Cos’è l’inflazione? Guida all’indice dei prezzi al consumo

Flavia Provenzani

28/11/2023

28/11/2023 - 12:08

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Cos’è l’inflazione, quale è il suo significato e quali sono le conseguenze quando sale (o scende) troppo? Cause e conseguenze dell’indice dei prezzi al consumo.

Cos’è l’inflazione? Guida all’indice dei prezzi al consumo

Cos’è l’inflazione e quale è il suo significato? In sintesi, l’inflazione è il tasso al quale aumentano i prezzi di beni e servizi. Ma perché i prezzi aumentano, quali sono gli effetti e cosa succede se l’inflazione aumenta troppo?

L’inflazione, poiché indica l’aumento dei prezzi, indica anche la diminuzione del potere d’acquisto nel tempo. Tale aspetto si riflette nell’aumento medio del prezzo di un paniere di beni e servizi selezionati in un certo periodo di tempo. L’aumento dei prezzi, spesso espresso in percentuale, significa che con un’unità di valuta si acquista meno di quanto si facesse nei periodi precedenti.

L’inflazione può essere contrastata dalla deflazione, che si verifica quando i prezzi diminuiscono e il potere di acquisto aumenta.

L’aumento dell’inflazione in un periodo di tempo ha conseguenze importanti sull’intera economia di un Paese, non solo per il Governo, ma anche per cittadini e imprese.

L’inflazione in sintesi

  • L’inflazione è un aumento sostenuto del livello generale dei prezzi di beni e servizi, correlato al costo della vita.
  • Quando l’inflazione sale si verifica un ribasso del valore del denaro (potere d’acquisto).
  • Varianti dell’inflazione includono disinflazione, deflazione, iperinfazione e stagflazione.
  • Non esiste una teoria comune che spieghi le cause dell’inflazione. Tra le cause principali troviamo l’aumento della domanda, l’aumento dei costi e l’inflazione monetaria derivante dalla politica monetaria della banca centrale di riferimento.
  • Quando l’aumento dell’inflazione è inaspettato, i creditori ci rimettono insieme agli investitori in obbligazioni, l’incertezza riduce la spesa e gli esportatori perdono di competitività.
  • La mancanza di inflazione (o deflazione) non è sempre una cosa buona e può portare a delle spirali deflazionistiche.
  • L’inflazione è misurata attraverso un indice dei prezzi.
  • Esistono due tipologie principali di indici dei prezzi che misurano l’inflazione: l’indice dei prezzi al consumo (IPC) e l’indice dei prezzi alla produzione (IPP).
  • I tassi di interesse in Italia e nell’Eurozona vengono decisi dalla Banca Centrale Europea. L’inflazione ha un ruolo importante nelle decisioni della BCE, dato che ogni banca centrale ha dei target di inflazione da perseguire e raggiungere.
  • Nel lungo termine, il mercato azionario e i metalli preziosi sono una buona copertura contro l’inflazione.

Inflazione: significato e definizione

L’inflazione indica un aumento sostenuto del livello generale dei prezzi di beni e servizi in un Paese. Questa viene misurata come variazione percentuale su base mensile o annuale.

L’inflazione in sostanza indica quanto vale l’euro (ovvero il valore della moneta) in un determinato momento sul fronte del suo potere d’acquisto. Perché l’inflazione è spesso vista come forza positiva per l’economia? Un suo tasso a livelli gestibili può stimolare la crescita economica senza svalutare la valuta tanto da farla diventare quasi inutile.

L’inflazione può anche variare da prodotto a prodotto. A seconda del periodo dell’anno, il prezzo del petrolio può salire in maniera diversa rispetto all’inflazione generale, come spesso accade in estate.

Per questo motivo esiste un termine - “inflazione core” o “inflazione di fondo”. Questa riporta l’andamento dei prezzi di tutti i beni e servizi ad eccezione degli alimenti e dell’energia (gas e petrolio).

Questi ultimi, infatti, soo settori in cui i prezzi sono molto volatili poiché influenzati da molti altri fattori.

Tipologie di inflazione

Esistono diversi tipi di inflazione:

Quando il tasso raggiunge le due cifre (tra il 10% e il 20%) si parla di inflazione galoppante. Questa preoccupa molto i cittadini, in quanto il denaro si svaluta molto più rapidamente di quanto dovrebbe fare. I prezzi che aumentano velocemente hanno solitamente degli effetti pesanti sulla classe operaia e sui cittadini con reddito basso. I redditi non salgono insieme ai prezzi e così le persone acquistano di meno, gettando l’economia nel caos.

L’iperinflazione è il caso più raro, ma il più disastroso all’interno di un’economia. Un aumento totalmente ingestibile del 50% o più in poco tempo può far precipitare un Paese.

Le recessioni si trasformano in depressioni. Le persone perdono la fiducia nella moneta legale e iniziano a rivolgersi ai beni rifugio come l’oro, portando ad una significativa riduzione dello scambio di merci. Le istituzioni finanziarie, con la propria liquidità sostanzialmente priva di valore, falliscono. L’iperinflazione è molto rara, ma ha già fatto delle apparizioni in passato.

Vi è inoltre una forma di inflazione nota come stagflazione, in cui i tassi di inflazione aumentano nonostante l’economia si trovi in un periodo di stagnazione.

