Hanno scoperto un laboratorio nascosto con tonnellate d’oro appartenenti a una singola nazione

Alessandro Nuzzo

9 Maggio 2025 - 19:44

La Cina potrebbe aver scoperto il più grande giacimento di oro al mondo. Ecco quanto vale.

Hanno scoperto un laboratorio nascosto con tonnellate d’oro appartenenti a una singola nazione

In Cina potrebbe essere stato scoperto il più grande giacimento d’oro al mondo. Una scoperta incredibile che potrebbe cambiare il mercato aurifero mondiale. Il tesoro sepolto si trova nella provincia di Hunan, in un giacimento denominato Wangu. Un gruppo di ricercatori ha stimato che il giacimento potrebbe contenere circa 1.000 tonnellate d’oro, per un valore economico pari a circa 83 miliardi di dollari.

Gli esperti hanno identificato oltre 40 vene aurifere, contenenti complessivamente circa 330 tonnellate d’oro, nei primi 2 chilometri di profondità. Le simulazioni in 3D indicano che la quantità di metallo prezioso nel sottosuolo potrebbe essere persino maggiore, raggiungendo fino a 1.100 tonnellate entro i primi 3 chilometri.

I campioni di roccia prelevati sembrano confermare questa ipotesi, con un rapporto di 138 grammi d’oro per tonnellata di materiale. Se le previsioni fossero confermate, ci troveremmo di fronte al più grande giacimento d’oro al mondo. Il nuovo giacimento di Wangu potrebbe spodestare la South Deep Gold Mine in Sudafrica, situata a 45 chilometri da Johannesburg, che attualmente vanta riserve stimate in circa 900 tonnellate d’oro a una profondità fino a 3 chilometri.

Estrazione non esente da rischi

Trovandosi a diversi chilometri di profondità, l’estrazione del prezioso materiale presenta sfide significative e rischi ambientali, tra cui:

  • espansione mineraria incontrollata: la crescente ricerca di nuovi giacimenti potrebbe portare a una proliferazione non regolamentata delle attività estrattive, con gravi conseguenze ambientali;
  • distruzione degli ecosistemi locali: l’estrazione intensiva di minerali rischia di compromettere habitat naturali, minacciando la sopravvivenza di specie animali e vegetali;
  • contaminazione delle risorse idriche: i processi minerari possono rilasciare sostanze tossiche che inquinano fiumi, laghi e falde acquifere, mettendo a rischio l’approvvigionamento di acqua potabile;
  • degrado della qualità dell’aria: le emissioni e le polveri generate dalle operazioni minerarie possono avere effetti dannosi sulla salute umana e sull’atmosfera;
  • perdita delle foreste: le aree boschive potrebbero essere sacrificate per far spazio alle miniere, causando una riduzione della biodiversità e accelerando il cambiamento climatico;
  • compromissione dell’equilibrio ecologico: senza politiche sostenibili, le attività minerarie potrebbero provocare danni irreversibili agli ecosistemi locali.

La scoperta di un nuovo giacimento nello Hunan rafforza il primato della Cina nell’estrazione dell’oro. Solo nel 2023, il Paese ha prodotto 370 tonnellate, superando concorrenti storici come Australia, Russia e Canada. Le nuove riserve individuate offrono a Pechino un ulteriore vantaggio competitivo, aprendo la strada a una crescita significativa della produzione nazionale negli anni a venire.

La Cina è già la nazione che produce più oro al mondo, rappresentando oltre il 10% della produzione globale. Tuttavia, il Paese utilizza grandi quantità di oro e la produzione interna risulta insufficiente, poiché il consumo supera di circa tre volte la quantità estratta annualmente.

Questa nuova scoperta potrebbe rafforzare ulteriormente la posizione della Cina come leader mondiale nel mercato dell’oro, riducendo la necessità di importare materia prima da altri paesi produttori.

Il World Gold Council (WGC), l’organizzazione internazionale che rappresenta l’industria dell’oro, ha accolto la notizia del nuovo giacimento cinese con un certo scetticismo. Secondo il WGC, il potenziale stimato di 1.000 tonnellate appare ambizioso e potrebbe non riflettere accuratamente le effettive riserve estraibili.

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