Detrazione centri estivi 2024, il trucco per scalarli comunque dalle tasse

Patrizia Del Pidio

12 Marzo 2024 - 18:31

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Se si sostiene la spesa per la frequenza del centro estivo dei figli quando la scuola è chiusa, su tale onere si ha diritto alla detrazione? Vediamo il trucco per poter detrarre queste spese.

Detrazione centri estivi 2024, il trucco per scalarli comunque dalle tasse

Detrazione centri estivi, è possibile oppure no? Con la fine della scuola molte famiglie si trovano in difficoltà, soprattutto se, con i bambini a casa non possono contare sull’aiuto dei nonni. Con i genitori che lavorano entrambi, infatti, l’estate sarebbe un periodo insostenibile senza i centri estivi in cui poter lasciare i figli a giocare e a divertirsi con altri bambini mentre si lavora.

Il centro estivo, però, anche se è comodissimo come sostituto della scuola in estate, rappresenta un costo che non sempre è contenuto e nella maggior parte dei casi è necessario. Se il bambino frequenta il centro estivo per tutta la giornata, infatti, si deve sostenere anche l’onere del pranzo, delle uscite (molto spesso i bambini vengono portati in parchi a tema, in piscina o al mare per permettere attività diverse nel corso della settimana).

I centri estivi, ormai, sono diventati l’unica alternativa alla baby sitter per i genitori che lavorano e non possono organizzare i turni per essere presenti, almeno uno per volta, nelle giornate estive dei figli.

Molte famiglie, proprio perché sostenere l’onere economico della frequenza per almeno due mesi l’anno non è uno scherzo, si chiedono se le spese sostenute per i centri estivi possono essere portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi. Si tratta di una domanda lecita visto che rientrerebbe in una sorta di servizio «post scuola», nel senso che si tratta di un servizio che, durante l’estate, prenderebbe il posto della scuola.

La risposta, però, è che questi costi, essendo considerati «accessori», non possono essere portati in detrazione anche se esiste una casistica ben precisa che permette lo sconto sull’Irpef di almeno parte della spesa sostenuta.

I centri estivi sono poliedrici

Il centro estivo, essendo un’esigenza che riguarda un numero sempre maggiore di famiglie con figli in età scolare, è ormai diffusissimo in estate. Ludoteche, palazzetti, scuole chiuse e centri sportivi ne organizzano a decine per accogliere tutti quei bambini i cui genitori lavorano e sono in attesa delle tanto agognate ferie.

Si tratta, quindi, di un servizio che permette ai bambini di divertirsi e fare le attività più disparate (che cambiano, appunto, da un centro estivo all’altro) e che solitamente coprono orari che vanno dalla mattina al tardo pomeriggio, anche se la famiglia può scegliere anche un orario ridotto solo per la mattina.

Dai lavori con la pasta di sale alla cartapesta, da uscite al mare a quelle in parchi tematici, gite fuori porta, giochi collettivi, attività all’aria aperta e tempo libero in cui i bambini sono liberi di giocare a quello che più gli piace. Nella maggior parte dei casi i tempi della giornata nel centro estivo sono scanditi da attività ben definite.

La detrazione dei centri estivi dipende dall’attività

Se si sceglie un centro estivo in una ludoteca, in una scuola chiusa, in un luogo privato attrezzato per lo scopo la spesa che si sostiene per la frequenza dei bambini non è detraibile.

Sempre più spesso, però, a realizzare centri estivi per bambini sono anche associazioni sportive dilettantistiche o centri sportivi che durante l’estate sospendono alcune delle attività destinate proprio ai più piccoli (lezioni di nuovo, corso di danza, corso di judo, infatti, vanno in vacanza proprio come la scuola).

Se a organizzare il centro estivo è un centro sportivo come sopra descritto, la detrazione potrebbe essere possibile. L’importante è che le attività principali che il bambino svolge durante la frequenza del centro estivo siano legate allo sport: in questo caso la spesa è detraibile, ma non come centro estivo, bensì come spesa sportiva.

Nella ricevuta che viene rilasciata deve essere specificato che si tratta di un "centro estivo sportivo" o che l’attività prevalente esercitata durante la frequentazione è proprio quella sportiva. In questo modo la spesa può essere portata in detrazione nel modello 730 ma sempre rispettando il tetto massimo previsto per le spese sportive di ogni figlio, cioè 210 euro l’anno.

Sicuramente questo tetto non permette di portare in detrazione tutto quello che si spende in estate per i figli che frequentano i centri estivi, ma permette di avere un rimborso di 39,90 euro sulla spesa sostenuta.

Attenzione alle spese sportive dell’anno

Il centro estivo, quindi, è detraibile se è sportivo. Qui bisogna fare una precisazione: se durante l’anno di imposta per quel figlio si è già raggiunta la soglia dei 210 euro con l’attività sportiva esercitata durante l’anno, il centro estivo sportivo si somma a quest’ultima e tutto ciò che eccede i 210 euro l’anno «esce» dalla detrazione e non è più agevolabile.

Proprio per questo è il caso di farsi prima bene i conti quando si sceglie la tipologia di centro estivo da far frequentare al proprio figlio, poiché quello organizzato in una ludoteca o in una scuola chiusa è certamente meno caro di uno organizzato da un centro sportivo. In ogni caso, nella scelta, si deve tenere conto anche della varietà delle attività offerte al piccolo e a quelle che preferisce.

Se si è raggiunta già la soglia dei 210 euro durante l’anno con l’attività sportiva è indifferente quale centro estivo scegliere. Ma se si ha a disposizione ancora una parte di quella soglia e si vuole approfittare della detrazione, allora forse è il caso di scegliere un centro estivo presso una associazione sportiva dilettantistica o presso un centro sportivo per fruire della detrazione anche sulle spese che si sostengono in estate con le scuole in vacanza.

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