Il cambiamento climatico ha causato eventi climatici estremi che hanno colpito l’Italia e il resto del mondo. Ecco quali sono gli effetti e i danni del cambiamento climatico.
Temperature record, alluvioni, grandinate distruttive, siccità e improvvisi incendi. Sono questi alcuni dei più devastanti effetti del cambiamento climatico che stanno investendo l’Italia e il resto del mondo.
Basti pensare agli alluvioni che hanno colpito il Pakistan, nel 2022, causando la morte di 1.400 persone o quelli più recenti che hanno colpito a maggio 2023 l’Emilia-Romagna con oltre 15mila evacuati; ancora l’improvvisa ondata di gelo che ha investito gli Stati Uniti a dicembre con temperature fino a -57°C o il caldo record che in questi giorni ha incendiato la nostra penisola e che ha visto il termometro raggiungere i 48°C in Sardegna.
Questi sono solo alcuni delle migliaia di eventi climatici estremi che si sono registrati nell’ultimo anno. Eventi devastanti che sono diventati sempre frequenti. Basti pensare che dal 2010 all’estate del 2022 solo in Italia sono stati registrati ben 1318 eventi estremi.
Per gli esperti è indubbio il legame con il cambiamento climatico, a sua volta frutto dalle azioni dell’uomo, ma non per tutti è così. È quindi opportuno comprendere come il cambiamento climatico causi tale eventi devastanti e quali sono i danni e le soluzioni. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Eventi climatici estremi: cosa sono e quali sono i danni
Gli “extreme weather event” sono eventi meteorologici o climatici (come alluvioni o ondate di calore) che si discostano in maniera significativa dal modello meteorologico medio e quindi “insolitamente gravi” e a volte persino mortali. Le condizioni meteorologiche estreme possono essere legate al tempo (weather related) o al clima (climate related). Gli eventi estremi legati al tempo sono incidenti di breve durata e includono ondate di calore, gelate, forti acquazzoni, tornado, cicloni tropicali e inondazioni; gli eventi estremi legati al clima invece persistono nel tempo e sono causati da un accumulo di eventi meteorologici, come la siccità causata dalle poche precipitazioni.
Purtroppo, le conseguenze di questi eventi sono devastanti e i danni non si contano. Spesso l’accesso a cibo, acqua e riparo è drasticamente ridotto, mettendo le popolazioni in grave difficoltà. Un altro importante effetto collaterale è il rischio di possibili epidemie e contagi. Spesso, infatti, le risorse idriche, sia per la siccità con aumento di “agenti patogeni effluenti” sia per inondazioni, possono essere contaminate. Ancora la crisi climatica ha aumentato il numero di parassiti delle colture, causando l’aumento dei pesticidi che riducono il valore nutrizionale del cibo, minacciando la salute umana. Infine, gli eventi meteorologici estremi possono avere un impatto importante anche sull’economia.
Eventi climatici estremi, qual è il legame con la crisi climatica?
La situazione è sempre più drammatica se si guarda alle previsioni degli esperti che spiegano che la frequenza e la gravità degli eventi meteorologici estremi aumenteranno con l’aggravarsi della crisi climatica. Le emissioni di CO2 persistono, causando l’aumento delle temperature globali. Le emissioni comportano l’aumento dell’effetto serra che provocheranno periodi sempre più lunghi di caldo estremo, mentre diminuiranno le precipitazioni e aumenteranno i forti temporali.
Prova tangibile delle conseguenze della crisi climatica è la siccità che ha colpito la nostra Penisola la scorsa estate 2022, definita come la peggiore siccità dal 1540. È questo ciò che emerge dall’analisi della Coldiretti di settembre 2022 sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Senza contare che nel report è emerso come l’abbandono, deforestazione e cementificazione dei terreni abbia aggravato l’impermeabilità del suolo, incapace di assorbire l’acqua di nubifragi e grandinate, causando frane e smottamenti. La catastrofe dell’Emilia-Romagna ne è la prova.
Come si può leggere, invece, nel report del Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) dell’Onu, “Mitigation of Climate Change”, gli esseri umani stanno ridimensionando drasticamente il clima: la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di almeno 1,1°C dai tempi preindustriali, Questo riscaldamento ha deviato il flusso di energia, alterando i modelli meteorologici, innalzando il livello del mare e trasformando gli eventi estremi in normalità. Se si supererà gli 1,5°C il rischio di siccità estrema, incendi, inondazioni e carenza di cibo aumenterà drammaticamente. È quindi evidente l’interconnessione che c’è tra questi eventi e la crisi climatica.
Bisogna poi considerare la responsabilità dell’uomo davanti al cambiamento climatico, distribuite in maniera non omogenea sull’intera popolazione. Come si può leggere nel report del’Ipcc, nel periodo 2010-19 le emissioni medie annue di gas serra sono state le più elevate della storia, aumentate del 12% rispetto al 2010 e del 54% rispetto al 1990. Un aumento delle emissioni che va di pari passo con la disparità sociale: solo il 10% delle famiglie più ricche al mondo è responsabile di circa il 40% delle emissioni globali di gas serra, mentre il 50% delle famiglie più povere ha un impatto inferiore al 15%, e purtroppo sono i paesi più poveri a pagare le conseguenze a causa di mancate infrastrutture che possano almeno affrontare gli eventi climatici estremi.
È fondamentale quindi che persone, aziende, multinazionali e tutti Paesi adattino le proprie esigenze all’attuale emergenza climatica riducendo il proprio impatto ambientale. Infine, senza giocare al gioco dello scarica barile, i governi dovrebbero assumersi le proprie responsabilità attuando strategie ambientali efficaci, così come i cittadini dovrebbero comprendere la propria responsabilità nello scegliere dei governi che mettano al primo posto nella propria agenda l’emergenza climatica.
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