale, quella al 23%. Sparisce, quindi, l’aliquota Irpef al 25% e restano invariate le altre due.

Per la precisione le aliquote Irpef 2024 sono così strutturare:

  • 23% sui redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% sui redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro;
  • 43% sui redditi che superano i 50.000 euro.

Per capire nel dettaglio come cambiano le aliquote Irpef dal 2023 al 2024 è utile la seguente tabella:

Scaglioni di reddito 2023 Aliquote Irpef 2023 Scaglioni di reddito 2024 Aliquote Irpef 2024
fino a 15.000 euro 23% fino a 28.000 euro 23%
da 15.000 a 28.000 euro 25% abolito abolita
da 28.000 a 50.000 euro 35% da 28.000 a 50.000 euro 35%
oltre 50.000 euro 43% oltre 50.000 euro 43%

Irpef 2024: esempi di applicazione delle nuove aliquote

Come si calcola l’Irpef nel 2024, applicando le nuove aliquote? Supponiamo che un lavoratore dipendente abbia un reddito di 32.000 euro lordi. L’Irpef dovuta va calcolata nel seguente modo:

  • 23% sui primi 28.000 euro di reddito (6.440 euro);
  • 35% sui restanti 4.000 euro di reddito ( 1.400 euro).

Sui 7.840 euro di Irpef dovuta, poi, bisogna applicare detrazioni e deduzioni spettanti e addizionali comunali e regionali all’Irpef.

Per comprendere meglio come funzionano le aliquote Irpef 2024, facciamo un altro esempio su un contribuente con reddito di 56.000 euro. In questo caso si applica:

  • 23% sui primi 28.000 euro di reddito (6.440 euro);
  • 35% sui successivi 22.000 euro di reddito (7.770 euro);
  • 43% sui restanti 6.000 euro di reddito (2.580 euro).

Anche in questo caso, però, bisogna applicare detrazioni, deduzioni e addizionali regionali e comunali per avere un’idea di quale sia l’imposta netta da pagare.

Come sono cambiate le detrazioni Irpef nel 2024?

Per i lavoratori dipendenti le detrazioni da lavoro passano dai 1.880 euro annui del 2023 ai 1.955 euro del 2024. Annualmente, quindi, per questi lavoratori ci sarà diritto a 75 euro di detrazioni in più.

Per quanto riguarda, invece, le detrazioni fiscali per le spese sostenute, quelle al 19% cambiano per chi ha redditi superiori ai 50.000 euro. Per questi contribuenti è stata introdotta una franchigia di 260 euro (che annulla i benefici della nuova Irpef): in questo caso l’importo lordo delle detrazioni riconosciuto sarà diminuito di 260 euro. Questa novità è stata introdotta con lo scopo di compensare in parte il gettito minore per le casse dello Stato dopo l’accorpamento del primo e del secondo scaglione di reddito.

Aliquote Irpef 2024 e nuovi scaglioni, come cambia la no tax area?

Le nuove aliquote Irpef, con i cambiamenti previsti per le detrazioni da lavoro dipendente, hanno effetto anche sulla no tax area.

L’Irpef, infatti, non è dovuta per i redditi che non superano una determinata soglia, in quanto l’imposta è azzerata dalle detrazioni spettanti. Nel 2023 la soglia della no tax area per i lavoratori dipendenti era fissata a 8.174 euro (per questo limite di reddito l’imposta dovuta era pari a 1.880 euro, ovvero lo stesso importo delle detrazioni spettanti).

Nel 2024, per effetto dell’equiparazione delle detrazioni da lavoro dipendenti con quelle da pensioni a 1.955 euro, anche la no tax area cambia ed è innalzata a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti (per questo limite di reddito l’imposta dovuta è pari a 1.955 euro, ovvero lo stesso importo delle detrazioni spettanti).

