Secondo la psicologia, toccare spesso una persona mentre le si parla può rivelare molto su emozioni, intenzioni e relazioni. Ecco cosa significa davvero.
Quante volte mentre stiamo conversando con qualcuno capita che l’interlocutore ci tocchi continuamente fino a diventare fastidioso?
Oppure possiamo essere proprio noi, inconsapevolmente, a toccare troppo la persona con cui stiamo parlando e qualche volta può essere accaduto che qualcuno ce lo abbia fatto notare.
Ma cosa c’è dietro questo atteggiamento che alcuni ritengono amichevole ma che altri percepiscono come irritante?
La psicologia, la scienza che studia il comportamento umano ci dà delle spiegazioni interessanti.
Che significa, secondo la psicologia, toccare una persona mentre si parla?
La psicologia ci dice che il gesto di toccare una persona quando si sta parlando costituisce un aspetto molto importante della comunicazione non verbale. Quest’ultima racchiude tutti gli elementi, intenzionali e non, di uno scambio comunicativo che non appartengono al livello semantico del messaggio, ma che riguardano, invece, il linguaggio del corpo.
Altri esempi di comunicazione non verbale rientrano nel sistema paralinguistico, che comprende tutti quei suoni prodotti tra le parole pronunciate, e nel linguaggio cinesico, il quale si riferisce ai movimenti corporei eseguiti durante un’interazione, come l’espressione del viso e il contatto visivo.
Il gesto di toccare l’interlocutore, invece, fa parte dell’aptica, ovvero l’area della comunicazione che coinvolge il contatto fisico. Questo tipo di interazione può esprimere emozioni come empatia e affetto, ma anche avere un effetto di influenza sull’altro.
Nella maggior parte dei casi, questo gesto viene impiegato per rafforzare la connessione tra gli individui o per enfatizzare un messaggio specifico su cui si vuole porre particolare attenzione.
Toccare una persona mentre si parla può avere, però, anche altri significati, a seconda del tipo di relazione tra gli interlocutori e del contesto in cui avviene il dialogo.
Ad esempio, una persona potrebbe dare una pacca sul braccio di un amico per dimostrare vicinanza se è presente un rapporto consolidato. Se, invece, non esiste alcun rapporto di amicizia tra i due individui lo stesso gesto potrebbe apparire poco gradito o risultare come un’invasione dello spazio personale.
Inoltre, la frequenza con cui una persona ricorre al contatto fisico può influenzare di molto la percezione di chi lo riceve.
Un tocco troppo ripetuto, infatti, potrebbe essere visto come un segno di forte interesse all’argomento o semplicemente come un comportamento automatico, tipico magari delle persone più estroverse.
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Dall’ossitocina al senso di imposizione
Alcuni studi neuroscientifici hanno dimostrato come il contatto fisico stimoli la produzione di ossitocina, un ormone legato al benessere e alla fiducia.
In alcuni casi, quindi, possiamo affermare che coloro che toccano ripetutamente gli altri durante una conversazione sono particolarmente a loro agio nel corso di quest’ultima e possono essere alla ricerca di una conferma del legame che stanno cercando di instaurare.
Non sempre, però, toccare continuamente l’interlocutore ha un significato positivo.
Secondo alcuni studi di psicologia sociale, infatti, delle volte il contatto fisico prolungato può voler trasmettere, in maniera velata, un messaggio di autorità ed imposizione.
Proprio per questo motivo, possiamo osservare come in determinate situazioni persone particolarmente autoritarie (come ad esempio i superiori sul luogo di lavoro) siano solite toccare i loro interlocutori o stringere la mano in maniera prolungata. Questo sarebbe infatti un meccanismo automatico per comunicare un’idea di dominio e sicurezza.
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