Eni, comprare o vendere dopo il crollo? Ecco cosa si aspettano gli analisti

Claudia Cervi

09/01/2024

09/01/2024 - 09:22

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Dopo un avvio di ottava in rosso, Eni tenta un difficile recupero. Jefferies e Morgan Stanley hanno tagliato il rating sul settore petrolifero. Ecco cosa aspettarsi sul titolo.

Eni, comprare o vendere dopo il crollo? Ecco cosa si aspettano gli analisti

Eni, comprare o vendere dopo il crollo?. Ecco cosa si aspettano gli analisti dopo la flessione del 2,58% di inizio ottava. Eni resta sotto pressione dopo i tagli dei prezzi decisi dall’Arabia Saudita e in seguito alle indicazioni negative degli analisti di Jefferies e Morgan Stanley sul settore.

Sebbene Eni si trovi tra le peggiori società di Piazza Affari a causa della debolezza nel settore petrolifero, gli analisti mantengono giudizi positivi. Nel 2023, le azioni Eni hanno registrato un guadagno del 15,5%, mentre nel 2024 mostrano un calo leggermente superiore all’1%. Gli analisti forniscono 20 raccomandazioni d’acquisto, 11 “hold” e nessun “sell”, con un target price medio di 17,7 euro, indicando un potenziale rialzo del 16,8%. A inizio gennaio, RBC Capital Market ha valutato Eni come “neutrale”, mentre Barclays ha espresso un giudizio “buy” sul titolo.

Le prospettive di eccesso di offerta, incertezza economica e tensioni in Medio Oriente hanno reso gli analisti prudenti nelle previsioni. Il taglio dei prezzi dell’Arabia Saudita ha portato il greggio Brent a un calo del 4% a 75,65 dollari al barile e il West Texas Intermediate a una diminuzione del 4,8% a 70,25 dollari.

Nonostante la situazione difficile, Eni ha avuto successo nell’emissione di un nuovo bond da 1 miliardo di euro con scadenza decennale, raccogliendo ordini per oltre cinque volte l’offerta. Questa mossa segue il successo delle emissioni obbligazionarie nel 2023. Gli ordini hanno superato i 5 miliardi di euro, con investitori principalmente dal Regno Unito, Germania, Italia e Francia.

Eni: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit

Con il ribasso di inizio ottava, Eni è tornata a mettere sotto pressione area 15, supporto strategico e lato superiore del gap del 20 dicembre. Se il titolo dovesse fallire in tempi rapidi il ritorno sopra 15,26 euro, aumenterebbe il rischio di estensione del ribasso verso 14,70 euro e 14,30-14,40 circa. Eventuali discese anche sotto questo limite farebbero temere l’avvio di una correzione più profonda verso quota 13,80, pari al 50% di tutto il rialzo partito a marzo 2023. Segnali positivi invece giungerebbero oltre 15,40 euro, per target a 15,65 e 15,83 euro, top di fine ottobre.

Grafico giornaliero azioni Eni Grafico giornaliero azioni Eni Fonte Baha

Per operare long su Eni potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HC5LV43. Il certificato ha come sottostante Eni e presenta una barriera distante attualmente il 18,20%.

Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HC9AZ14, avente una barriera distante il 20,67% e come sottostante Eni.

Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.

I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.

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