È importante proteggere la propria pelle dai raggi UV tutto l’anno (non solo d’estate), ma bisogna fare attenzione alla crema solare: alcune contengono PFAS. Ecco quali no e i rischi per la pelle.
L’estate è ormai cominciata e il caldo torrido di luglio ci ricorda l’importanza di proteggerci da raggi solari che “picchiano” di più. In realtà, come ricordano tutti i medici, è essenziale prendersi cura della propria pelle tutto l’anno e proteggerla dai raggi UV.
Eppure, bisogna fare attenzione: il pericolo non arriva solo dal sole. come ha svelato una recente indagine de Il Salvagente alcune creme solari possono contenere PFAS, sostanze nocive.
I PFAS, acronimo di sostanze perfluoroalchiliche, sono composti chimici impiegati per aumentare la resistenza all’acqua delle creme solari. Tuttavia, si tratta di sostanze estremamente persistenti sia nell’ambiente che nel nostro organismo. Una volta introdotte nel corpo umano, possono rimanervi per decenni, come emerso da un’indagine dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bundesinstitut für Risikobewertung, o BfR).
Ma cosa sono i Pfas e quali creme sarebbe meglio evitare? Scopriamolo insieme nel dettaglio: ecco tutto quello che c’è da sapere.
PFAS nelle creme solari, quali sono i rischi
Un’indagine del BfR, coordinata dai ricercatori Klaus Abraham e Cornelia Weikert, ha impiegato un volontario per verificare l’assorbimento dei PFAS attraverso la pelle.
Il soggetto ha applicato una crema contenente tali sostanze e i risultati sono stati sorprendenti: quantità significative di PFAS sono penetrate nella pelle e sono entrate nel flusso sanguigno. Nonostante si tratti di un solo caso, i dati ottenuti hanno sollevato serie perplessità riguardo la sicurezza di questi prodotti.
La causa risiede nei legami carbonio-fluoro presenti nei PFAS, tra i più stabili in chimica organica, e quindi difficilmente degradabili. È per questo che vengono chiamati “forever chemicals”, in quanto rimangono per lunghissimo tempo sia negli ecosistemi sia negli esseri viventi.
Lo studio ha inoltre dimostrato che anche dosi ridotte di PFAS possono incidere negativamente sulla salute. L’analisi sul soggetto esaminato ha rivelato che queste sostanze non solo si infiltrano nella pelle, ma tendono ad accumularsi negli organi interni, dove possono restare per decenni. Le possibili conseguenze includono alterazioni alla tiroide, tumori, lesioni epatiche, problemi di fertilità e indebolimento del sistema immunitario. Anche l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) ha manifestato preoccupazioni simili, richiamando l’attenzione sui potenziali effetti nocivi.
PFAS nelle creme solari, quanto preoccuparsi: quando uno studio diventa scienza?
Nonostante i risultati preoccupanti, non bisogna trarre conclusioni affrettate. La cosmetologa Marilisa Franchini ha commentato:
Da quanto leggo nell’articolo la ricerca è stata fatta su una sola persona, quindi non ha valore statistico, ma anche se fosse stata fatta su più persone prima di lanciare l’allarme, l’esperimento deve essere replicato.
Anche Giulia Penazzi, esperta del settore, ha sottolineato l’importanza di uno studio più ampio:
La sicurezza di un cosmetico deve essere valutata da un organo competente, se è demandata al consumatore crea solo confusione e allarmismo.
È quindi necessario tenere conto dei limiti attuali della ricerca. Come osserva giustamente Franchini, un’indagine su un solo soggetto non basta per trarre conclusioni affidabili. Penazzi ricorda inoltre che la regolamentazione dei PFAS è in corso, e che gli enti di controllo europei sono responsabili nel garantire l’affidabilità dei cosmetici. L’organizzazione Cosmetics Europe ha già raccomandato la loro eliminazione graduale entro il 31 dicembre 2025. Fino ad allora, è bene leggere le etichette e scegliere con attenzione.
Quali sono le creme senza PFAS?
Uno studio non decreta una realtà inconfutabile, è bene quindi non cedere al panico, ricordando che non tutte le creme solari contengono PFAS. Di seguito segnaliamo alcuni Marchi che sono privi di queste sostanze nocive:
- Biotherm;
- Decathlon;
- La Rosée;
- Mustela;
- Avène.
Questi marchi producono referenze dichiarate “PFAS free”. Ma, in generale, come si fa a capire se una crema ne contiene o no? La soluzione è controllare bene le etichette e verificare la presenza di indicazioni specifiche. Un esempio è la crema Biotherm Waterlover SPF 30, che riporta chiaramente l’assenza di PFAS. Scegliere prodotti del genere non solo assicura una protezione efficace dai raggi UV, ma aiuta anche a ridurre l’esposizione a sostanze chimiche potenzialmente dannose. E, allo stesso tempo, è un gesto di cura verso l’ambiente.
PFAS non solo nelle solari: ecco in quali altri prodotti si trovano
I PFAS non sono presenti solo nelle creme solari, ma in numerosi articoli di uso quotidiano, come:
- occhiali da sole;
- giacche impermeabili;
- pentole antiaderenti;
- imballaggi alimentari;
- cosmetici waterproof.
La loro diffusione è dovuta alle proprietà idrorepellenti e termoresistenti che li rendono versatili in moltissimi ambiti. Tuttavia, proprio queste qualità li rendono anche molto persistenti e difficili da eliminare sia dall’ambiente che dal nostro organismo.
L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) sottolinea l’importanza della consapevolezza: il primo passo per proteggersi è leggere con attenzione le etichette e informarsi sulla composizione dei prodotti.
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