Un duro colpo per Trump, può segnare la fine degli Stati Uniti come superpotenza mondiale

Alessandro Nuzzo

14 Maggio 2025 - 22:29

Lo scorso marzo il presidente Usa aveva promesso di annientare la milizia Houthi nello Yemen entro 30 giorni. Ma così non è stato.

Un duro colpo per Trump, può segnare la fine degli Stati Uniti come superpotenza mondiale

Una delle promesse che ha fatto Donald Trump, una volta rientrato alla Casa Bianca, è stata quella di porre fine alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. C’è poi un altro fronte caldo a cui gli Stati Uniti hanno provato a mettere mano: lo Yemen, contro gli Houthi. Lo scorso febbraio, il presidente americano ha approvato una campagna per riaprire la navigazione nel Mar Rosso, ma si è trovato di fronte al gruppo armato yemenita, che ha iniziato ad attaccare le navi statunitensi.

Trump, a marzo, è stato chiaro con il suo esercito, chiedendo che i terroristi venissero annientati entro 30 giorni. Così però non è stato, e dopo un mese, quando il presidente ha chiesto i risultati della campagna militare, ha scoperto che non c’erano stati progressi, anzi.

Una potenza militare del calibro degli Stati Uniti non era riuscita a ottenere la superiorità su quella Houthi. Gli yemeniti sono riusciti ad abbattere diversi droni americani, dal costo di 30 milioni di euro ciascuno, e hanno continuato a sparare contro navi militari nel Mar Rosso, tra cui una portaerei statunitense.

Le difese aeree Houthi hanno colpito anche diversi jet americani F-16 e, a quanto pare, sono riusciti quasi ad abbattere un caccia americano. Il Pentagono ha schierato anche due portaerei in Medio Oriente, oltre a due bombardieri e vari jet da combattimento. Nel primo mese di attacchi, gli USA hanno consumato più di un miliardo di dollari in armi e munizioni, senza ottenere risultati, poiché gli Houthi hanno resistito.

È stata utilizzata una quantità talmente elevata di armi e munizioni che il Pentagono si è preoccupato per l’uso eccessivo delle scorte e per le implicazioni di una potenziale situazione in cui gli Stati Uniti avrebbero potuto dover sventare un tentativo di invasione cinese a Taiwan.

Gli Stati Uniti sono stati costretti al negoziato

Stanchi di questa situazione di stallo, alla fine gli Stati Uniti hanno dovuto chiedere aiuto all’Oman, che ha svolto un ruolo di mediatore. Secondo il NYT, gli omaniti avrebbero proposto la seguente soluzione a Steve Witkoff, inviato speciale di Trump per il Medio Oriente: gli Stati Uniti avrebbero smesso di bombardare gli Houthi e, di conseguenza, gli Houthi non avrebbero più attaccato le navi americane nel Mar Rosso.

Lo scorso 5 maggio, il Comando Centrale degli Stati Uniti ha ricevuto l’ordine di sospendere le operazioni offensive nei confronti del gruppo armato yemenita. Trump, che fino a poco tempo prima sembrava odiare la milizia, promettendo di distruggerla completamente, quando ha annunciato la cessazione degli attacchi è sembrato quasi ammirarli. “Li abbiamo colpiti molto duramente e hanno avuto una grande capacità di incassare i colpi. Si potrebbe dire che hanno dimostrato molto coraggio”, ha detto quasi lusingato. Trump ha poi affermato che gli Houthi gli hanno dato la loro parola che non avrebbero più aperto il fuoco sulle navi americane.

Staremo a vedere se questa promessa verrà mantenuta o meno. Ma intanto l’immagine di super potenza militare degli Stati Uniti è stata messa a dura prova.

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