Questa si verifica in circostanze speciali. Come accaduto negli Stati Uniti negli anni ’70, quando nonostante gli alti tassi di disoccupazione e la crescita economica negativa il prezzo del petrolio salì alle stelle.

La deflazione si verifica quando il livello generale dei prezzi è in calo, con un effetto opposto a quello dell’inflazione.

Questa tende a verificarsi più raramente e per periodi di tempo più brevi rispetto all’inflazione. Spesso c’è deflazione durante i periodi di recessione o di crisi economica e può portare a crisi economiche molto profonde tra cui la depressione.

Le cause troviamo le tipiche conseguenze della spirale deflazionistica. Quando i prezzi scendono, perché spendere i propri soldi oggi, quando ogni euro che si ha in tasca sarà più prezioso domani?

La disinflazione è una condizione in cui l’inflazione è ancora positiva, ma il tasso di inflazione è in calo - per esempio da +3% a +2%.

In alcune situazioni, una bassa inflazione può far male come un’alta inflazione. La mancanza di inflazione può essere indice di un’economia debole.

Non è semplice definire se inflazione è buona o cattiva - dipende tutto dalla salute dell’economia e dalla propria situazione personale.

Cause e conseguenze dell’inflazione

Non esiste un’unica teoria che spieghi le cause dell’inflazione universalmente concordata da economisti e accademici, ma esistono alcuni approcci più accreditati.

Aumento della domanda - L’inflazione è causata da un aumento globale della domanda di beni e servizi, che fa salire i prezzi.

Aumento dei costi - L’inflazione è causata anche da un rialzo dei costi di produzione che le imprese devono sostenere.

Politica monetaria - L’inflazione è causata anche da un eccesso di offerta di moneta nell’economia.

L’inflazione colpisce soggetti diversi in modi diversi. Dipende anche se le modifiche al tasso di inflazione sono attese o impreviste. Se il tasso di inflazione corrisponde a ciò che la maggioranza delle persone si sta aspettando, allora possiamo compensare e l’impatto non è necessariamente così grave.

A livello generale, elenchiamo i tipici vincitori e perdenti di un aumento dell’inflazione.

I creditori ci rimettono e i debitori ci guadagnano con l’inflazione. Chi ha un mutuo con rata di 1.000 euro, con l’aumento dell’inflazione il “costo” della rata è uguale ma gli euro usati hanno meno valore. Al contrario, la banca che ha concesso il mutuo ci rimette.

L’inflazione sfavorisce i risparmiatori perché ogni euro risparmiato varrà meno in futuro.

I lavoratori con stipendi o contratti che non seguono l’andamento dell’inflazione sono svantaggiati, il potere d’acquisto dei loro redditi rimane lo stesso contro un aumento dei prezzi.

L’incertezza su ciò che accadrà rende le imprese e i consumatori meno propensi a spendere, ferendo la produzione economica nel lungo periodo.

L’intera economia deve assorbire i costi del ri-prezzamento: listini prezzi, etichette, menu e molto altro devono essere aggiornati.

Se il tasso di inflazione interno è maggiore di quello di altri paesi, i prodotti nazionali diventano meno competitivi.

Calcolo inflazione: come si misura?

Misurare l’inflazione è complicato per gli istituti nazionali di statistica. Si individua una serie di beni che sono rappresentativi dell’economia all’interno di un «paniere di mercato».

Il costo di questo paniere viene confrontato con il tempo, il che si traduce in un indice dei prezzi. Questo è il costo del paniere di mercato oggi in percentuale rispetto al costo dello stesso identico paniere nell’anno precedente.

Nel mondo sviluppato esistono due tipologie di indici principali che misurano l’inflazione:

Indice dei prezzi al consumo (IPC) - Una misura delle variazioni dei prezzi del beni di consumo e servizi, come benzina, cibo, vestiti e automobili. L’IPC misura la variazione di prezzo dal punto di vista dell’acquirente. In Italia, l’indice dei prezzi al consumo viene calcolato e riferito dall’Istat.

Indice dei prezzi alla produzione (IPP) - L’indice misura la variazione media nel tempo dei prezzi di vendita da parte dei produttori nazionali di beni e servizi. L’IPP misura la variazione di prezzo dal punto di vista del venditore.

L’ indice armonizzato dei prezzi al consumo consente di confrontare il rincaro dei prezzi in Italia (o altro Paese)a livello internazionale. Ciò avviene in base di una metodologia comune dai Paesi membri dell’UEe dell’Associazione europea di libero scambio.

Abbiamo, inoltre, il deflatore del Pil come altro strumento utile alla misurazione dell’inflazione. Come suggerisce il nome, viene utilizzato per convertire il Pil nominale in Pil Reale. Il deflatore del Pil è una misurazione più ampia del CPI e include i beni ed i servizi acquistati da aziende e governi.

Possiamo pensare agli indici dei prezzi come a dei grandi sondaggi.

Ogni mese, l’Istituto di Statistica Nazionale contatta migliaia di negozi, fornitori di servizi, studi medici e molto altro per chiedere informazioni sui prezzi di migliaia di oggetti utilizzati per tenere traccia delle variazioni di prezzo che misura l’IPC.

Nel lungo periodo, l’IPC e l’IPP mostrano un tasso simile di inflazione, ma non nel breve periodo dato che l’IPP spesso aumenta prima dell’indice dei prezzi al consumo. In generale, gli investitori danno più importanza all’IPC che ai prezzi alla produzione.

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