Dal 1° gennaio 2024, quindi, l’importo massimo di reddito per essere esentati dal pagamento dell’Irpef è fissato a 8.500 euro.

Nuove aliquote Irpef 2024 come cambia il calcolo del trattamento integrativo

Il trattamento integrativo spetta a tutti i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito fino a 15.000 euro a patto che l’imposta dovuta sia superiore alle detrazioni da lavoro spettante. La regola generale, quindi, vuole che il trattamento integrativo spetti solo a chi ha capienza fiscale.

Se la regola fosse rimasta invariata molti dei lavoratori che oggi percepiscono il trattamento integrativo sarebbero rimasti esclusi dal beneficio. Proprio per questo motivo è stato modificato il sistema di calcolo per la spettanza dei 100 euro in busta paga prevedendo che l’imposta dovuta sia superiore alle detrazioni spettanti a cui sottrarre l’importo di 75 euro (riproporzionato in base al periodo di anno lavorato).

Questo correttivo nel calcolo, che non impatta minimamente sui lavoratori, è stato necessario per garantire a tutti i beneficiari che percepivano il trattamento integrativo nel 2023 di continuare a vederselo erogare anche nel 2024.

Irpef 2024: chi paga meno tasse con le nuove aliquote?

A beneficiare dell’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito e delle prime due aliquote Irpef sono tutti coloro che hanno un reddito compreso tra 15.000 e 50.000 euro. Nel particolare gli effetti saranno i seguenti:

  • per chi ha un reddito fino a 15.000 euro non vi sarà alcun beneficio sull’Irpef lorda da versare visto che l’aliquota Irpef applicata su questi limiti di reddito non varia e resta al 23%. Un piccolo sconto sull’Irpef è riconosciuto, però, ai lavoratori dipendenti le cui detrazioni da lavoro crescono da 1.880 euro a 1.955 euro per effetto dell’equiparazione della no tax area tra dipendenti e pensionati (massimo beneficio previsto è di 75 euro);
  • per chi ha redditi fino a 28.000 euro ci sarà un risparmio pari al 2% di tutto il reddito prodotto oltre i 15.000 (ovvero la differenza di aliquota Irpef applicata sul reddito maggiore rispetto ai 15.000 euro). Facciamo un esempio: per chi guadagna 22.000 euro il risparmio è di 140 euro, ovvero il 2% dei 7.000 euro che eccedono i 15.000 euro;
  • per chi ha redditi pari o superiori a 28.000 ma fino a 50.000 euro il risparmio è di 260 euro annui;
  • per i redditi superiori a 50.000 euro, invece, non ci sarà alcun beneficio perchè azzerato dalla franchigia di 260 euro prevista sulle spese detraibili al 19%.

Aliquote Irpef 2024, differenza tra media e marginale

Quando si parla di aliquote Irpef bisogna conoscere anche la differenza tra aliquota media e marginale. L’aliquota Irpef media è quella effettiva applicata sul reddito e data, quindi, dal rapporto percentuale che si ha tra reddito imponibile e imposta netta.

Se un lavoratore ha un reddito di 35.000 euro l’imposta dovuta è data da due aliquote Irpef diverse applicate:

  • il 23% sui primi 28.000 euro;
  • il 35% sui successivi 7.000 euro.

L’Irpef lorda dovuta è pari a 8.890 euro, ovvero il 25,4% del reddito complessivo. L’aliquota Irpef media applicata sul reddito complessivo (25,4%), come è evidente, è molto più bassa dell’aliquota più alta applicata (35%).

L’aliquota Irpef marginale, invece, è quella applicata sull’ultima porzione di reddito (nel caso del nostro esempio il 35% applicato sugli ultimi 7.000 euro). Si tratta, quindi, dell’aliquota da considerare su eventuali aumenti di reddito. Nel caso dell’esempio bisogna considerare che per ogni 1.000 euro in più guadagnati, 350 euro saranno destinati al pagamento dell’Irpef.

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