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La maggioranza è già ai ferri corti ma niente elezioni: Lega e M5S pronti al piano B
mercoledì 7 novembre 2018, di
Più che fine di un amore è la presa di coscienza che il rapporto non funziona. La scintilla tra Lega e Movimento 5 Stelle, nonostante i buoni propositi, non è mai scattata e alla prova dei fatti stanno emergendo tutte le distanze tra i due partiti della maggioranza.
Il governo del cambiamento è riuscito a rimanere compatto di fronte alla tempesta, ancora in corso, in merito alla legge di Bilancio. Quando però si è iniziato a trattare sui provvedimenti voluti da ciascun partito nel contratto di governo, sono emerse tutte le differenze tra il carroccio e i grillini tanto che dopo cinque mesi sono già ai ferri corti.
Lega e M5S al capolinea?
La crisi tra i due partiti della maggioranza è sotto gli occhi di tutti. I primi mal di pancia sono venuti ad alcuni senatori 5 Stelle che hanno annunciato il loro voto contrario al decreto Sicurezza voluto da Salvini.
Poi è arrivato come per risposta lo stop della Lega all’emendamento presentato dal ministro Bonafede sulla prescrizione, che è stato inserito nel ddl Anticorruzione al momento fermo in commissione.
In mezzo ci sono una serie di malumori legati in parte alla legge di Bilancio e in parte alle nomine che il governo ha fatto o si appresta a fare. Insomma, più che cambiamento sembrerebbero trionfare le vecchie logiche di partito.
In particolare è la Lega, forte anche degli ultimi sondaggi, a essere insofferente nei confronti dei pentastellati. In molti avrebbero chiesto a Matteo Salvini di andare al voto subito a marzo per fare jackpot, ma il ministro ha ribadito che almeno per alcuni mesi si andrà avanti.
Nuove elezioni improbabili
In teoria lo scenario di nuove elezioni politiche è quello meno probabile: nel 2019 si voterà già per le elezioni europee, con la Lega in caso di exploit che potrebbe mandare a casa il premier Conte e cercare una maggioranza con il centrodestra: si dovranno però trovare 55 “responsabili” alla Camera, cosa che potrebbe essere più facile di quanto si possa pensare.
Una maggioranza naturale alternativa all’attuale sarebbe però anche quella tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Sarebbe questo il grande timore di Salvini che lo starebbe frenando dal rompere subito il patto con i pentastellati.
Al momento però in casa PD la situazione è sempre più caotica e in più, finché sarà comunque Matteo Renzi a tirare le fila del partito, non ci sarà alcuna possibilità di un’alleanza con i 5 Stelle.
Andare di nuovo subito al voto però significherebbe per Di Maio e tutti gli altri big del Movimento non potersi ricandidare di nuovo, vista la regola dei due mandati. In più i tanti neo eletti non sarebbero molto contenti di sbaraccare subito da Roma senza avere la certezza di avere un seggio sicuro.
Anche se la alleanza Lega-5 Stelle sembrerebbe essere già arrivata al capolinea, difficilmente si andrà a nuove elezioni. Possibile però che dopo le elezioni europee possano rimescolarsi le carte, con Salvini in pole per Palazzo Chigi nel caso dovesse riuscire a trovare i deputati e i senatori mancanti a una maggioranza di centrodestra.